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da LIGIA CHIAPPINI*

Commento al libro di Walnice Nogueira Galvão

Si tratta di una raccolta di testi pubblicati tra il 1997 e il 2018, nello stile dell'autore che, dal controverso e, al tempo, sorprendente borsa per gatti[I], riprende testi, pubblicati in un dato periodo, in diversi mezzi di diffusione, riproponendoli in nuovi set che ne hanno rivelato e continuano a rivelare l'attualità e quanto ancora hanno da insegnarci, provocando e sorprendendo. In effetti, questi scritti incoraggiano la lettura e la rilettura, dal momento che sono stati pubblicati individualmente in diversi veicoli - riviste, giornali e libri, tra gli altri - fino a riapparire in questo nuovo set in cui finiscono per acquisire nuovi significati.

Ciò che ci viene offerto sono domande, analisi e interpretazioni di testi, qui presi in senso lato e tenendo sempre conto dei loro contesti, senza perdere di vista il rapporto con il nostro presente, ma evitando di cadere nell'anacronismo. Il testo qui va inteso in senso ampio, poiché, oltre ai generi più consueti, a cui è dedicata la critica letteraria – romanzi, novelle, poesie, cronache – vi sono lettere e altri documenti, pazientemente ricercati nelle biblioteche, negli archivi e musei. Lungo la strada, l'occhio critico si posa anche sulle tele di artisti visivi e cineasti. E ancora di più, sui muri, il caso degli haiku e dei graffiti, ai quali l'autore dedica un commento dotto e sensibile, proponendoci frasi come questa: “L'haiku insinua e sussurra, il graffito ruggisce e ruggisce”. (pag. 452).

Il libro è organizzato in quattro parti e diversi capitoli. Nella prima, intitolata FIGURE, si tratta sia di celebri scrittori stranieri, come Edgar Allan Poe, Marcel Proust, James Joyce e Fernando Pessoa, sia dell'argenteria di casa: da Castro Alves a Oswald de Andrade, passando per studiosi della società , cultura e storia: Gilberto Freire e Sergio Buarque de Hollanda. Non mancano, ovviamente, le presenze obbligate di Euclides da Cunha e João Guimarães Rosa, autori ai quali l'autore ha dedicato, a partire dagli anni Settanta, ricerche più intense ed estese, sfociate in tesi, edizioni critiche e periodiche riprese del fedele lettore. , che li riscopre a ogni rilettura.

Anche tra gli stranieri più classici, ci viene riproposto sotto nuova luce un Victor Hugo militante attivo e acuto, Thomas Mann, maestro della parodia e dell'ironia, e uno Shakespeare, il cui “verbo risuona” poeticamente e socialmente. In questo caso, come in diverse altre opere dell'ampia produzione bibliografica dell'autore, richiama l'attenzione la ripubblicazione del testo, timbrata mesi prima nel Caderno “Mais”. di Folha de São Paulo, in un altro veicolo giornalistico, molto meno convenzionale per un autore classico e complesso: la rivista Globo rurale [Ii]

Gusto e discernimento critico si traducono in una lettura esauriente ma impegnativa, come nel caso dei migliori studiosi e critici che anche Walnice ci presenta, cercando di imparare e insegnare con i suoi esempi di lavoro e di vita. Questo vale soprattutto per il suo (nostro) grande maestro, Antonio Candido, al quale dedica quasi per intero la seconda parte del libro. Ma, già in questa prima parte, c'è spazio per due big; Edmond Wilson e Casais Monteiro. In questo caso, l'autore ripercorre le tracce del suo viaggio dal Portogallo al Brasile, un viaggio che appartiene allo studioso e anche a un famoso poeta, sul quale ha lavorato molto: Fernando Pessoa. Tra le altre qualità innegabili, è evidente il modo in cui l'autore gestisce in modo esemplare uno degli aspetti principali della teoria e della storia letteraria: gli studi sulla diffusione e ricezione di autori e opere.

Riappare l'interesse per l'opera di critica letteraria e culturale che si concentra nella seconda parte, denominata DUO, e dedicata a Gilda e Antonio Candido de Mello e Sousa. Lì possiamo leggere, sotto i casi concreti analizzati, gli effetti del bel matrimonio di filosofia e letteratura, incarnando in modo esemplare lo spirito aperto, molteplice, serio e sensibile dell'ex Facoltà di Filosofia, Scienze e Lettere dell'Università di San Paolo, infatti, molto ben illustrato in una raccolta di interviste, curata dalla stessa Walnice Nogueira Galvão e originariamente presentata come numero speciale di Rivista di lettere dall'USP[Iii], che è appena stato ripubblicato come libro[Iv] di grande attualità, in un momento di rottamazione delle università pubbliche, soprattutto per quanto riguarda le discipline umanistiche e le cosiddette scienze pure.

Questa seconda parte inizia dando priorità a D. Gilda[V], riprendendo un'Aula Magna che l'autrice ha insegnato su di lei nel 2006, e che è uscita in un libro collettivo l'anno successivo.[Vi] Vi si traccia la traiettoria di D. Gilda, mettendo in evidenza quanto la sua formazione, insieme colta e popolare, senza alcun margine di populismo, debba a due grandi maestri: Mario de Andrade – che l'ha guidata nelle sue prime scoperte e scelte, come zio, scrittore, musicologo, critico e insegnante – e Roger Bastide, di cui fu allievo nelle prime classi della Facoltà di Filosofia, Scienze e Lettere, nonché altri professori della cosiddetta missione francese, tra cui Claude Lévi-Strauss e Jean Mague.

Dando la giusta importanza a questo fatto proprio all'inizio del testo, Walnice chiede di poter fare una parentesi, a modo suo, sulla nascita di questa facoltà e sul contesto che l'ha resa possibile e la formazione di intellettuali del calibro di Gilda e Antonio Candido, tra gli altri eminenti futuri professori e ricercatori della casa. Solo apparentemente distanziato dalla figura di Gilda, il testo si snoda, soffermandosi su ognuno dei professori francesi sopra citati, e, più a lungo, sul singolare profilo di Ruggero Bastide, per tornare infine a Gilda, rivelandola sua assistente per dieci anni. anni ed ex studentessa di dottorato nell'area della sociologia estetica, diventando la fondatrice e professoressa della disciplina di Estetica, nel Dipartimento di Filosofia, a cui si unì su invito di un altro illustre professore: Cruz Costa. Da allora abbiamo seguito la crescita intellettuale, etica e politica di questa donna discreta nella sua indimenticabile grandezza, tra l'altro per la saggezza, la dignità e il coraggio con cui ha saputo dirigere il tanto ambito dipartimento nei momenti difficili, in un un modo per salvarlo dall'estinzione, puro e semplice.

La parte II prosegue con testi più piccoli e diretti su Antonio Candido, la sua vita e la sua opera, concentrandosi sulle sue preferenze di critico. Si evidenzia qui una curiosità, che finisce per essere una guida per approfondire indizi e intuizioni sul percorso e sul metodo, supportati da gusto e intuizione – senza prescindere dalla razionalità e dall'impegno politico-sociale per una società più inclusiva e per un mondo, di conseguenza, meno ingiusto e meno infelice per tutti.

La curiosità porta Walnice a chiedere e cercare risposte alla quasi assenza di Proust tra gli scritti di Candido, quando non nascondeva mai che questo autore fosse uno dei suoi preferiti o più, lo abitava da tempo. A parte questa curiosità, molto feconda per dipanare strade e opzioni del critico, Walnice affronta una militanza non necessariamente a favore del grande maestro, il quale, però, partecipò nella sua vita alla fondazione di due partiti politici, quasi contro sua volontà, ma per dovere di cittadino. .

La terza parte, chiamata LANDSCAPES, va dall'entroterra a una strada iconica della città di San Paolo e del paese, in tempi di dittatura e resistenza: Rua Maria Antônia, vista come un paesaggio urbano e culturale emblematico. Non solo il Sertão e la città sono visti come un paesaggio vivo e attivo, ma anche i movimenti culturali, rivisti in modo panoramico, sono rivisitati come un paesaggio per sfidarci fino ad oggi, tra questi, il modernismo, il teatro della resistenza, il presenza di sinistra all'Università e dintorni, senza smettere di applaudire la resistenza delle donne, in un mondo ancora sessista. Questa parte è chiusa con una chiave d'oro da una recensione inventiva ed erudita del libro Biblioteche[Vii], che dà vita a un seducente tour tra importanti biblioteche del mondo.[Viii]

Infine, l'ultima parte, FLAGRANTES, riprende alcuni dei nostri autori paradigmatici, da Alencar a Manuel Bandeira, passando per Lobato, e aprendosi a scrittrici e artiste donne, come le indomabili e spesso dimenticate, Pagu e Frida Kahlo.

Ma questo autore e, di conseguenza, questo libro non vive solo di arti e scienze umane. Nulla di ciò che è socialmente disumano le è estraneo. Ecco perché il suo sguardo si estende a libri, problemi e persone, che illuminano altri aspetti importanti della vita, come l'economia e la politica economica. In questo caso, la recensione del piccolo grande libro di Aloysio Biondi, Brasile privatizzato[Ix], che denuncia, con solide argomentazioni, basate su numeri e grafici chiarissimi, la prima grande ondata neoliberista di privatizzazioni, sempre negli anni '90, con la vendita a prezzo quasi simbolico della società statale Vale do Rio Doce e altre, come il caso di Telefonica.

Sarebbe presto evidente, e oggi è palese, sotto l'apparente "affare cinese" per lo Stato brasiliano, oltre alle perdite finanziarie in operazioni garantite da titoli marci, l'inefficienza nella gestione e il disprezzo per l'ambiente, i consumatori e lavoratori, le cui vite sono messe a rischio da irragionevoli ambizioni e sfruttamento. Il libro dimostra e la recensione sottolinea l'importanza di segnalare e denunciare il nostro ingresso nel neoliberismo, che, imponendo il dogma della privatizzazione, attacca, in nome di una presunta efficienza e di una bugiarda onestà, il controllo pubblico dei beni pubblici, tra cui la tecnologia nazionale è incluso. Qualsiasi somiglianza con le recenti proposte di privatizzazione di Petrobras, del Pre-Salt, dell'elettricità, dell'acqua, nonché della foresta amazzonica e del Pantanal, bruciati criminalmente (dagli indiani, ovviamente!) non sarà una mera coincidenza.

Ma non deve essere niente, perché l'autrice non ci fa perdere la speranza, mostrando che i tropici non sono tristi, come pensava Lévi Strauss e perché, poco prima della fine di questo libro, ci riporta a D. Sebastiao, che ci aiuterà a riconquistare la nostra sovranità quasi irrimediabilmente perduta.

Caro Lettore, caro lettore, spero di essere riuscito a descrivere un po' quello che c'è in questo libro, che si rivela opera di un'autrice che ha già pieno controllo delle sue conoscenze, strumenti e metodo di ricerca, analisi e interpretazione, che illustra e dimostra chiaramente una vocazione, un grande talento e una grande capacità di esercitare quelli che Antonio Candido chiamava i “compiti del critico”[X]. Certamente, dopo aver sfogliato qualche pagina, caro lettore, scoprirai che questo è un libro da visitare e rivisitare, per giocare, imparare e imparare viaggiando piacevolmente nel tempo e nello spazio, senza lasciare la tua poltrona. Buon viaggio.

* Ligia Chiappini è professore di letteratura e cultura brasiliana presso l'Istituto di studi latinoamericani della Freie Universität Berlin. Autore, tra gli altri libri, di Quando la patria viaggia: una lettura dei romanzi di Antonio Callado.

Riferimento

Walnice Nogueira Galvao. Leggere e rileggere. San Paolo/Rio de Janeiro: Sesc / Ouro sobre Azul, 2020, 512 pagine.

note:


[I] Saco de Gatos, San Paolo, editore Duas Cidades, 1976.

[Ii] globo rurale, anno 16, n. 191, settembre 2001.

[Iii] Lingua e letteratura. San Paolo, anno X, voll. 10-13, 1981-1984.

[Iv] Galvão, Walnice Nogueira (org.). Sugli inizi della Facoltà di Filosofia, Scienze e Lettere dell'USP. San Paolo, EDUSP, 2020.

[V]Come veniva chiamata, rispettosamente e affettuosamente, l'eminente docente di estetica, ricercatrice e critica di letteratura e cultura.

[Vi] Galvao, Walnice Nogueira. “Gilda, un viaggio intellettuale”. In: Gilda- La passione per la forma, Sergio Miceli e Franklin de Mattos (a cura di). Rio de Janeiro/São Paulo: Fapesp/Ouro sobre azul, 2007. Lezione magistrale di apertura dell'anno accademico presso la Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane – USP (20.2.2006).

[Vii] James WP Campbell e Thais Rocha. The Library - A World History, San Paolo, Edições SESC, 2015.

[Viii] Qui non posso evitare una piccola lamentela; Mi mancava l'importante biblioteca dell'Istituto Iberoamericano di Berlino, forse la più grande e completa d'Europa nel suo genere.

[Ix] Biondi, Aloisio. Brasile privatizzato: una panoramica dello smantellamento dello Stato, San Paolo, ed. Fondazione Perseu Abramo, 1999.

[X] Cfr. Antonio Candido. “Prefazione” a Walnice Nogueira Galvão, Discussione. Rio de Janeiro: UFRJ, 1998. Ripubblicato come “I diversi compiti del critico”, Rivista di recensioni, no. 35, 14.2.1998.

 

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