da DANIELE BRASILE*
Commento al romanzo di Benilson Toniolo
Il cosiddetto romanzo regionalista brasiliano è emerso nel XIX secolo e ha avuto momenti brillanti nel secolo successivo con Graciliano Ramos, José Lins do Rego, Rachel de Queiroz, Jorge Amado, Érico Veríssimo e Guimarães Rosa, tra gli altri. Anche Monteiro Lobato, in una certa misura, può essere classificato come regionalista, quando si concentra sulle sue città morte nella valle del Paraíba.
Un autore regionalista è considerato colui che descrive e drammatizza la sua regione, la sua geografia, i suoi costumi, la sua gente. La classificazione esclude i metropoliti, anche se descrivono anche la loro regione, la loro geografia, i loro costumi, la loro gente. Machado de Assis, Lima Barreto, Dalton Trevisan, Rubens Fonseca o Milton Hatoum, tra molti altri, non sono mai classificati come regionalisti. Si può dedurre, quindi, che la classificazione abbia un significato quasi romantico: è legata al mondo rurale, alle comunità isolate, ai villaggi e agli angoli che non si collegano con il mondo nel modo in cui lo viviamo nelle metropoli.
Che questi universi continuino a coesistere sul pianeta è un problema sociale e culturale del 21° secolo. Grandi autori, della letteratura, del cinema o delle arti visive, continuano a tematizzare il regionale. Da Mia Couto a Ismail Kadaré, da Garcia Márquez a Itamar Vieira Jr., ognuno dipinge il proprio villaggio, immaginario o reale, lontano dal caos e dalla frenesia della città.
Con l’espansione del “progresso” – strade, automobili, distruzione ambientale, land grabbing, violenza, televisione, internet, droga, chiese neo-pentecostali – diversi autori hanno ampliato i limiti del regionalismo classico, introducendo una commistione di valori e ambizioni che corrompono lo scenario ancestrale, quasi mai idilliaco.
Una storia d'amore come Bar per ragazzi, di Benilson Toniolo, è la prova del rinnovamento del genere. Usando un linguaggio scarno e valorizzando il dialogo, l'autore ricrea il microcosmo di una piccola comunità dell'interno di Sergipe, che vive della pesca del granchio e delle bancarelle lungo la strada. I capitoli sono racconti brevi, quasi autonomi, e si concentrano sui molteplici personaggi in modo da comporre un mosaico dove la trama si complica con l'arrivo del primo pastore neo-pentecostale nella località e il suo attacco contro gli indiani che vi abitano da tempo. centinaia di anni.
In uno scenario più volte ripreso nella letteratura brasiliana, Beniolo Toniolo introduce questo elemento di conflitto molto attuale. I personaggi sono sviluppati con maestria tecnica e catturano l'attenzione del lettore, con un ritmo ben bilanciato e una suspense crescente.
Una figura femminile, Violeta, colta e cosmopolita, si distingue dalla massa al suo arrivo in città. È una ballerina e coreografa, che vuole studiare il movimento dei granchi prima di partire per l'Europa. Un allontanamento intenzionale, dovuto al contrasto di parole e comportamenti, che innesca uno squilibrio nella fragile organizzazione sociale esistente, proprio come il pastore. La cosa curiosa è che sono fattori antagonisti, eticamente e moralmente, e non si trovano nemmeno nella trama, ma provocano cambiamenti irreparabili in quel microcosmo.
Benilson Toniolo, con racconti, cronache e poesie pubblicate, debutta come romanziere, unendosi a un team di scrittori di narrativa che hanno iniettato nuova linfa nel “vecchio” regionalismo, una tendenza che promette ancora molte sorprese in questo secolo turbolento.
* Daniele Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
Riferimento
Benilson Toniolo. Bar per ragazzi. San Paolo, Penalux, 2023, 264 pagine. [https://amzn.to/45bipA0]

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