Luiz Gama – antologia

Dalton Paula, Zumbi, 2020
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da SILVIO ROBERTO DOS SANTOS OLIVEIRA*

Prefazione al libro appena uscito, una selezione di articoli di giornale e poesie del leader abolizionista

Questo libro riunisce testi originali pubblicati sui giornali dell'epoca (o successivi, come nel caso della Lettera indirizzata a Lúcio de Mendonça) e poesie apparse nella Seconda Edizione del Burlesque Trovas di Getulino, del 1861, ad eccezione di “Meus amores”, come era stampato sulla rivista diavolo zoppo, del 03 settembre 1865.

Questo bel ricordo della rivista mostra come Luiz Gama, da abolizionista, partecipasse a varie forme di espressione scritta e coesistesse con altre forme di espressione e arti, come disegni, cartoni animati e caricature, la maggior parte delle quali create da qualcuno che è considerato uno dei precursori del fumetto in Brasile, Angelo Agostini. Accanto a lui e ad altri importanti collaboratori, come l'avvocato e giornalista Américo de Campos, fondò nel 1864 la suddetta rivista e un'altra altrettanto importante, La capra, due anni dopo.

Attivo e inquieto, la sua energia si rivolgeva al lavoro in cui era impegnato, trovando tuttavia il tempo per azioni intellettuali, di base, complementari o integrative. La voce che risuona nei testi, e che si espande nelle nostre immaginazioni, ci rivela un soggetto la cui oralità ha rapito gli ascoltatori. Penso che un'altra porzione di oralità – come tradizione – abbia arricchito la memoria e una porzione significativa di lessico e immagini evocate da Gama nei suoi testi.

In questo libro sono presenti alcuni articoli, lettere e poesie che ancora infastidiscono i lettori, poiché i testi del saggio avvocato delineano, separatamente e insieme, una personalità forte e indignata per le ingiustizie. Sia in letteratura che in materia legale, c'è l'uomo coraggioso e instancabile.

Luiz Gama era “un certo tipo di uomo”, come lo definì João Romão da Silva (in Luís Gama e la sua poesia satirica, 1944), trattandolo come un emblema abolizionista, tanto quanto poeta satirico (come evidenziato da Arlindo Veiga dos Santos in Lirica di Luís Gama, nello stesso anno 1944).

Gama era un uomo speciale e un poeta innovativo: un difensore della giustizia nel suo senso più alto, della libertà prima di ogni altra cosa, ma fondato su etica e principi altissimi, come Lígia Fonseca Ferreira, questa che, senza dubbio, rivela sempre più la tutto il volto di questo grande cittadino, epiteto usato da molti e che gli sta benissimo; com'era anche, senza che una sfaccettatura scartasse l'altra, un poeta che anticipava un tipo di visione del rifiuto e dell'ascendenza presente nella scrittura nera contemporanea.

Luiz Gama, giustamente evidenziato negli ultimi anni, in particolare nell'area del diritto, è un esempio non solo per l'area legale, come si vede, ma anche per la letteratura. Ovviamente, siamo accompagnati dalle sue idee morali, etiche, audaci, perseveranti, irritanti per le iniquità, che la sua storia personale mette in evidenza.

Presentata in un articolo dell'amico Lúcio de Mendonça (nel 1881) come figlio della remissiva Luiza Mahin (l'articolo si basava sulla lettera, indirizzata all'amico nel 1880, qui riprodotta nell'edizione), l'immagine di Gama, da soggetto combattivo e irrequieto, erede del coraggio della madre, si è sistemato.

Nato a Bahia nel 1830, secondo la sua testimonianza, venduto all'età di dieci anni come schiavo (termine da lui comprensibilmente usato) a uno spacciatore dal proprio padre, e senza notizie della madre ribelle, misteriosamente scomparsa o fuggita, chi ci racconta fece parte dell'insurrezione dei Malês a Salvador nel 1835, aveva già questo segno tragico già nell'infanzia.

Senza mai conformarsi alla situazione illecita in cui era intrappolato, non acquisito da alcun acquirente, fu portato nella casa del guardiamarina e proprietario di schiavi Antônio Pereira Cardoso, a Lorena, nel comune di San Paolo. Non sembra esserci dubbio che vi rimase lavorando fino al 1847. E ancora lì, secondo le sue informazioni, imparò a leggere con l'aiuto e l'affetto dell'allora giovane Antônio Rodrigues do Prado Júnior. A 18 anni, dopo aver ottenuto prove incontrovertibili di essere libero, lasciò la casa del tenente, divenendo poi militare, fu espulso per insubordinazione, svolse una funzione pubblica, scrisse versi e, come "avvocato provvido", uno che studiò fuori dalla Facoltà banchi della Legge, difende e libera più di 500 schiavi. Solo nel 2015 Luiz Gama è stato finalmente iscritto all'OAB, in omaggio postumo, riaffermando il suo nome come uno dei più grandi della zona in Brasile, in ogni momento, e sicuramente quello la cui storia e intelligenza fanno risaltare i valori legali in modo splendido, dall'etica e dalla morale.

Da intrepido avvocato, ha sempre impresso note di coraggio nei suoi discorsi e nei suoi scritti, come nella lettera contenuta in questa antologia (“All'illustrissimo e onoratissimo signor Comandante José Vergueiro”) in cui annota: “L'uomo che schiavizza un altro supera l'assassino: è un abominevole fratricidio”.

Luiz Gama era un brillante avvocato e, va notato, uno stupendo poeta. Quest'ultima annotazione sul poeta può sembrare esagerata, ma non lo è: evidentemente ci sono stati altri poeti che hanno prodotto di più, che hanno pubblicato più libri. Bisogna rispettare la folgorante presenza, ad esempio, poco dopo, di João da Cruz e Souza, altro poeta nero, certamente grande rappresentante della poesia brasiliana. Anche Luiz Gama dice che è fantastico, nonostante il suo unico libro e le poesie sparse nelle riviste. Nelle sue produzioni accentua la voce nera saliente di fronte al mondo, adotta l'umorismo come strumento di ribaltamento dell'occhio critico, qualcosa che include la satira, ma anche una sorta di umorismo tributo, oltre al lirico con la battuta sottolineata di Arlindo Veiga Santos. Come nella poesia "Protasis":

Seduto sulle ali del Parnaso,
Perché non potevo salire sull'alta vetta,
Come un uomo povero, da un monastero al corpo di guardia,
Da trovas ho realizzato questo volume.

A proposito della voce nera, come hanno già detto diversi studiosi (Domício Proença Filho, Zilá Bernd, Florentina Souza, Eduardo de Assis Duarte, altri ricercatori di rilievo, e poeti come Manuel Bandeira, José Carlos Limeira, Landê Onawale, tra gli innumerevoli), il la voce di Luiz Gama è certamente uno dei precursori. Ancora una volta, vale la pena sottolineare l'edizione fondamentale Prime Trovas Burlesque e Altre Poesie di Luiz Gama (pubblicato nel 2000), organizzato da Lígia Fonseca Ferreira.

Quel nome, Luiz Gama, affiliato a una linea di insoddisfazione sociale e razziale, ma anche di godimento letterario, con un'eccezione, rappresenta molto per tutti gli amanti della giustizia e delle lotte democratiche, che, come lui, combattono per “tutti i poveri, tutti gli infelici”.

È bello ritrovare in questo libro una parte significativa dei suoi articoli sui diritti alla libertà e un'altra sezione con poesie che traducono i suoi sconcertanti temi letterari. Questi ritagli, in lingue diverse, ma non così distanti, confessano i principali interessi di Luiz Gama.

Era un uomo, divenne un emblema umanitario, fece cenno a un sentimento di collettività, incapace di sentirsi pieno in un mondo pieno di leggerezza. La sua memoria rimane come richiamo alla speranza. È essenziale diffondere il pensiero di Gama e il suo fermo ideale di giustizia.

Questo ideale è coniugato e tradotto, come già accennato, nei suoi scritti generali, sia in articoli e lettere, sia in versi. Successivamente, indico brevi modelli di questa coniugazione dell'ideale nei versi del poema "Che mondo è questo?" e nello stralcio dell'articolo “L'emancipazione in calce alla lettera”. Chiedo al lettore di prestare attenzione sia ai versi “Vedo il libero reso schiavo/ Dal legislazione dell'arroganza” così come la frase “anche oggi ho il potere dell'arte”, che a mio avviso esprimono come i versi della prosa critica dialogano con i versi poetici nella produzione di Luiz Gama. Forse queste poche righe, sebbene estratte dal loro contesto, possono indicare che le forme adottate servivano alla stessa missione di smantellare l'iniquità:

Quale mondo? che mondo è questo?
Dal profondo del petto di quest'anima
Capisco... che fredda calma
Di umani allo stato brado!
Vedo che il libero è diventato uno schiavo
Di legislazione di arroganza;
Vedo la ricchezza nella demenza
rimandare la natura
(poesia "Che mondo è questo?")

“Al positivismo della schiavitù morbida metto quello delle rivoluzioni di libertà; Voglio essere pazzo come John Brown e come Spartacus, come Lincoln, come Gesù; Odio, tuttavia, la calma ipocrita di Pilato.

Ero, in altri tempi, quando punteggiavo le rime, artefice di satira, sotto forma di maiuscole, e ancora oggi, ho il turno dell'arte.

(Articolo “L'emancipazione in calce alla lettera”, del 1880)

In questa edizione il lettore troverà integralmente i testi citati in questa prefazione.

Come si è detto, chi già conosce o sta per conoscere Luiz Gama troverà in questo libro ritagli del pensiero di un grande cittadino in due forme, prosa (lettere e articoli, come la fondamentale Lettera a Lúcio de Mendonça) e poesia (dalla seconda edizione di Primi Trovas Burlescas di Getulinoè il "I miei amori", come descritto nella rivista diavolo zoppo).

Questa raccolta di articoli e poesie è, quindi, un invito al movimento per la libertà, alla lotta per giorni migliori, alla ricerca della giustizia, del cibo per tutti, dello sradicamento della povertà, dello sfruttamento. Considero una pubblicazione molto appropriata nei tempi attuali che rinvigorisce il volto di Luiz Gama, un esempio unico di brasiliano.

*Silvio Roberto dos Santos Oliveira Professore di Letteratura Brasiliana all'Università Statale di Bahia.

 

Riferimento


Luiz Gama – antologia. Organizzato da Enid Yatsuda Frederico e Cláudia de Arruda Campos. San Paolo, Espressione popolare, 2021, 128 pagine.

 

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