da BIANCO CHICO*
Nel 2024 saranno possibili campagne elettorali radicalmente diverse per le Camere comunali?
Una proposta con questo obiettivo si è consolidata in una serie di Circoli di Scambio di Conoscenze, promossi dall'Universidade Mutua, una nuova organizzazione che lavora con questo metodo freireano di insegnamento (ocandeeiro.org/unimutua).
Questi Circoli hanno riunito, nel corso di diversi mesi, candidati ai Consigli Comunali e sindaci di molte città del Brasile. Trasmessi via Internet, questi scambi venivano registrati, per essere disponibili alle parti interessate, in ocandeeiro.org/eleicoes2024, sul sito della Mutua Università.
In essi si discutevano inizialmente due questioni: quella del Potere Legislativo, che è colui che, nel nostro Stato democratico basato sullo Stato di diritto, approva, a maggioranza dei voti, le leggi che autorizzano l'Esecutivo ad agire; e la consueta disconnessione delle campagne elettorali per questi due poteri: i partiti concentrano le loro risorse e l'attenzione degli elettori sulla scelta degli amministratori delegati, e lasciano le campagne per i consiglieri a spese e rischio dei candidati, da una prospettiva personale.
Pertanto, pur sapendo che un esecutivo che non ha maggioranza nella legislatura può essere completamente immobilizzato nella sua azione, non si preoccupano dell’elezione di queste maggioranze.
Abbiamo allora avanzato la proposta di costruire, nelle elezioni legislative, gruppi di candidati alla Camera interconnessi attorno ad un piano d’azione comune. In altre parole, portare avanti le campagne dei candidati alla legislatura (consiglieri, deputati e senatori) non come campagne di persone disperse nello spazio politico, con promesse individuali di azione politica, ma unendoli attorno ad un programma comune con obiettivi molto chiari ( una dozzina, o poco più), che elaborano collettivamente.
È meglio, per i risultati elettorali, che tali programmi comuni siano elaborati con la partecipazione popolare, e meglio ancora se coincidono con quelli del programma di governo del capo dell'esecutivo che intendono sostenere.
Con questo, gli stessi elettori, che solitamente lasciano all’ultimo minuto le loro scelte alla Legislatura, perché non apprezzano il loro potere, potrebbero scegliere meglio i loro candidati: invece di sceglierli solo in base alle qualità di ciascuno e alle loro promesse, oppure, a causa del loro legame con i loro elettori o con i loro territori in cui operano, sceglierebbero tra quelli più disponibili e meglio preparati a portare avanti i programmi che preferiscono. E questi collettivi di candidati diventerebbero naturalmente, se eletti, “collettivi di mandati” e “embrioni” delle maggioranze parlamentari necessarie.
Questa proposta elettorale sarebbe molto più trasformativa dei “mandati collettivi”, un’invenzione gradita, ma che non facilita la formazione di maggioranze parlamentari: con i loro membri riuniti attorno a un unico parlamentare, tendono a isolarsi nell’attività politica, nella competizione che si stabilisce tra tutti i parlamentari – immersi come siamo nella cultura dell’individualismo opportunistico e dello sfruttamento del sistema economico capitalista che domina il mondo.
E sarebbe anche molto più trasformativo dei collettivi di partiti, necessari per formare collettivi di mandato, ma insufficienti per costruire effettivamente maggioranze parlamentari, necessariamente diversificate nello spettro ideologico dei partiti.
In realtà, questa proposta trae ispirazione da un’altra, di tempi non così lontani: quella di un disegno di legge preparato dal Movimento per la Lotta alla Corruzione Elettorale – MCCE, volto ad affrontare il grave problema della sempre peggiore qualità e sempre minore rappresentanza delle camere legislative negli organi legislativi. Il Brasile, a tutti i livelli, il che crea seri rischi per la nostra fragile democrazia.
Questo progetto verrebbe presentato come una nuova iniziativa di diritto popolare, basata sul successo di questo movimento con la legge contro la compravendita di voti nel 1999 e, nel 2010, con la legge Clean Record, come iniziative della società e non del governo, dei parlamentari o dei partiti .
In questo progetto, il cambiamento principale sarebbe l'elezione della Legislatura in due turni, legando la scelta dei rappresentanti del popolo in quel ramo ai piani di governo da loro scelti, tra quelli presentati dai candidati all'Esecutivo al primo turno. È noto che spetta alla Legislatura vigilare anche sull'Esecutivo, ma quest'ultimo, per mantenere le sue promesse, deve avere nella Legislatura una maggioranza almeno vicina a quella che ha ottenuto.
Ed è stato allora con la raccolta delle firme per questa iniziativa già in fase avanzata che il MCCE ha dovuto interromperla, alla luce del processo che ha portato alle dimissioni della presidente Dilma Rousseff – che, per inciso, ha visto questa proposta con grande simpatia.
A differenza, però, dell'iniziativa popolare MCCE, che se approvata diventa una regola rispettata da tutti, la proposta avanzata dipende ora direttamente dalla volontà politica dei candidati e, soprattutto, dei partiti. Ma, se verrà accettato, costituirà un grande passo avanti nel superamento di queste distorsioni nel nostro processo elettorale, anche come primo passo verso la vera rivoluzione elettorale del Progetto MCCE, che auspichiamo venga ripreso, come potrebbe essere soprattutto importante per le elezioni del 2026.
Una rivoluzione che sarà, infatti, anche culturale, e anche se avrà la forza di tutto ciò che viene dal basso, sarà necessariamente lenta e lunga, poiché mira a superare norme, pratiche e abitudini radicate da molti decenni nella nostra democrazia.
In effetti, i nostri parlamenti sono stati sempre più invasi da quelli che sono stati a lungo chiamati “picconi” – profittatori che stanno tornando a utilizzare la compravendita di voti meno controllata per farsi eleggere. E che, una volta ottenuto l’enorme potere del Parlamento, ricattano l’Esecutivo a proprio vantaggio o in difesa degli interessi delle aziende e delle organizzazioni che finanziano le loro campagne.
Non possiamo, quindi, perdere l’occasione che le prossime elezioni comunali ci offrono per questi cambiamenti, anche se radicali, nelle nostre pratiche elettorali. Ancor di più perché è a questo livello che gli apprendisti politici professionisti iniziano i loro voli solitari. E, secondo le loro capacità, ottengono ciò che desiderano: appartenere alla classe politica, nella quale non rifiuteranno tutte le tentazioni, che sorgono grazie alla loro vicinanza alle casse pubbliche e al potere dell'Esecutivo, e che screditano la nostra democrazia tanto.
*Chico Whitaker è un architetto e attivista sociale. È stato consigliere a San Paolo. Attualmente è consulente della Commissione brasiliana di giustizia e pace.
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