Manifesto Brazilwood – 100 anni

Tarsila do Amaral, Abaporu, 1928
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da MARIA LUCIA OUTEIRO FERNANDES*

L'accoglienza del Manifesto, in generale, fu segnata da un intenso disagio, come tutto ciò che dissero e fecero i modernisti del gruppo più radicale.

Il Manifesto della Poesia Pau-Brasil, scritto da Oswald de Andrade e pubblicato nel Posta del mattino, il 18 marzo 1924, deve essere compreso nel processo di modernizzazione che un gruppo di intellettuali, scrittori, artisti, giornalisti andava sviluppando, attraverso dibattiti sulla stampa, articoli su riviste, letterarie e non, e, soprattutto, per la produzione di opere letterarie e artistiche, in cui gli autori mettono in pratica le loro proposte, al fine di raggiungere una serie di scopi.

Tra queste finalità spiccano tre temi, tra i più rilevanti. In primo luogo, rompere con l'arte prodotta in Brasile, che generalmente chiamavano passatismo, termine che cercava di squalificare l'arte che seguiva modelli tradizionali, importati dall'Europa attraverso il Portogallo. In secondo luogo, cercare le caratteristiche culturali del Paese, che dovrebbero orientare la creazione di una letteratura eminentemente brasiliana, che libererebbe il Paese dal colonialismo culturale nei confronti dell’ex metropoli (non è mai troppo ricordare che questo dibattito culturale nasce nel contesto di più ampio respiro, circa il centenario dell'Indipendenza politica del Brasile dal Portogallo).

Infine, altro tema essenziale nel dibattito e nelle esperienze promosse dai modernisti, fu la necessità di trovare nuove forme e nuovi linguaggi, cioè nuove procedure di creazione, più in sintonia con le esperienze delle avanguardie, che si stavano muovendo il campo delle arti in Europa, così come il modo di essere brasiliano, la sua cultura, i suoi costumi, la sua lingua, che è già così lontana da quella parlata in Portogallo.

Momenti rilevanti in questo processo sono stati la Modern Art Week, il lancio di riviste moderniste, tra cui the corno, Terra Viola e altre terre e Rivista di antropofagia, nonché il lancio dei due manifesti scritti da Oswald de Andrade, il Manifesto della poesia Pau-Brasil, il cui lancio sta completando 100 anni, e il Manifesto antropofagico, pubblicato il 1 maggio 1928, in Rivista di antropofagia.

Lo studio e l'analisi di questi eventi devono concentrarsi sia sui testi degli attori coinvolti in questo ampio movimento di modernizzazione delle arti in Brasile, sia sulla loro ricezione da parte di altri artisti, intellettuali e scrittori, che non condividevano il progetto dei modernisti, e, anche, dal grande pubblico. L'accoglienza del Manifesto, in generale, è stata segnata da un intenso disagio, come tutto ciò che hanno detto e fatto i modernisti del gruppo più radicale, cresciuto attorno alle figure emblematiche di Mário de Andrade e Oswald de Andrade.

Come altri eventi legati ai giovani che hanno promosso la Settimana dell’Arte Moderna, anche il Manifesto ha generato un impatto imbarazzante. Il Manifesto della Poesia Pau-Brasil contribuì al diffuso scandalo che il gruppo stava provocando, sia negli ambienti intellettuali che tra il grande pubblico. È stato possibile verificare anche un certo consenso su due punti, ovvero la necessità di modernizzare il linguaggio letterario e artistico, nonché la necessità di nazionalizzare le produzioni brasiliane, conferendo loro autenticità e originalità.

Ma c’era un enorme disaccordo su come apportare questo cambiamento; su cosa si intendesse per identità culturale brasiliana; sulla necessità di rompere radicalmente con il passato; riguardo ai processi compositivi e alle tipologie di linguaggio da adottare. C'erano anche implicazioni politiche e ideologiche nelle interpretazioni su come dovesse avvenire la modernizzazione delle arti e della letteratura in Brasile, come confermato poi con l'ingresso di alcuni leader, come Oswald de Andrade, nel Partito Comunista, e da altri , come Plínio Salgado, nello sviluppo di una corrente integralista, con una tendenza nazifascista.

Queste divergenze non si sono verificate solo tra modernisti e passatisti. Hanno diviso lo stesso gruppo che lavorava nella lotta per il Modernismo. Fin dalle prime fasi ci sarà una spaccatura interna molto netta nel gruppo formatosi attorno alla rivista corno, con Mário de Andrade e Oswald de Andrade come principali leader, che diventerà poi noto come gruppo Pau-Brasil (proprio a causa del Manifesto di Oswald de Andrade), e il gruppo di Menotti Del Picchia e Cassiano Ricardo, che diventerà noto come Verde giallo.

L'eredità modernista per la poesia brasiliana

Il primo gruppo difendeva un rinnovamento radicale in termini di linguaggio e predicava un nazionalismo eminentemente critico, proponendo una revisione della storia stessa del Brasile, al fine di riscattare e correggere i danni causati dalla colonizzazione portoghese alla popolazione e alla cultura del paese. Il secondo gruppo predicava un nazionalismo sciovinista, adottando un linguaggio che continuava a essere plasmato dai modelli retorici lusitani e da una visione del mondo che non si allontanava troppo dall’utopia dannosa del colonialismo, ponendosi nettamente in opposizione allo sperimentalismo d’avanguardia nella forma e nel linguaggio. , così come la critica revisionista del contesto storico, politico e culturale, proposta dal gruppo Pau-Brasil.

Il lancio del Manifesto di Oswald de Andrade, nel 1924, segnò un momento critico nella scissione interna dei modernisti. Tuttavia, il più grande contributo del Manifesto della Poesia Pau-Brasil è stato quello di mobilitare scrittori e artisti attorno all’importanza dello sperimentalismo e della rottura con le produzioni del passato, per la creazione di arte e letteratura che traducessero in modo originale e critico la complessità del Realtà brasiliana.

Il Manifesto incoraggiava la ricerca di elementi culturali trascurati dalla cultura accademica del tempo, nella cultura popolare, nella cultura delle popolazioni indigene e delle popolazioni di origine africana. Dal Manifesto in poi, gli scrittori si impegneranno a produrre una letteratura che non sia più il risultato di modelli e formule importati, ma che abbia sufficiente originalità e forza per garantire la qualità di un prodotto da esportare, secondo le parole di Oswald de Andrade . I cambiamenti estetici e ideologici proposti nel Manifesto Pau-Brasil si possono trovare, direttamente o indirettamente, nelle opere dei principali scrittori brasiliani del XX secolo, principalmente poeti.

Caratteristiche, intenzioni e conseguenze del Manifesto

Il Manifesto adotta un linguaggio che mobilita già, in termini formali, i cambiamenti radicali proposti dagli autori del gruppo Pau-Brasil, come il rifiuto dei tradizionali concetti di mimesi e verosimiglianza e la valorizzazione di procedure anti-illusioniste, contrarie a linguaggio realistico; il rifiuto delle forme accademiche e dei modi espressivi precostituiti importati dal Portogallo; l'assimilazione della lingua orale e delle forme espressive tipiche del popolo brasiliano, considerati errori dal punto di vista della grammatica normativa portoghese; l'esplorazione di un linguaggio inventivo, che si confronta molto liberamente con il linguaggio, esplorando tagli improvvisi, frammentazione, simultaneismo, enumerazione caotica; l'adozione di una visione del mondo vicina ai popoli originari, che all'epoca si chiamava primitivismo; l'uso di associazioni metonimiche, imitazione del linguaggio cinematografico, ironia, spirito critico e umorismo.

Nonostante tutte queste risorse siano state appropriate delle proposte delle avanguardie europee, è questa quella che Oswald de Andrade chiama, nel Manifesto, esportare poesia. In cosa differisce dalla poesia importata praticata nella colonia brasiliana nei decenni precedenti? Innanzitutto nella libertà di ricerca, come rileverà Mário de Andrade nella famosa conferenza da lui tenuta, “Il Movimento Modernista”, in occasione delle celebrazioni del 20° anniversario della Settimana, il 30 aprile 1942, nella Sala dei Congressi della Biblioteca di Rio de Janeiro Ministero degli Affari Esteri.

Questa libertà ha aperto la strada a ogni scrittore di ricercare i propri mezzi espressivi, scegliendo le forme più adatte ai propri obiettivi, creando il proprio linguaggio e modalità compositive. In secondo luogo, nella revisione critica della storia e della realtà brasiliana, che ha sottolineato le questioni dell’identità nazionale.

La pubblicazione del Manifesto della poesia Pau-Brasil e, successivamente, del Manifesto Antropóphagus collocano Oswald de Andrade in un ruolo di primo piano nel movimento modernista. Oswald riuscì a sistematizzare, in questi testi fondatori del Modernismo, le proposte che si andavano consolidando tra i membri del gruppo della rivista corno, la prima pubblicazione rilevante dei modernisti, che circolò dal 1922 al 1923.

C'era bisogno di indicare percorsi che segnalassero i punti che dovrebbero mobilitare scrittori e artisti in mezzo a tante discussioni. È stato un modo per evitare la dispersione, uno sforzo per orientare le azioni e la realizzazione di opere all'interno delle proposte di cambiamento. Era anche un modo per definire una differenza tra questo gruppo di corno e l'altro, che si era posizionato in modo critico all'interno del movimento stesso. C'era anche l'esigenza di chiarire e rendere consapevoli i lettori comuni dei giornali su ciò che si proponevano in termini di arte e letteratura nel contesto della cultura nazionale.

*Maria Lucia Outeiro Fernandes È professoressa di letteratura all'Unesp-Araraquara. Autore, tra gli altri libri, di Novità assoluta: estetica e ideologia negli anni '20 (EDUSP).


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