Marxismo nero?

Jindrich Štyrský, Senza titolo, 1934.
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da MARIO SOARES NETO*

Nota preliminare alla traduzione dell'opera appena pubblicata di August H. Nimtz Jr.

Il presente lavoro consiste nella traduzione dell'articolo "Il marxismo e la lotta nera: la 'classe vs. rivisitazione del dibattito sulla razza” dal Professor Dott. August H. Nimtz Jr, originariamente pubblicato in Giornale dei marxisti africani nell'anno di 1984. [I] Questa è una recensione critica del libro. "Marxismo nero: la formazione della tradizione radicale nera" (1983), di Cedric J. Robinson.

Il materiale è stato scritto nell'era pre-digitale più di trent'anni fa (sebbene le riflessioni qui presentate rimangano estremamente attuali e attive). Il testo è stato digitalizzato da Università del Minnesota (istituto di insegnamento nordamericano, che ringraziamo), che ci ha però richiesto di effettuare la trascrizione completa del materiale, oltre ad intraprendere alcune revisioni, con l'inserimento di argomenti di lettura per una migliore struttura e organizzazione dell'articolo. In tutto questo lavoro, abbiamo inserito una serie di note di traduzione, destinate a una migliore comprensione e approfondimento della ricerca da parte del pubblico dei lettori.

Autore di questa fruttuosa riflessione, l'americano August Nimtz, laureato in Relazioni Internazionali, con un master in Studi Africani presso Howard University e dottorato a Indiana University. Il Professor Nimtz insegna Scienze Politiche, Studi Africani e Afroamericani al Università del Minnesota, a Minneapolis (USA). Le sue indagini, in oltre quarant'anni di ricerca e di intensa militanza politica in ambito internazionale, comprendono le aree della teoria marxista, dell'economia politica, degli studi di razza, di classe, delle relazioni etniche, della politica africana e afroamericana. Autore di varie opere teoriche e articoli scientifici, Nimtz è uno dei più eminenti intellettuali marxisti contemporanei nel campo delle questioni razziali.

In questo articolo, l'opera di Robinson (1983) viene criticata per i suoi fondamenti epistemologici e politici, oltre che per gli “uomini di paglia della sua stessa creazione”. Nimtz mostra i limiti della prospettiva culturalista e nazionalista nera, mettendo in discussione il concetto di “tradizione nera radicale” come costruzione sterile e meramente accademica – estranea al mondo concreto della politica e della lotta di emancipazione in Africa e nella diaspora africana. La formulazione di Robinson che fa riferimento a intellettuali-militanti come Du Bois, Wright e James, come presunti membri di questa tradizione, si rivela viziata e insufficiente, poiché tutti questi pensatori neri avevano come tratto comune la loro affiliazione a idee marxiste, socialiste e politiche. comunisti.

L'esempio di Fanon è istruttivo. Sebbene praticamente trascurato in questo lavoro e nonostante le controversie esistenti intorno alla sua eredità categorizzata arbitrariamente come “decoloniale” e/o “postcoloniale” (come parte delle “imposture intellettuali” postmoderne), la prospettiva teorico-metodologica e politico-strategica fanoniano comprendeva chiaramente che “se trionfa, la rivoluzione nazionale sarà socialista; Fermatosi il suo slancio, la borghesia colonizzata prende il potere e il nuovo Stato, nonostante la sua sovranità formale, rimane nelle mani degli imperialisti”. [Ii]

Nella sua critica, Nimtz sostiene il materialismo storico dialettico come progetto di critica dell'economia politica legato alla nozione di prassi rivoluzionaria. La preoccupazione di questo autore sta nell'applicare il metodo marxista alla questione razziale, mettendo in luce i contributi della filosofia della prassi alle lotte antirazziste e anticapitaliste, mettendo in discussione l'egemonia liberale e nazionalista intorno al tema.

La pubblicazione di questo articolo – finora inedito in Brasile – assolve a una funzione indispensabile. L'iniziativa è in linea con la massima presente in Lenin secondo la quale “senza teoria rivoluzionaria non c'è movimento rivoluzionario”. Inoltre, in tempi «dove l'entusiasmo per le forme più limitate di azione pratica appare accompagnato dalla modaiola propaganda dell'opportunismo» [Iii] – diventa fondamentale l'approfondimento della “battaglia delle idee”. [Iv]

Il movimento sociale nero e le organizzazioni della classe operaia brasiliana devono superare le proprie contraddizioni e limiti. L'abbassamento dell'orizzonte strategico, il deficit organizzativo, l'abbandono della formazione critico-radicale e la subordinazione politica agli interessi riformisti-elettorali sono aspetti costrittivi che richiedono sempre più atteggiamenti dirompenti. Occorre forgiare la “molla nei denti” e alimentare la “coscienza di avere coraggio”. In questo senso, la critica di August Nimtz diventa fondamentale per la riflessione e l'azione rivoluzionaria nel nostro tempo presente e futuro.

*Mario Soares Neto È avvocato, professore e ricercatore. Master in Giurisprudenza presso l'Università Federale di Bahia (PPGD/UFBA).

 

note:


[I] NIMTZ JR, agosto H. Il marxismo e la lotta nera: la “classe vs. race” rivisitato. Traduzione di Mario Soares Neto. Rivista Law and Praxis, Ahead of print, Rio de Janeiro, 2021. Disponibile a: https://www.e-publicacoes.uerj.br/index.php/revistaceaju/article/view/63074.

[Ii] FANON, Frantz. I dannati della terra. Prefazione di Jean Paul Sartre. Traduzione di José Laurênio de Melo. Rio de Janeiro: Editora Civilização Brasileira, 1968, p. 6.

[Iii] LENINO, VI Cosa fare? Le domande palpitanti del nostro movimento. San Paolo: Hucitec, 1978, p. 18.

[Iv] In questo senso, l'inserimento di Corso sul marxismo e la questione razziale, iniziativa collettiva organizzata nell'ambito del Gruppo di studio Diritti umani, centralità del lavoro e marxismo, della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di San Paolo (DHCTEM – USP). Da vedere: https://drive.google.com/file/d/1A8wNOKGTY-NPNMfAQasvVRs5Qe1Oq6n0/view Vedi anche: https://www.youtube.com/watch?v=Dryny8U8JEY

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