Match Point

Immagine: João Nitsche
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da AIRTON PASCHOA*

Commento al film di Woody Allen

Bei tempi in cui l'arte prometteva felicità! Non che li ho vissuti, ehi! ma ho imparato a conoscere il paradiso leggendo vecchi libri. Oggi che la felicità abita accanto al centro commerciale e l'arte è ovunque, la reazione è infernale: c'è chi si diverte e fa baldoria; c'è chi diffida e volta le spalle; c'è chi fa il melodramma e tira i capelli; c'è anche chi prova tutto questo e, senza dubbio, preferisce guardare un film. La sventura è quando anche lì nel buio non c'è più pace! Mai? Mai più, sembrano preannunciare le vecchie notizie sui corvi di Allen.

la storia di Match Point, È semplice: un istruttore di tennis irlandese si innamora di una bella famiglia britannica (Hewett) ed è invitato a partecipare alla vita da sogno che conducono queste brave persone (e merci). Il ragazzo (Chris Wilton) diventa amico di suo figlio (Tom), a cui insegna al club, sposa sua sorella (Chloe) e suo suocero (Alec) trova un buon lavoro per suo genero a una delle sue aziende. Tutto andrebbe benissimo se i favoriti e gli sventurati non incontrassero Nola Rice, la fidanzata del figlio del boss, un povero americano che fugge dall'ex colonia e vuole fare l'attrice nell'ex metropoli.

Fulminati dalla passione, vivono un fervente idillio fino a quando la legge di gravità (e la gravidanza) comincia a inoculare il vecchio veleno. Il giovane, ormai abile uomo d'affari, non vede altra via d'uscita che interrompere i suoi malanni con un fucile da caccia. Per evitare scandali uccide anche la vicina di Nola, le ruba i gioielli, compresa la fede nuziale dal dito della morta, e mette sottosopra l'appartamento di Nola, simulando un'aggressione da parte di qualche pazzo del quartiere, che scappando avrebbe accettò la ragazza caipora. Il piano si rivela perfetto, ci cascano polizia e giornali, e il film si conclude con un lieto fine insolito. La donna, Chloe, dopo tanto fertilizzante, ha finalmente il figlio tanto desiderato (Terence Eliot Wilton) e brinda alla fortuna della nuova prole del clan.

La parafrasi sbuffata, se non il film, rende giustizia a ciò che avrebbe potuto essere... se non fosse stato per la bestialità degli omicidi. Una dose di veleno, diciamocelo, il pugnale immacolato della rinuncia, o una certa asfissia allungata di mani e labbra, alla maniera di un Otello amoroso, potrebbero anche indurci a testimoniare a favore del giovane. Ma no. E il crimine rimane l'unico fatto che brilla in questo splendido film come un rosone di sangue.

Non che non ci siano più fatti. Ma è qui che inizia il dramma. Dramma?

Il primo piano del film afferma espressamente una tesi (nella voce ancora del protagonista, si apprende poi, ex tennista professionista e ora in cerca di lavoro come istruttore di tennis): la nostra vita dipende dalla fortuna. La pallina da tennis, quando tocca la rete e si alza indecisa per millisecondi, può cadere dall'altra parte, e siamo vincitori, o da questa parte, e siamo sconfitti. Come nell'inquadratura successiva, la rete è sostituita da una recinzione sbarrata, a forma di rete, e il personaggio è dall'altra parte, all'interno dei domini esclusivi del club, il montaggio indica che siamo di fronte a un vincitore., Per chi ama le cose chiare, ottimo. Questo è un film di tesi e vedremo la tua dimostrazione.

Nel corso del tempo, una cena per quattro (Chris, Chloe, Nola e Tom) innaffiata da caviale e vino indimenticabile, Chris entra più nei dettagli sui sofismi: la vita, la nostra, ogni giorno, di ciascuno, nel mezzo di un amministrato mondo, dipende dalla fortuna, la fonte di tutta la vita sul pianeta, secondo la biologia moderna. Per testarlo, il film offre condizioni sperimentali adeguate. Una famiglia borghese ideale, così colta, così liberale, così naturale, al punto da non ostacolare la convivenza umana con le differenze di classe, diventa così capace di accogliere un povero intelligente e operoso. La resistenza della madre (Eleanor), mossa dal gin tonic, è praticamente trascurabile, e comunque rientra nella deviazione standard di qualsiasi esperimento scientifico, senza pregiudicarne il risultato.

Fatto sta che, una volta enunciata la tesi, e seguendo le prime scene, rimaniamo veramente incantati. Non sappiamo se fosse più affascinato dall'affascinante modestia del giovane irlandese o dall'affascinante naturalezza della nobile famiglia. Ci svegliamo dal sonno utopico (quasi mi manca "stupido"!) quando Chris, alla casa di campagna, scende le scale e incontra Nola per la prima volta, nella sala del ping-pong. Cosa diavolo è successo? dov'è il bravo ragazzo? L'uomo ha fatto il bagno ed è diventato un altro? indovinando anche la nazionalità, l'umile estrazione della ragazza?! L'assalto alla fortezza (?) evoca altri personaggi, già visti sul grande schermo, personaggi in totale controllo di se stessi e della situazione, tirando fuori frasi incisive, insinuanti...

La trasformazione è tale, finalmente, e così inaspettata, che ci vuole un po' per realizzare il cambio di genere. Il melodramma che esplode con l'apparizione della "donna in bianco" ci costringe persino a rivedere il nostro incantesimo di apertura. Il dialogo tenuto con Chloe a bordo piscina, nella sequenza immediatamente precedente, così affascinantemente naturale, non sarebbe in realtà l'anticipazione del dramma naturalistico riservato alla coppia? Quindi la conversazione, così banale, non sarebbe in realtà superficiale come la piscina sul fondo?

Film di tesi, melodramma, dramma naturalistico... Il gioco dei generi è aperto e noi spettatori saremo nel mirino. Come in un buon melodramma, non mancano i luoghi comuni (eroina povera e fragile, carica di drammi familiari, che pensa di diluirli con l'alcool e aspetta l'amore protettivo; amore ardente sotto la pioggia e su un letto naturale; vestiti strappati sul letto dai colpi del desiderio; passione cieca e prepotente, proprio come Chris nella stanza di Nola, bendato dalla sua stessa cravatta e dominato alle spalle dall'abile amante) né la folla festante, che, allo stesso modo omologata e insoddisfatta dell'amministrazione della vita, finisce sempre per esultare per la passione e persino per il crimine, tremando con l'assassino mentre cerca di caricare il suo fucile prima di abbattere la signora Eastby, o deluso, quando Chris, vedendo Nola nella galleria che scende la scala mobile, trova, mentre le gira intorno con il cuore in gola - la donna è un'amica! Quanto al dramma naturalistico che Chris trascina con Chloe dopo il matrimonio, pieno di dialoghi sterili, non manca nemmeno il dramma naturale dell'infertilità della donna.

Anche il gioco di entrambi i generi, quasi come il ping-pong, trova la sua match point. Poco prima, l'idillio romantico cominciava già a lasciare il posto a contaminazioni naturalistiche, con Nola che pretendeva una decisione e Chris che fuggiva... Contemporaneamente, e quasi impercettibilmente, i due rivali sembrano scambiarsi guardaroba; Da brutta e brutta Chloe veste i panni di una ragazza della sua classe, mentre Nola si inasprisce fatalmente, arie e costumi più casalinghi, meno fatali.

Ad un certo punto, ad esempio, un certo montaggio ironico mostra, contemporaneamente allo scorrere del tempo, il passaggio dal dramma romantico a quello naturalista: in pieno inverno, al fuoco della passione, alimentato con olio infiammabile sul dorso dell'amante, c'è un raffreddamento dell'ardore in piena primavera, o prima estate, quando nella casa di campagna il gruppo di tre coppie (Chloe e Chris, Tom e sua moglie e un altro duo amico) parla già di un viaggio nelle isole greche. L'ultimo punto, però, a favore del crescente naturalismo, non si fa attendere: l'amante rimane incinta e, disgrazia! vuole il bambino. Da allora in poi, il naturalismo più rastaco, infiammato di codagole, sta gestando in mezzo a un altro genere. Chris pianifica ed esegue il crimine bestiale.

Finora, la nostra tragedia quotidiana. Ma c'è di più. A tarda notte, e probabilmente esausto per un'altra faccenda, Chris si sveglia sopra il computer. Quando minaccia di prenderlo, rovescia il bicchiere di Puligny-Montrachet, si alza, va in cucina e si asciuga la faccia sulla carta assorbente, per vedere se si sveglia. È allora che la banshee di Nola si avvicina; la padrona, pallida da morire, lo richiama; Chris si gira e parla della difficoltà di premere il grilletto; poi "danno collaterale", il fantasma della signora Eastby, altrettanto pallida, che protesta la sua innocenza; quanto al figlio, ugualmente innocente, il protagonista, sull'orlo di un singhiozzo, cita Sofocle: non essere nato può essere il dono più grande.

Evidentemente, non c'è naturalismo che resista ai volti e, sotto l'illuminazione teatrale, la scena acquista la... tragedia della mancanza di significato, come Chris deplora. Se ci fosse la stessa punizione, come profetizza Nola, tanti indizi lasciati dall'amante, allora non tutto sarebbe perduto; un “piccolo segno di giustizia”, un “minimo di speranza per la possibilità del senso”.

La presenza (sic) di spettri, temi elevati, dialoghi tesi, non impedisce lo svolgersi del tragico, e in una direzione insolita. L'arrivo della polizia sulla scena porta un duo rumoroso, il detective Banner e il suo ironico amico, un vero guastafeste. È, tuttavia, curiosamente, invece di errori, una commedia di successi. Il detective Banner, ispirato da un sogno divinatorio, chiarisce passo dopo passo tutti i passaggi del criminale fino all'anello che Chris avrebbe gettato nel fiume e ritrovato dall'eroinomane, ucciso alla resa dei conti e poi incapace di difendersi dal inglese poliziesco. Come invocare, però, davanti alla giuria, l'opera di un inconscio così cosciente? Che mondo!

Sì, che mondo è questo? Commedia, tragedia, dramma naturalista, melodramma, film di tesi... ma aspetta! film di tesi — falso! Sì, perché l'anello, per fortuna del nostro dirigente, cade da questa parte… Come capirlo? Disegni nascosti del caso?! Ancora peggio: un film di tesi — falso non potrebbe gettare sospetti anche su altri generi? La commedia può essere una commedia di successo? Commedia superiore? Può essere una tragedia mobile così nobile? Dov'è, scusate il paradosso, il minimo di grandezza? Tragedia moderna?

Anche il melodramma, infatti, a volte scivola nel naturalismo. Ricordiamo l'amore di Chris e Nola sotto la pioggia. Fosse stata un'inquadratura esclusivamente melodrammatica, la scena sarebbe stata sicuramente tagliata prima, chissà subito dopo il bacio o nel momento esatto in cui cadono nel campo di grano. Ma no. La telecamera, indiscreta, continua a spiarli, cominciando a infastidire lo spettatore con le movenze sempre meno romantiche degli innamorati. E la caduta naturalistica è tale che la coppia è rimasta a starnutire ancora un po'... D'altronde, lo stesso "naturalismo", per una sorta di maledizione naturale all'arte, non finisce per sfociare nel "simbolismo"?

Nell'ultimo litigio con Nola, Chris non appare specchiato accanto a lei? L'immagine speculare indica che si tratta dell'illusione dell'amante, ma anche, capovolta, indica l'altro lato della ragazza, che ha cercato come lui di entrare a far parte della buona famiglia. Lo stesso tetto della giovane coppia, una sorta di cupola sospesa sulla magnifica città, non traduce simbolicamente e sardonicamente le chiacchiere oziose di Chloe a colazione? La distanza tra la torre di cristallo e il nuovo pianeta o Cina (sicuramente entrambi alla stessa distanza), più che astronomica, risulta essere – sociale.

Forse il film, con la sua successione e mescolanza di generi, aspira all'“opera”, una sorta di opera totale che abbraccia tutti gli stili di rappresentazione. La sua colonna sonora, composta quasi esclusivamente da arie, dialoga continuamente con le scene, anticipandole (quando, per esempio, Chris scende le scale dopo essersi fatto la doccia, entra nella bella biblioteca e subito dopo incontra Nola al ping-pong, sequenza di “assalto violento” preceduto dall'aria d'il trovatore, di Verdi, “Mal reggendoall' aspro aspro”), sottolineandoli (quando nel palco familiare, guardando La Traviata, di Verdi, il colpo di cupido colpisce Chloe con il bellissimo “Um difelice, eterea”), o deridendole (quando Chris, prima di fare una deposizione alla polizia, e gettandole nel fiume, si sbarazza dei gioielli e dell'anello, sotto l'aria “O figli, o figli miei”, da Macbeth, sempre di Verdi).

Altre volte servono quasi come leitmotiv: “Mia piccirella”, da Salvatore Rosa, del nostro Carlos Gomes, accompagna Chris e Chloe, mentre la dolcissima “Mi par d'udir ancora”, diI pescatori di perle, di Bizet, insegue l'altra coppia, Chris e Nola. Quando Chris sta pensando di porre fine alla situazione, sul palco, sintomaticamente, si sente "Arresta" dal Guglielmo Tell, di Rossini. La lunga sequenza di omicidi è comandata dal “Desdemonarea”, d'Otello, di Verdi, quando il Moro infuriato, in un duetto con Iago, culmina nel chiedere “sangue! sangue! sangue!”, a cui prontamente risponde l'esecutivo. Il tutto coinvolto, in apertura e nel finale, dall'atmosfera malinconica di “Una furtiva lagrima”, d'L'elisir d'amore, di Donizetti, che apre anche altre due sequenze, come a dare voce alla desolazione di Chris (quando esce a cercare la moglie in galleria, e trova anche Nola, e quando decide di commettere il delitto al suo capezzale).

Opera quindi? Ebbene, ognuno può pensare ciò che vuole quando compone la propria opera, e Dio li mantenga sempre così, saldi e forti, ad immagine e somiglianza del Creatore. Machado, scrivendo il suo famoso capitolo IX, “L'opera”, poteva pensare di comporre un melodramma italiano con il suo Dom casmurro, che, tra l'altro, il nostro regista aveva letto... Sproporzioni e intenzioni a parte, il nostro newyorkese ebreo americano di sinistra potrebbe persino scoprire che esiste effettivamente un luogo sociale nell'ex metropoli proprio come quello in cui la famiglia Hewett ,, o che anche lui stia componendo un'opera immortale, o anche una tragedia moderna.

E qui, se mi permette il lettore sensibile, che sa come ci commuovono queste cose dell'amore e della morte, apro una parentesi come chi apre il cuore. Queste associazioni di classe mi hanno sempre reso sospettoso. Ha funzionato per Chris non solo perché è stato fortunato, ma perché ha anche preparato e studiato amministrazione ed è cresciuto personalmente e si è adattato così bene alla sua nuova vita che dubito che tra qualche anno qualche membro del clan o del club gli ricorderà la sua origine equivoca. Dopo, comunque, amava la ragazza. E se non era quella lussuria shakespeariana, era un sentimento sobrio, modesto, naturale, più in linea con la fraternità della vita che ispirava una famiglia così naturalmente superiore.

Fu il mio semplice pensiero quando improvvisamente colsi quell'angelico Moro sulla scena del delitto, come se scendesse dalle scale del cielo. Come sarebbe bello... oh, arginare come il latte della bontà umana! se la signorina Nola sposasse un cittadino così oscuro! Urbano all'antica, in senso etimologico-storico, ovviamente. Oltre ad essere alto, bello e sensuale, che oggi è così gentile al punto, non da interferire con la vita di Chris, ma da interessarsi vivamente al vicinato, non riuscendo a sentire lo sparo di un fucile, impegnato a passeggiare con te, chi dirà poi di voler sapere di una vicina anziana come la signora Eastby se non voleva qualcosa dal negozio, o addirittura di voler sapere dalla “principessa” se aveva trovato il lettore cd che tanto cercava? Certo, poteva essere disoccupato, adulare una clientela virtuale in cerca di lavoro, poteva tradire qualche linguaccia tra i denti... ma chissà, forse non lavorava di notte? Anche la vita dura ha il suo fascino. E se non ce n'erano abbastanza per tre, come Chloe chiedeva e poteva, perché non due piccoli eredi, moresco e moresco, o anche uno, perché no, o uno? Con questa precoce e sana socializzazione fornita dagli asili nido pubblici, il tempo del dramma del figlio unico è finito. Senza contare che potrebbero migliorare la loro vita... Comunque, ecco un'associazione di classe che mi è sempre sembrata naturale.

Bene, naturalismo del cuore a parte, torniamo al film, dopo avermi asciugato la faccia con la carta assorbente, vediamo se mi sveglio. Potresti pensare che queste rappresentazioni mi abbiano perseguitato, ma il fatto è che, con così tante apparizioni e sparizioni, hanno avuto il dono di sospendere la mia fede. E tale incredulità doveva raggiungere il limite: chi è Chris? Un semplice nuovo arrivato: quanto può essere semplice, ovviamente? Il film gioca con questa possibilità.

Dopotutto, il ragazzo è interessato all'opera e impressiona il suo futuro cognato; leggere una guida letteraria a Crimine e punizione e impressiona il futuro suocero; è interessato a visitare una certa mostra alla Saatchi e impressiona la futura moglie; manda fiori di ringraziamento dall'opera e impressiona tutti. Allo stesso tempo, e giocando nel campo opposto, fa il suo debutto come un giovane affascinante e modesto, apre il suo cuore con un amico, in dubbio sull'amore, provando persino la dannata differenza tra "lussuria" e "amore", e minaccia di farlo anche con la sua stessa donna. Senza contare che trema, piange, esplode... umanamente? quando si commettono i reati. Chi è il ragazzo? È tutto questo, e altro, come tutti noi? Penso, quindi licenziare?

Il Cetriolino, il “cetriolo (erotico)” e altre simili connotazioni falliche, la modernissima torre (postmoderna?,) all'interno del quale è filmato l'ufficio di Chris Città Londinese, forse ci aiuterà un po' a capirlo, un ragazzo che una volta era visto come puro riflesso in uno specchio, e, una volta paralizzato dal suo cellulare (rinunciando a dire a Nola che non avrebbe più viaggiato verso il isole greche), come pura ombra blu, proprio come il quadro accanto, senza volto né tappezzeria, puro contorno, quasi come un'altra opera acquistata dalla donna per la galleria in via di allestimento.

Ma l'approccio decisivo è con Gherkhin, senza dubbio, e questo avviene in due momenti cruciali. Nella prima, tra la sequenza della cena, in cui apprende che Chloe ha chiesto a suo padre di assumerlo “in una delle sue aziende”, e la sequenza in cui lei appare già presentandosi al lavoro, all'interno dell'edificio, — la la pianta della torre, insieme alla sua funzione narrativa, ne assolve un'altra, metaforica. Vista dal basso, in contro-tuffo, viene raffigurata la scalata sociale del personaggio, e una scalata letteralmente vertiginosa (quando confessa alla moglie, al culmine della sua carriera, alla grande finestra sul tetto dei suoi sogni, che ha le vertigini dall'alto).

Nel secondo momento, con Chris al cellulare in strada che imposta l'ora in cui Nola avrebbe trovato il suo, lo rivediamo, ora, però - fianco a fianco con il protagonista, come su un piano di parità, entrambi sullo stesso piano orizzontale, figurando la già consolidata posizione sociale del fortunato dirigente.

L'identità così costruita tra Chris e Gherkin, grazie ad affinità falliche e sociali, ne suggerisce anche un'altra, più invisibile e terribile. Delirio a parte, la torre somiglia ad una bella e colorata ogiva piantata nel cuore di Città, proprio come il nostro personaggio: esplosivo, come qualsiasi testata.,

Se il protagonista, bello, audace ed esplosivo, può essere visto come un piccolo cetriolino, un po' postmoderno, allora non è anche il film, bello, audace ed esplosivo, un po' postmoderno? All'interno di un simile mondo artistico, evidentemente, e con la sua acuta (cronica?) consapevolezza della rappresentazione, i tanti riferimenti culturali, carichi di ironie e riflessioni metalinguistiche, calzano a pennello.

Quindi a Crimine e punizione, da Dostoevskij, corrispondono a crimini senza punizione; quindi l'opera La Traviata, di Verdi, che nomina, di default, un'altra “perduta”, nella scena in cui Chris prende il suo posto nel palco di famiglia, — traduce in termini attuali la vita dell'aspirante attrice, costretta forse a certe concessioni (perché, oltre alla civetteria, potrebbe non esserlo sortita quando dice che nessun uomo ha mai chiesto indietro i suoi soldi), abortire per volere di un fidanzato, essere “ragionevole” quando il fidanzato rompe il fidanzamento. Allo stesso modo, la citazione di Strindberg, il cui libro cercava Chris nella casa di campagna prima di correre sotto la pioggia dietro a Nola, può insinuare non solo l'inizio dell'“inferno” del personaggio, sul punto di scatenare la guerra dei sessi , ma anche riassumere lo stesso percorso del drammaturgo svedese, dal naturalismo al simbolismo, per così dire, lui stesso anche al film, quando le “ambientazioni” iniziano a “simboleggiare”.

L'incontro con Nola in galleria, dopo averla tanto cercata, porta sullo sfondo un grande quadro con incisa l'espressione “trova giorno”. Quel giorno di prove non è stato così intenso che Chris ha implorato per il suo telefono? E che dire del gallo nell'inquadratura dietro Chris, quando parla con sua moglie a colazione, e questo subito dopo la scena in cui va a letto con Nola, — in un montaggio ironico che suggerisce che non va a letto con uno e si sveglia con un altro il "pollo"? Come se non bastasse, Chris, proprio mentre pensa di raccontare tutto a Chloe, riappare accanto al bernoccolo sul muro e in posizione analoga, con la zampina sollevata (sul davanzale, davanzale? della grande vetrata ). Oltre alla posizione simile, il beige del mantello assimila il beige che circonda l'uccello nell'inquadratura… Cornici a parte, e tanto per ricordarvi, che dire della cupola di cristallo di Chloe e Chris? Esiste uno “scenario” più “simbolico” di distanza socialmente astronomica?,

Sulla stessa linea, il gioco delle rappresentazioni, nato da questo generico citazionismo, non beve un po' da una fonte postmoderna? Per non parlare del nostro certo dispiacere, preso dal passato modernista del passato, di vedere incorporato ma il questo vita l'arte che tanto amavamo, con pennellate che si mescolano a luoghi comuni banali, donne che chiacchierano - oh blasfeme! problemi di fertilità, adozione, relazione... Che mondo! Lo sentiamo tutti, non dico nemmeno la parola ex-celeste, Dio non voglia! e che ha reso così famoso il nostro onnipresente Che, ma che anche la più piccola idea, o il più piccolo ricordo di qualsiasi altro mondo, è diventato uno spettacolo ossessivo, se non uno spettacolo, unendoci in fila al cinema, con me, con te, con Chloe , Tom, Chris, per guardare il diari motociclistici, di Walter Salles, o scendendo in strada sotto forma di graffiti, come quelli di Banksi…, che, per quanto interessanti e/o poetiche e/o critiche, danno la miserabile impressione di essere così mirabilmente integrate nella vita gestita che anche occasionali anticonformismo possono confortarci. - Che mondo! È la vita così com'è, o l'arte così com'è, non lo so! Ma postmoderno...? Ci sono due peli (non so adesso, con la riforma ortografica, se dall'“uovo” o dagli “opposti”). Ma cosa ha, ha.

La prima ragione è che il gioco dei generi, nel tentativo di replicare la vita, già così confusa con le rappresentazioni della vita, può continuare in campo naturalista. In questo caso, per essere fedele a se stesso, il naturalismo avrebbe bisogno di imitare la vita moderna o spettacolare con un'arte tale da poterlo confondere con l'essere stesso (sic) postmoderno. In altre parole, il gioco dei generi, come strategia narrativa, traduce strutturalmente l'universo esteticamente saturo di cui si occupa.

Il secondo capello, come abbiamo visto, è il ribaltamento operato dal film a finta tesi, un'allerta estetica così stridente da mettere sotto sospetto tutti i generi, cioè tutto il film., Tale sospetto, del resto, ne costituiva già il segno originario, poiché la tesi naturalista, scusate il paradosso, del determinismo della fortuna poteva essere messa alla prova in un laboratorio meno naturale o più artificiale? È come se l'esperienza soffrisse fin dall'inizio, una sorta di peccato originale, dell'ambiguità centrale della Cultura, che può renderci più naturali, e quindi riportarci alle deliziose scene iniziali del film (visto da un punto di vista positivo angolo), o allontanarci infinitamente di più dalla Natura (o da ciò che potrebbe diventare natura umanizzata), rimandandoci così al ruolo della cultura nella società dello spettacolo…cartone?

Ma il film non è falso, perché potrebbe voler avanzare un po' frettolosamente. Sarebbe... non avessi il tuo match point il gioco dei generi Altrimenti, vediamo: a quale genere dobbiamo assegnare la sequenza maiuscola delle esecuzioni? Operistico? Tragico? Comico? Melodrammatico? Naturalista? Sì, senza dubbio, tutto questo, poiché riunisce tutti gli stili di recitazione che vengono attivati ​​e - niente di tutto ciò, in modo criptico. Nello stesso tempo in cui lo condensa, riesce ad annichilire, con uguale furia, ciò che aveva appena costruito. Virulenza, rivoltante, odiosa, innaturale nella sua bestialità, nel suo dettaglio – antiestetico, si rivela poi esteticamente necessaria, in un unico movimento incoronando e massacrando, con il suo formidabile peso, il mondo stesso creato.

È questa violenza di impareggiabile ferocia, e apparentemente innaturale in un mondo così squisito, che lo fa implodere... e persistere. A lungo calcolata, incorporata dispendiosamente nell'architettura del film, la sequenza aleggia come una specie di rosone di sangue Macbethiano che filtra da ogni poro del film. E quello che dice, in decibel disumani, quasi impercettibili, data l'altezza, è l'ovvio, a portata d'orecchio: si è uccisa per conservare la posizione sociale che aveva conquistato; si è ucciso per motivi esclusivamente materiali. Materialistico, quindi, è il film - punto. Il resto sono film.

*Airton Paschoa è uno scrittore, autore, tra gli altri libri, di vedi navi (Nanchino, 2007)

Pubblicato con il titolo Match Point e il gioco dei generi (o il cartone delle arti?),na Rebeca n.º 1, gen/giu 2012 (rivista virtuale della Società brasiliana di studi cinematografici e audiovisivi — Socine), e disonorata, per sempre, con cretina “revisione” e in una versione obsoleta, in Revisione USP N. 84, dicembre/gennaio/febbraio/2009/2010.

note:


, Scritto e diretto da Woody Allen, il film è del 2005 ed è stato girato a Londra, in Inghilterra.

, Sarebbe allettante dire, in fondo, che il piano, del vincitore dietro le sbarre, indichi anche dove dovrebbe finire i suoi giorni... Ma resisto alla tentazione.

, Siamo rimasti francamente delusi nell'apprendere che Eleanor ha cucinato nel maniero di famiglia. speriamo che sia hobby, è raro. Per quanto riguarda l'andare al supermercato, correre il rischio plebeo di accettare v(ery) io(insignificante) P(Erson) non grato e anche doverla invitare a una serata intima… anche considerandola una persuasione aristocratica.

, Progettata da Norman Foster e inaugurata nel 2004, la torre forse non ammette l'aggettivo post-moderno. Visto da qui, però, da Pompeia, quartiere dall'aspetto di fabbrica, rudere di un passato che prometteva forza, il qualificatore, chissà, potrebbe non essere del tutto fuori luogo.

, Una versione più positiva o meno criminale del personaggio esplosivo in cui la vediamoLe invasioni barbariche, del 2003, scritto e diretto da Denys Arcand. Figlio del tragico buffone di sinistra, e con il pretesto di concedere al padre una morte dignitosa, il “principe dei barbari” apre il portafogli e con l'intraprendenza dei signori della guerra (operanti ora in borsa) esce a comprare dio e il mondo, ospedale, sindacato, università e quant'altro fosse necessario. Il melodramma maligno e di sinistra ci fa l'occhiolino: le invasioni barbariche vengono dall'interno, dalle viscere stesse del sistema.

, Ci sono più giochi gratuiti o puramente di plastica. caso del musical La donna in bianco quello che va a vedere Chris con la donna (in nero) subito dopo aver ucciso l'altra "donna in bianco" (quindi in rosso, scusate l'umorismo oscuro), il cui colore Nola era tutta vestita quando Chris l'ha vista per la prima volta in ping sala da gioco. intrattenimento o affare? Tema musicale d'ora in poi, musica di sottofondo, insomma, quando la memoria, sempre labile e abile nell'accogliere le coscienze, farà il suo lavoro? Oppure dovremmo intendere la sequenza come un'argomentazione della tesi, con la presentazione di un certo rovescio della Fortuna, di una certa ineffabile affinità tra gli esseri... Sinistra sinestesia? Corrispondenza macabra che ride della tesi del personaggio? Mi sento come Chris... deplorando la mancanza di significato!

, Poco prima che Chris getti i gioielli e l'anello nel fiume, la telecamera riprende, ai piedi del ponte, una ragazza in bianco e nero che rilascia un pallone a gas rosso a forma di cuore. Devo la scoperta del graffitaro al giovane studente di giornalismo Leonardo Vinícius Jorge, che ringrazio e con le cui parole “i suoi disegni, sparsi sui muri di Londra, pongono interrogativi sociali, politici o comportamentali, sia in modo umoristico che con qualche immagine scioccante. (…) su una parete vediamo un bambino che gioca mentre è sorvegliato da una telecamera di sicurezza. In un altro graffito, un poliziotto perquisisce una bambina. I comportamenti sono anche messi sotto controllo con il dipinto di due guardie che si baciano. Ma la sua arte va oltre l'Inghilterra: sul muro che Israele sta costruendo per separarsi dalla Palestina, Banksy ha disegnato dei buchi nel muro, rivelando ciò che 'c'è dall'altra parte'. Sulla barriera sono presenti anche immagini di colombe bianche che indossano giubbotti antiproiettile e bambini che cercano di attraversare il blocco facendo volare palloncini. L'artista pratica anche interventi urbani: a Disneyland è riuscito a collocare, accanto a un giocattolo, una bambola gonfiabile che simula un prigioniero a Guantánamo; in una mostra, un elefante tutto dipinto di rosa ha dato vita al detto inglese "c'è un elefante nella stanza" (che significa che c'è un problema ignorato). Durante la mostra, volantini hanno ricordato ai partecipanti quante persone non hanno accesso all'acqua potabile, quante muoiono di fame ogni anno, quante sono al di sotto della soglia di povertà…” (www.cursinhodapoli.org.br, Vox N. 9, maggio/2008).

, Il film é il gioco dei generi Non c'è nessun genere profondo e altri generi in esso... nemmeno il cosiddetto naturalismo cinematografico, tipico della classica narrativa hollywoodiana. E senza di lui, senza questo gioco ben giocato, non sopravviverei.

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