In Amazzonia, il cuore delle tenebre

Ranjani Shettar (1977), Sette stagni e poche gocce di pioggia, 2017.
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da LUIZ WERNECK VIANNA*

La trama che espone le reti di interessi del nostro capitalismo autoritario

L'assassinio degli eroi amazzonici Bruno Pereira e Don Philipps (va detto così) in pieno svolgimento nelle indagini che stavano svolgendo sulle attività illegali nelle remote regioni della Valle Javari nell'estremo ovest dell'Amazzonia, oltre a il trambusto mondiale che ha suscitato, ci ha portato, con evidenza solare, il progetto di capitalismo pirata che funge da bussola di orientamento del governo Bolsonaro, presentato senza sotterfugi in una riunione ministeriale di sfortunata memoria nelle idi di giugno.

Fu lì che fu annunciato il programma di disboscamento sistematico della foresta ai fini dell'espansione dell'agrobusiness, aprendo la strada al bestiame, nell'espressione del suo ministro dell'Ambiente, alla presenza del suo ministro dell'Agricoltura, quando manifestazioni scandalose della natura predatoria delle nostre istituzioni e dei valori coltivati ​​da ciò che c'è di meglio nelle nostre tradizioni nazionali.

Quello che il paese e il mondo non sapevano fino al tragico esito dell'assassinio degli amazzonici Bruno e Don era che c'erano uomini con il carattere di eroi che, anche se indifesi e privi di risorse, combattevano per difendere la foresta e le sue genti, affrontando rischi mortali, denunciando, anche se con scarso potere di vocalizzazione all'opinione pubblica, nazionale e straniera, i delitti contro la patria che vi venivano praticati.

La loro esecuzione criminale ha rivelato l'orrore universale – qualcuno ha già ricordato lo scopo del libro. cuore di tenebra di Joseph Conrad – la crudeltà a cui erano esposti gli indigeni della regione, in particolare gli indigeni, oggetto di uno sfruttamento predatorio operato da una rete di piccoli interessi che erano al servizio di grandi interessi capitalistici, compresi i settori del narcotraffico e del narcotraffico traffico di armi, in movimenti espansivi che miravano a tenere sotto controllo gran parte delle immense risorse naturali ivi disponibili.

L'occupazione criminale di quella regione non può essere insabbiata per il cinico motivo che lo Stato era lì a leghe di distanza, sebbene avesse una storia di presenza, anche se rudimentale, sperperata dall'azione del governo Bolsonaro nella sua politica di apertura di una strada maestra per il passaggio di armenti, pascoli, miniere, disboscamenti e tutto ciò che poteva essere convertito in oggetto di lucro dall'azione di cacciatori di dote, agenti di libera impresa nel linguaggio del nostro sovrano, in un capitalismo ostruzionista ribattezzato con il nome solenne di difesa della sovranità nazionale.

Sarà da questo sperduto luogo della foresta che, attraverso l'azione impavida di intellettuali locali alleati con popolazioni indigene e segmenti della popolazione amazzonica, consapevoli della necessità di dialogare con l'opinione pubblica nazionale ed estera e con gli ambienti universitari, in particolare quelli legati alle università in Amazzonia, che costituirà il movimento più significativo fino ad oggi, per la risonanza esterna e interna che provoca, nella questione ambientale strategica per la democrazia brasiliana.

Da lì si dipana la trama che mette a nudo le reti di interessi del nostro capitalismo autoritario, nella vecchia concettualizzazione dell'antropologo Octávio Velho, le cui radici erano e sono radicate nel mondo agrario, saldamente difeso dagli apparati repressivi a disposizione dei movimenti espansivi di capitale tra di noi. . Emancipare la regione dalle frontiere amazzoniche della criminalità organizzata, proteggerla da uno Stato democratico in quella che potrebbe diventare la missione dell'attuale iniziativa del Senato nell'istituire una commissione per sapere cosa sta succedendo nella valle di Javari, visto che è da lì che dovremo decifrare il losco progetto in atto per instaurare una nuova fioritura di capitalismo autoritario nel Paese.

Il tragico episodio che ha colpito i nostri coraggiosi amazzonici, portando al centro dell'agenda del mondo civilizzato i temi dominanti nella resistenza quotidiana in cui hanno vissuto, è un esempio del ruolo trasformativo che può svolgere la convinzione fondata sugli ideali di giustizia di operare.

*Luiz Werneck Vianna è professore presso il Dipartimento di Scienze Sociali della Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro (PUC-Rio). Autore, tra gli altri libri, di La rivoluzione passiva: iberismo e americanismo in Brasile (Revan).

 

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