da VILMAR DEBONA*
Poesia omaggio al cane del campo di Lula Livre
Quando nelle fredde notti di Curitiba pensavamo di mollare,
Eri lì con noi, anche se traballante, fermo.
Quando hanno giurato che era finita, sei stato l'ultimo ad andartene.
E poi scopriamo che, alla fine, sei rimasto.
Testardo, non ti sei fatto prendere dal panico nel bel mezzo della grande notte che ci hanno imposto.
Hai attraversato con orgoglio e intelligenza il “canale” di Santa Cândida
Quella famigerata trappola di cemento della repubblica
Realizzato solo per grandi oggetti motorizzati in grado di schiacciare qualsiasi spirito.
Non sappiamo da dove vieni, solo che qualcuno ti ha rinunciato in una notte fredda.
Ma sembra proprio che tu sia fatto per essere testardo
Perché sei andato a unirti a quel gruppo perseguitato in cui però ridevi ancora
E con loro hai fatto quello che sai fare meglio: hai urlato per quasi 600 giorni senza stancarti
Con quella testardaggine, come le persone umiliate che non si stancano nemmeno delle difficoltà più grandi
Hai finito per riconoscere tuo padre, che è anche tua madre: Esperança.
L di tante lotte, leader di tante cause, quando è stata rilasciata
Quanta carezza arginata per accarezzare il flagello, senza desiderio di vendetta.
In mezzo al pandemonio bloccato, hai sicuramente valutato in chi la fame fa più male
Se abbandonato o umiliato in te
Entrambe figlie dell'ingiustizia che distruggono tutto
Sopravvissuti al destino della violenza armata.
A casa di Esperança, con uno sguardo esile sulla tua poltrona
Hai visto in TV l'insolito male della menzogna sposata alla nefasta ignoranza.
Era un uomo trasformato in un mostro. Ha detto che non era un becchino e con il virus si è fatto un giro
Vociferando tutto ciò che contrasta con il bene.
Volevano ucciderti, Resistenza nera?
Con le ossa della coda desolata?
Con gioia malvagia su ogni tomba invasa dalla vegetazione?
Con il ministro che passa il bestiame?
Ma il poeta ha avvertito che la tristezza ha sempre una speranza
E il giorno per essere meno triste annunciato
Quale stella ha fatto un bambino
Quella compassione per tutti gli esseri aleggiava ancora.
Amata Resistenza, dopo tutto, ti chiederò un favore:
Che il 1 gennaio sali la rampa, accanto a Esperança,
Altezzoso come quando hai varcato il "canale" della paura
Ad abitare il Palazzo per conto di tutte le creature, come quelle dell'Amazzonia che ancora ondeggia.
Nel potere di questa terra massacrata, invoca esseri silenziosi di ogni tipo
Fa' rumore a chi è immobilizzato da tanto odio e a chi è schiacciato da ogni dolore,
E di tanto in tanto, non dimenticare di dare qualche leccata a Esperança
Che per ricordarle il nostro affetto, che in fondo è tutto amore.
*Vilmar Debona Professore di Filosofia all'Università Federale di Santa Catarina.
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