da RAQUEL VARELA*
Una nave di pazzi prende la rotta quando glielo permettiamo, e così il Paese ora ha 48 deputati di estrema destra con accesso alle risorse statali
1.
Non c'è alcuna sorpresa nel risultato ottenuto da Chega per il parlamento portoghese nelle elezioni di domenica, anzi direi che data la situazione sociale che stiamo vivendo, nel mondo e nella politica, potrebbe andare peggio.
I salari reali sono in calo da tre decenni, e dal 2008 – in senso stretto dal 2001, ma in modo drastico dal 2008 – siamo governati dal PSD e dal PS in termini di austerità/costrizione; secondo il valore del reddito adeguato, il 70% dei portoghesi non ci arriva con un solo stipendio; i servizi pubblici sono crollati e i servizi privati sono pessimi o richiedono costi insostenibili per avere qualità; l'apparato statale (che ora ha accesso ai 48 deputati della Chega, che vi faranno il bagno) è di proprietà del PS e del PSD; coloro che vivono qui sono costretti a migrare, con una massiccia ondata migratoria che arriva in condizioni miserabili, senza che i sindacati rispondano con solidarietà ed organizzazione efficace; nei luoghi di lavoro si insegna la precarietà, le molestie, il liberi tutti, le canaglie; televisione e giornali sono uno specchio dell'assenza di libertà di pensiero, della brutalità, del rumore e della mediocrità.
Il PSD ha definito gli anziani “una peste brizzolata”, il PS ha fatto requisizioni civili contro chi scioperava; la sinistra non ha mai rotto con questo, proponendo alternative egemoniche, impegnata su questioni irrilevanti; le tasse risucchiano la vita e il lavoro di migliaia di proprietari di piccole imprese risentiti; non c’è una sola voce a sinistra che dica che la disoccupazione è intollerabile, che vivere di sussidi è umiliante, che le persone non possono vivere mano nella mano con tassi sociali di questo e quello – impiego pubblico di qualità per tutti, gestione democratica, no Non dipende da nessuno agenda odierna ed è ciò di cui abbiamo bisogno: posti di lavoro pubblici di qualità.
"La lotta deve essere di sinistra, radicale, senza timore del clamore mediatico, contro gli “estremismi” che vogliono equiparare il fascismo alla resistenza al fascismo, annullando e isolando una vera risposta di sinistra
La politica ecologica giusta e sostenibile è stata sostituita da espropri “verdi”, un massacro di popolazioni e agricoltori; e la guerra è appoggiata con entusiasmo, sotto forma della NATO, dal PS e dal PSD. Anche Chega sostiene tutto questo, ma non lo dice. Grida, con aria da combattimento. In mezzo a questo brodo, 1 milione di persone (che non sono fasciste) hanno votato per un partito neofascista, legittimato dallo Stato e apprezzato – come pochi altri – dai media.
L’80% degli elettori che hanno votato ha pensato che anche in questo caos, di povertà e ignoranza promossa dallo Stato, e mass media, il fascismo non merita la tua fiducia. Ci siamo svegliati l’11 marzo con un risultato più che prevedibile di forza dell’estrema destra nell’apparato statale.
All’inizio è stato finanziato dagli imprenditori, ora può darsi che ricevano la loro torta – che lo Stato finanzi gli imprenditori che finanziano l’estrema destra e che il pasto smetta di essere solo per PS e PSD.
2.
Sì, abbiamo concordato con 48 deputati con accesso al denaro dello Stato, con influenza nelle Forze Armate. È una brutta giornata. Ma esiste solo perché non esisteva un partito di sinistra, democratico ed egualitario in grado di mobilitare il voto di protesta.
Questo è l’unico dibattito da tenere: come costruire questa alternativa. Invece di abbandonare le persone al vuoto politico, alla mediocrità dei media e alla politica abituale (che chiede loro più voti), dando vita a questo fenomeno morboso e bizzarro, un partito neofascista, che si è svegliato l’11 marzo con 48 seggi, senza nemmeno avere 48 persone capaci – quadri – di soddisfare gli standard minimi in termini di istruzione e uso della parola per occupare una tale posizione.
Una nave di pazzi prende la rotta solo quando glielo permettiamo. La lotta deve essere di sinistra, radicale, senza timore del clamore mediatico, contro gli “estremismi” che vogliono equiparare il fascismo alla resistenza al fascismo, annullando e isolando una vera risposta di sinistra. Non sarà il Blocco Centrale a salvarci dal fascismo, perché è stato il Blocco Centrale a produrlo.
Il futuro è nelle nostre mani. Dovremo costruire un’alternativa e non sarà finanziata dagli imprenditori, né dallo Stato, né avrà l’influenza dei media, dovrà essere finanziata da ciascuno di noi collettivamente, ed essere il risultato di un’azione efficace e partecipazione reale: non si può fare politica sul divano o dietro un computer, aspettando che qualcuno faccia miracoli per noi.
*Raquel Varela È professoressa di storia presso la Facoltà di Scienze Sociali e Umane dell'Universidade Nova de Lisboa. Autore, tra gli altri libri, di Breve storia dell'Europa (Bertrando). [https://amzn.to/3I1EOFs]
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