da CRISTIAN LYNCH*
Con le sue decine di migliaia di morti, la pandemia sembra essere il nuovo Canudos dell'esercito brasiliano
I romani, quando volevano alludere alla velocità con cui si passava dalla gloria alla miseria, dicevano che tal dei tali sarebbe andato “dal Campidoglio alla Rupe Tarpea”. Il Campidoglio era il centro del potere di Roma, da dove gli dei avrebbero creato la civiltà. La roccia tarpea era un po' indietro, e di là venivano scagliati i condannati a morte.
La metafora viene in mente pensando alla rapidità con cui le aspettative del pubblico bolsonarista sono state smentite dall'elezione del capitano meno di due anni fa. Dalla presidenza Collor de Mello, le aspettative elettorali di un rappresentante non si sono mai sgretolate così in fretta. Ma la disillusione di chi detiene il potere non è stata generata solo dalla pandemia, ma dal miraggio che li ha mossi nella loro fantasia antisistemica.
I radicali reazionari credevano che, al potere, avrebbero promosso una crociata redentrice della morale e dei buoni costumi che avrebbe riportato il Brasile all'età dell'oro. I neoliberisti pensavano che sbarazzarsi dello stato e dei dipendenti pubblici avrebbe prodotto una crescita economica miracolosa. I militari credevano di riscattare il regime militare, rivelandone tutta la capacità amministrativa e la preparazione politica. Alla fine, però, tutto è finito dove finisce sempre: al centro.
Lo sgomento dei reazionari radicali è noto. Ma ciò che è all'ordine del giorno è lo sgomento dell'esercito. Ci si aspettava che il governo Bolsonaro rappresentasse la redenzione del regime militare, cioè il trionfo pubblico del patriottismo rivelato dalle forze armate avrebbe salvato il Brasile dal comunismo. Tutte le capacità dei militari - intellettuali, civiche, logistiche, strategiche - sarebbero tornate alla ribalta. Ma non è quello che sta accadendo, come si può vedere dalla tensione che circonda la sua associazione con il presunto "genocidio" sponsorizzato dal presidente Bolsonaro durante la pandemia.
All'inizio della Repubblica, come è noto, i militari occuparono la presidenza per i primi quattro anni e poi resistettero cedendo il passo ai civili. Il fattore decisivo per la sua demoralizzazione e ritiro fu il disastro di Canudos. I radicali dell'epoca, che sostenevano i militari, tentarono di murare il presidente moderato Prudente de Morais, accusato di essere negligente nella repressione del movimento. Prudente vi mandò i militari, e invece di consacrare l'esercito, il disastro della campagna ne dimostrò i difetti e ne liquidò le pretese politiche. Con le sue decine di migliaia di morti, la pandemia sembra essere il nuovo Canudos dell'esercito brasiliano.
*Cristiano Edward Cyril Lynch È ricercatore presso la Fondazione Casa de Rui Barbosa e professore di scienze politiche presso l'Istituto di studi sociali e politici (IESP) dell'UERJ.
Originariamente pubblicato sul portale sparo [https://portaldisparada.com.br/politica-e-poder/pandemia-canudos-exercito-brasil/]