Alcune conseguenze dell'operazione Lava Jato

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Di Fábio Konder Comparato*

Fino ad oggi, praticamente in tutti i paesi, il controllore di una società privata è considerato il suo proprietario o proprietario. In questa condizione, può utilizzarla o disporne come parte del suo patrimonio, indipendentemente dalle dimensioni della società, sia essa individuale o multinazionale. E secondo il dogma fondamentale del sistema capitalista, la soppressione di questa proprietà è inammissibile.

Ma in cosa consiste realmente un'azienda? Entra nella classificazione delle diverse specie di merci, contenuta nel Libro II della Parte Generale dell'art codice civile brasiliano? Certamente no, perché ogni azienda è integrata anche dai lavoratori, dai suoi dipendenti; almeno fino a quando i progressi della robotica non li renderanno totalmente sacrificabili...

Ebbene, Libro II della Parte Speciale del nuovo Codice civile, entrato in vigore l'11 gennaio 2003, ha ad oggetto il diritto societario. Nessuno dei suoi articoli, tuttavia, contiene la definizione giuridica di tale istituto; sono regolamentate solo la figura dell'imprenditore e l'istituzione dello stabilimento.

Si scopre che qualsiasi organizzazione aziendale, grande o piccola che sia, può essere utilizzata come strumento per commettere reati. Gli esempi sono tanti, basti citare i più comuni, come la corruzione attiva (codice penale, arte. 333), anche nelle transazioni commerciali internazionali (Codice penale, arte. 337-B); frode in pubblico concorso (Codice penale, arte. 335), anche nelle transazioni commerciali internazionali (Codice penale, arte. 337-C); o reati contro il consumatore.

Avvenne così che, con il lancio della cosiddetta operazione Lava Jato – che, secondo tutte le prove, sarebbe stata ideata e orchestrata dagli americani – entrarono in gioco altre modalità criminali, coniate negli Stati Uniti, come l'organizzazione criminale focus (Legge nº 12.850, del 2 agosto 2013), oltre a nuovi mezzi di prova processuali, come la premiata collaborazione (Affare), disciplinato dagli articoli 4 e seguenti della stessa legge, e largamente utilizzato nell'operazione Lava Jato. Grazie a questi “americanismi” si sono moltiplicate le cause penali intentate contro imprenditori – siano essi controllori o membri del consiglio di amministrazione di grandi aziende – nonché collaboratori di ogni genere, come intermediari e broker.

L'operazione Lava Jato fu posta sotto il comando di Deltan Dallagnol, membro della Procura Federale strettamente legato agli americani; e il procedimento penale che ne derivò fu, fin dall'inizio, incanalato in una Corte Federale di Giustizia di Curitiba dove, per una curiosa coincidenza, agiva il giudice Sérgio Moro; anche se nessuna delle grandi società coinvolte, a cominciare da Petrobras, ha sede nella capitale dello Stato del Paraná.

Sérgio Moro è stato considerato dalla rivista Fortune, nel marzo 2016 – esattamente nel mese in cui si sono svolte le famose proteste contro il governo di Dilma Roussef –, una delle cinquanta personalità, considerate leader mondiali; era, infatti, l'unico brasiliano incluso in quella lista. Il mese successivo Moro viene designato dalla rivista Ora una delle cento persone più influenti al mondo, essendo ancora una volta l'unico brasiliano così considerato.

Le conseguenze dell'operazione Lava Jato sono state molto gravi per le società coinvolte e hanno danneggiato indirettamente l'intera economia brasiliana. Ma gli imprenditori di controllo di tali società, grazie alle denunce da loro formulate nel pluripremiato schema di collaborazione, sono riusciti a farla franca con gran parte delle privazioni della libertà e delle sanzioni pecuniarie, comminate per i reati di cui erano stati denunciati. In altre parole, come sempre in questo Paese, gli imprenditori sono più importanti, sotto tutti gli aspetti, delle aziende che comandano.

Come risolvere l'enigma? La soluzione mi sembra semplice, ma difficilmente verrà presa in considerazione nell'ambiente capitalista-oligarchico in cui abbiamo sempre vissuto. Se gli imputati condannati in procedimenti penali sono imprenditori e non aziende, perché punire severamente questi ultimi e alleggerire la pena dei primi? Sarebbe molto più razionale e in linea con il bene comune stabilire per legge che l'adempimento delle sanzioni pecuniarie avvenga mediante il pegno della quota dei controllori nel capitale sociale, che verrebbe venduta all'asta pubblica dopo il procedimento penale sono finiti.

Del resto, se il controllo aziendale non è una specie di proprietà, ma uno strumento di potere, dentro e fuori l'azienda, chi abusa di quel potere deve perderlo, per non continuare a ledere il bene comune della società.

*Fabio Konder Comparato è Professore Onorario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'USP e Dottore Honoris Causa dell'Università di Coimbra

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