Il caso Jair Messias Bolsonaro

Immagine: ColeraAlegria
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da CLAUDIO FONTELES*

Jair Messias Bolsonaro, quando ha licenziato Maurício Valeixo dalla carica di Direttore Generale della Polizia Federale, lo ha fatto illegalmente, perché privo di qualsiasi motivazione valida, piuttosto per soddisfare i suoi sentimenti personali.

Il caso Jair Messias Bolsonaro

È così che, con il caso studio reale, tante volte con i miei studenti abbiamo analizzato questioni legali.

Il caso Jair Messias Bolsonaro, che nasce dal comportamento di Sergio Moro quando si è dimesso dalla carica di Ministro della Giustizia, e alla luce delle ragioni che tanto ha sottolineato, è sapere se Jair Messias Bolsonaro abbia interferito illegalmente nell'ambito del Polizia federale o no.

Nell'indagine in corso – e secondo tutte le indicazioni sta per concludersi – dobbiamo:

1°- Jair Messias Bolsonaro, in un messaggio inviato a Sergio Moro, via cellulare, dice: “Moro: hai 27 sovrintendenze, ne voglio solo una, quella di Rio de Janeiro”.

2°- In un nuovo messaggio, inviato il 23 aprile scorso e prima della pubblicazione sul sito “O Antagonista” in cui si affermava che la Polizia Federale era sulle tracce di deputati bolsonaristi, Jair Messias Bolsonaro ha detto a Sergio Moro: “Un motivo in più per cambiare”.

3°- Il delegato federale Maurício Valeixo, allora direttore generale della polizia federale, nella sua dichiarazione ha affermato che Jair Messias Bolsonaro, dall'agosto 2019, voleva cambiare il capo della polizia federale a Rio de Janeiro. Ha detto di più: di non aver mai chiesto formalmente l'esonero dall'incarico che ricopriva, rendendolo Jair Messias Bolsonaro con il suo stesso atto.

4- I generali Augusto Heleno, capo dell'Ufficio per la sicurezza istituzionale, e Luiz Eduardo Ramos, capo della segreteria del governo, hanno testimoniato che Jair Messias Bolsonaro, nella riunione ministeriale del 22 marzo, ha espressamente menzionato la polizia federale, oltre ad altre agenzie di intelligence , in tono critico.

5°- Il delegato federale Carlos Henrique de Oliveira, testimoniando per la seconda volta, ha detto di aver incontrato Jair Messias Bolsonaro, l'anno scorso, probabilmente in ottobre o novembre, al Palazzo Planalto, in un incontro mediato dal delegato federale Alexandre Ramagem.

Nel video della riunione ministeriale del 22 marzo, Jair Messias Bolsonaro dice, testualmente e in modo aggressivo:

“Non aspetterò f. tutta la mia famiglia, scherziamo, o miei amici perché non posso cambiare qualcuno della sicurezza in capo alla linea che appartiene alla nostra struttura. Cambierà! Se non puoi commerciare, scambia il suo capo! Non può cambiare il suo capo? Cambia ministro! E punto! Non siamo qui per giocare". (trascrizione come riprodotta dal quotidiano Correio Braziliense del 23.05 – pag. 04).

Questi fatti sono già sufficienti per qualificarsi come “il fumo della buona legge” – fumus boni iuris – che è quanto richiesto per il deposito di ogni pubblica accusa – denuncia – davanti alla Magistratura.

Indubbie, infatti, le invettive culminate, da parte di Jair Messias Bolsonaro, nel consolidamento di un suo atto, che ha suggellato le dimissioni di Maurício Valeixo dalla Direzione Generale della Polizia Federale.

Qual è l'argomento di Jair Messias Bolsonaro per lottare per l'archiviazione delle indagini e la conseguente mancata presentazione della denuncia?

Si limiti ad affermare che nell'incontro del 22 marzo non aveva fatto cenno alla Polizia Federale e che, usando solo la parola “sicurezza”, parlava della sua incolumità e di quella dei suoi familiari.

Ora, le testimonianze, comprese quelle dei suoi ministri militari, che gli sono più vicini, contraddicono oggettivamente la sua affermazione.

Per inciso, nell'edizione del 14 maggio, a pagina 03, il quotidiano Correio Braziliense stampa una laconica frase di Jair Messias Bolsonaro che dice: “Ramos aveva torto”.

Si riferiva, senza alcun fondamento, in quanto presenta una frase mera e sciolta, alla testimonianza del generale Luiz Eduardo Ramos, come qui evidenziato in precedenza.

Inoltre, e ovviamente, la sua rabbia non era rivolta al generale Augusto Heleno – c'è addirittura un passaggio nel video in cui giustifica le critiche all'ABIN per mancanza di personale – vista la notoria amicizia e lo stretto legame tra i due.

In materia di sicurezza, inoltre, il ministro Sergio Moro, al quale rivolge addirittura uno sguardo ostensivo quando parla di: “Cambiare ministro”.

Così ha presentato il caso, legalmente impossibile assumere la direttiva di archiviazione del procuratore generale della Repubblica.

Insisto: i dati di fatto, incontrovertibili, sono esuberanti alla caratterizzazione del fumus boni iuris per convalidare l'accusa pubblica davanti al Tribunale federale.

La presenza del reato di prevaricazione è inequivocabile, come tipizzato nell'articolo 319 del codice penale brasiliano:

Articolo 319: “Ritardo od omissione nel compiere un atto d'ufficio impropriamente, o compierlo contro un'espressa disposizione di legge, per soddisfare interessi o sentimenti personali”. (enfasi aggiunta).

Pertanto, quando Jair Messias Bolsonaro ha licenziato Maurício Valeixo dalla carica di Direttore Generale della Polizia Federale, lo ha fatto con un atto illegale, perché senza alcuna valida motivazione, piuttosto per incontrare un sentimento personale: proteggere la famiglia e gli amici, come è , cristallino, nella trascrizione del suo intervento alla riunione ministeriale.

E l'atto è illegittimo perché, in termini costituzionali, la Polizia Federale non è una Polizia del Potere Esecutivo, ma, ed esclusivamente, una Polizia Giudiziaria, costituendo quindi un organo dello Stato. Ecco il testo dell'articolo 144 – §1 – punto IV della Costituzione federale:

Articolo 144: “Pubblica sicurezza, dovere dello Stato…

  • 1 La polizia federale, istituita per legge come corpo permanente, strutturato in carriera, è destinata a

IV - esercitare, in via esclusiva, la funzione di polizia giudiziaria, dell'Unione”. (enfasi aggiunta).

Non è opportuno – come ho sentito qua e là – classificare penalmente la condotta di Jair Messias Bolsonaro come avvocato amministrativo.

Il reato di patrocinio amministrativo, previsto dall'articolo 321 del codice penale brasiliano, è definito in:

"Sponsorizzare, direttamente o indirettamente, interessi privati ​​davanti alla pubblica amministrazione, avvalendosi della qualità di pubblico ufficiale".

Ora, il Presidente della Repubblica esercita “la direzione superiore dell'amministrazione federale” ai sensi del capo II, dell'articolo 84, della Costituzione federale.

Pertanto, il Presidente della Repubblica non ha bisogno di patrocinare l'interesse privato di nessuno di fronte alla pubblica amministrazione. Presiede la pubblica amministrazione federale.

E ancora: qui si sta valutando l'emanazione di un concreto atto amministrativo: il licenziamento illegittimo del Direttore Generale della Polizia Federale.

L'incidenza è, quindi, pregna del reato di malafede, e non di avvocatura amministrativa.

Che il Procuratore Generale della Repubblica, presenti il ​​principio ispiratore dell'attività della Procura della Repubblica, che è il principio costituzionale dell'indipendenza funzionale - comma 1 dell'articolo 122 della Costituzione Federale - adempia al suo dovere funzionale e, in caso di Jair Messias Bolsonaro, accusalo davanti alla Corte Suprema Federale per il reato di prevaricazione.

*Claudio Fonteles è un Vice Procuratore Generale della Repubblica in pensione. Dal 2003 al 2005 è stato Procuratore Generale della Repubblica.

Originariamente pubblicato sul portale Brasil 247.

 

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