Il caso Marielle Franco

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da VINÍCIO CARRILHO MARTINEZ*

Questo è uno dei capitoli brasiliani del cosiddetto “stato di cose incostituzionale”, in cui la Costituzione viene violata affinché possa essere effettivamente rispettata e rispettata.

Vedremo, a partire dal caso Marielle Franco, che la norma ha portato ingiustizia e che il suo sovvertimento (l'eccezione creata con la federalizzazione delle indagini) ha portato risultati concreti nell'affermazione della giustizia; Vedremo però anche che la continuità delle indagini del caso dipende dalla sovrapposizione di una logica dell'“eccezione dell'eccezione”: nel caso specifico, si tratta dello spostamento (creazione) di una prerogativa del consigliere foro ( il presunto mandante) al processo davanti al Tribunale federale.

Certamente, questo è uno dei capitoli brasiliani del cosiddetto “stato di cose incostituzionale”, in cui, a volte, la Costituzione viene violata affinché essa, la Costituzione, sia effettivamente obbedita e compiuta nei suoi precetti generali.

L’obiettivo è quello di indicare, in senso preliminare e molto concreto, come il rapporto stesso tra l’eccezione (l’esclusione della normalità) e le eccezionalità (distorsione o estensione della regola generale) non sia semplice come normalmente intuito. Vedremo, infatti, che la semplice logica non si applica pienamente. È il caso dell'eccezione dell'eccezione (una sorta di cappio eccezione, quando un’eccezione ne produce un’altra ancora più esterna alla regola generale) che trova applicazione sia nell’ambito dei regimi autoritari e totalitari, sia in quello dello Stato di diritto democratico, soprattutto alla ricerca di risposte efficaci all’applicazione delle regole generali alla giustizia comune.

Nell’esempio tratto dal caso Marielle Franco a Rio de Janeiro, vedremo che solo l’eccezione (la federalizzazione delle investigazioni) ha portato risultati effettivi, poiché fino ad allora la regola generale era stata manipolata per nascondere questa stessa pretesa di giustizia effettiva.

Ciò che possiamo ricavare da questo inizio di nota ci porterebbe a pensare (come essenza e come sfondo) ad alcuni possibili rapporti tra l'eccezione (di regola, escludente e ingiusta) e le eccezionalità. Tuttavia, la domanda più grande qui, su questa relazione, ci porta a un paradosso iniziale: come non seguire la logica dell’eccezione?

Cosa si dovrebbe fare affinché l’eccezione non venga utilizzata come premessa per attuare, attraverso le eccezioni (motivi affermativi), la regola generale dello Stato di diritto democratico e della giustizia sociale?

Cosa si dovrebbe fare affinché le eccezionalità non siano distorte (socialmente, moralmente, culturalmente, economicamente) dall’eccezione predominante (legge del più forte, del capitale)?

In questo senso, il rapporto tra eccezione[I] stessa – quella dettata dallo Stato (la legge del più forte, del capitale, prevale sovranamente sulla dignità umana) o contro di esso (colpi di stato) – e le eccezionalità (analisi giuridica di condizioni del tutto particolari, senza sovvertire completamente lo Stato di diritto) raggiungono le sottigliezze che vanno oltre la regola della logica più semplice: è il caso del foro speciale per il giudizio su atti, situazioni, anche molto particolari (eccezione), come è il caso delle indagini sull'omicidio della consigliera Marielle Franco in Rio de Janeiro.[Ii]

In questo modo è possibile verificare che esistono molti rapporti anche tra eccezioni ed eccezionalità e che questo flusso, a sua volta, non segue il ragionamento più consolidato (da allora la regola) ma segue piuttosto condizioni del tutto particolari . In altre parole, anche il rapporto tra eccezioni ed eccezionalità (l’azione affermativa, per esempio) non ha una “regola chiara”: infatti, la regola qui stabilita sarà quella dell’eccezione presentata (l’omicidio dell’assessore è stato il fattore scatenante ).

Se la regola è l’uguaglianza (principio di uguaglianza[Iii]) l'eccezionalità sarà l'equità, la correzione della regola generale incapace di risolvere i problemi, le situazioni, idealizzate dalla regola generale: l'idealizzazione stessa del Pubblico Difensore indicherebbe l'insufficienza “regolare” del sistema di affermazione giudiziaria . In via del tutto eccezionale, la giustizia sociale è stata raggiunta e questo equivale a dire che, se permane la regola dell’uguaglianza – anche come modo per distanziare la giustizia dal successo – l’eccezionalità non è stata affermata.

O discriminazione, l’azione affermativa, la discriminazione positiva, l’attribuzione di quote o riserve per garantire l’inclusione degli esclusi (l’esclusione è la principale regola di eccezione), si tratta quindi di eccezioni – poiché la legge del più forte segnala l’isonomia, come regola generale , ma, in pratica, applica l'esclusione e l'emarginazione della maggioranza delle persone: il soggetto dei diritti, in questo modo, non ha diritti in pratica, effettivamente. In pratica si vede che la parametrizzazione tra eccezione (nell'esempio del foro privilegiato) ed eccezionalità non è semplice, lineare.

Infatti, se il foro privilegiato costituisce già un'eccezione, rispetto ai comuni cittadini, l'invocazione di un foro privilegiato, come il processo davanti al Tribunale Supremo Federale (STF), di un presunto autore di omicidio quando era solo consigliere (fuori dall’ambito costituzionale della TSF[Iv]) indica un'altra variante dell'“eccezione dell'eccezione”: il foro speciale del processo è già un'eccezione e il processo di un parlamentare (all'epoca consigliere) da parte della STF è l'eccezione sintomatica dell'eccezione. L’argomentazione sulla necessità dell’“eccezione dell’eccezione del foro privilegiato” segue l’obiettivo del raggiungimento dell’equità – e che, soprattutto, in questo caso sarebbe l’affermazione della giustizia (cioè dell’eccezionalità stessa).

Ricorriamo all'eccezione dell'eccezione (astrazione dell'astrazione) per attuare la regola semplice e ideale: la giustizia.

Tuttavia, come è possibile farlo in questo modo, se, a priori, l’eccezione dell’eccezione esprime il lato più oscuro dei regimi eccezionali, autoritari, totalitari, in cui un’eccezione ne genera un’altra ancora peggiore (cappio dell'eccezione)[V]?

Non si tratta di un esercizio di mera speculazione (logica), ma piuttosto sull'origine, la struttura, la “normalità”, la regolarità, gli strumenti, la realtà, la logica dell'esclusione pratica dalla giustizia.

Questo precedente (nel senso di eccezionalità) renderà giustizia, ma cosa ci garantisce che la stessa regola di “eccezione dell’eccezione” (oggi benefica: eccezionalità affermativa) non venga utilizzata contro la giusta intenzione indicata?

In questo caso, la regola dell’eccezione dell’eccezione ritornerebbe al suo regolare corso storico: di affermazione dell’ingiustizia.

Si tratta di un altro capitolo dello “stato di cose incostituzionale” già accertato (agire sulla normalità, anche rimuovendo le interpretazioni costituzionali, affinché si compia la Costituzione e si offra un minimo di giustizia), e che si è verificato in relazione alla necessaria risposta a deformità o incapacità dello Stato di diritto democratico per realizzare il minimo previsto – in questo caso e in tutti gli altri casi irrisolti.

*Vinicio Carrilho Martínez è professore presso il Dipartimento di Educazione dell'Università Federale di São Carlos (UFSCar), autore, tra gli altri libri, di Bolsonarismo. Alcuni aspetti politico-giuridici e psicosociali (APGIQ). [https://amzn.to/4aBmwH6]

note:


[I] In un esempio concreto, per facilitare la comprensione, si veda il Colpo di Stato che mira a preparare il terreno per il decreto dello Stato d'assedio e ottenere così la revoca dei diritti civili, politici e di cittadinanza. Questa condizione di eccezione illustra anche la speciale validità dei diritti privati, che annullano (sovvertendo) la regola generale, che annullano il significato stesso del diritto pubblico: l'istituzione di questi privilegi (leggi private) come regola insolubile applicata solo ad alcuni individui è chiaro se si pensa alle “espedienti” garantite nelle buste paga della Magistratura e del Pubblico Ministero.

[Ii] https://noticias.uol.com.br/colunas/carolina-brigido/2024/03/29/regra-do-foro-no-stf-ficara-mais-rigida-apos-caso-marielle-dizem-ministros.htm.

[Iii] O caput L'articolo 5 della Costituzione federale del 1988 introduce due principi fondamentali: tutti sono uguali (uguaglianza) davanti alla legge: legalità.

[Iv] https://portal.stf.jus.br/noticias/verNoticiaDetalhe.asp?idConteudo=468225&ori=1.

[V] Inoltre, citando Marcuse, non è mai troppo ricordarlo ogni a priori tecnico è un a priori politico. Cioè, in primo luogo, non si tratta solo di un cavillo giuridico e, in secondo luogo, anche se fosse un mero cavillo giuridico, i suoi effetti sarebbero politici.


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