Il diritto alla partenza temporanea

Immagine: Miguel Á. padrino
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da MARCELLO AITH*

I parlamentari, desiderosi di compiacere il loro elettorato, non si preoccupano della vita carceraria dei prigionieri detenuti nelle carceri brasiliane

1.

Negli ultimi giorni la cosiddetta “fuga temporanea” ha preso nuove direzioni. Legge 14.843/24, pubblicata in un'edizione straordinaria del Gazzetta Ufficiale dell'11 aprile 2024, ha avuto origine nel disegno di legge 2253/22, approvato da Camera dei Deputati e Senato, che introduce alcune importanti modifiche alla legge sull'esecuzione penale, come l'estinzione delle partenze temporanee per visitare familiari (art. 122, I) e la partecipazione ad attività che contribuiscono al ritorno alla vita sociale (art. 122, III).

Il Presidente della Repubblica ha posto parzialmente il veto al testo, offrendo la seguente giustificazione giuridica: “L’istituto della partenza temporanea è legato, esclusivamente, all’ambito del regime semiaperto, in cui la proiezione temporale dell’esecuzione della pena richiede, da parte dello Stato, un'azione proattiva per il raggiungimento di un equilibrio tra (i) la privazione della libertà di coloro che hanno violato la legge penale (azione punitiva) e (ii) il loro progressivo reinserimento (azione preventiva). Pertanto, la proposta di revocare il diritto alle visite dei familiari, come forma di uscita temporanea, limiterebbe il diritto del detenuto alla vita familiare, in modo tale da provocare l'indebolimento dei legami affettivo-familiari già colpiti dalla situazione detentiva si".

Il veto evidenzia inoltre che “l'abrogazione del comma III del caput dell'art. 122 della legge n. 7.210 del 1984 – Legge sull'esecuzione penale, poiché la partecipazione ad attività che contribuiscono al ritorno alla vita sociale è contenuta nel capo I del caput dell'art. 3° del disegno di legge, che tratta anche delle visite ai familiari, oggetto di veto di incostituzionalità”.

2.

Il veto presidenziale è in linea con la più moderna giurisprudenza del Tribunale federale. La STF, analizzando la denuncia di inosservanza dei precetti fondamentali (ADPF) n. 347, ha riconosciuto l'incostituzionalità delle carceri brasiliane e lo ha fatto a tinte forti, come si evince dal voto del ministro Marco Aurelio Mello, che sostiene che “Le carceri e le questure non offrono, oltre allo spazio, condizioni sanitarie minime. Secondo i rapporti del Consiglio Nazionale di Giustizia (CNJ), le carceri non dispongono di strutture adatte alla vita umana. Strutture idrauliche, sanitarie ed elettriche precarie e celle luride prive di illuminazione e ventilazione rappresentano un pericolo e un rischio costante per la salute, a causa dell'esposizione ad agenti che provocano diverse infezioni. Le zone balneari e quelle prendisole condividono lo spazio con fogne a cielo aperto, nelle quali confluiscono urina e feci. I prigionieri non hanno accesso all'acqua, per il bagno e l'idratazione, né al cibo di minima qualità, che spesso arriva loro acido o avariato. In alcuni casi mangiano con le mani o in sacchetti di plastica. Inoltre non ricevono materiali igienici di base, come carta igienica, spazzolini da denti o, per le donne, salvaslip”. (Brasile, STF, 2015).

Secondo le informazioni del Segretariato Nazionale per le Politiche Penali – SENAPPEN, dati da gennaio a giugno 2023, le carceri brasiliane hanno 649.592 persone in celle fisiche. Il numero dei posti vacanti esistenti è 481.835. In un sistema caotico, come quello nazionale, con un deficit di quasi 167mila posti nelle carceri, come istituire un meccanismo per aumentare l’esecuzione delle pene, con l’estinzione dei viaggi temporanei per visitare i familiari e la partecipazione ad attività che contribuiscono al ritorno in carcere? L'interazione sociale, come proposto dal disegno di legge n. 2.253/2022.

Va notato, è opportuno, che ci sono 331.557 (gennaio 2024) mandati di arresto in attesa di esecuzione, a seconda di quanto si ottiene dalla National Prison Monitoring Bank (BNMP), immaginate se fossero tutti giustiziati? Il sistema penitenziario andrebbe in ebollizione.

Già nella Relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta della Camera dei Deputati, formalizzata nel 2009, si indicava che: “[…] il sovraffollamento è forse la madre di tutti gli altri problemi del sistema carcerario. Le celle sovraffollate provocano condizioni insalubri, malattie, rivolte, ribellioni, morti e degrado della persona umana. Il CPI ha trovato uomini ammucchiati come spazzatura umana in celle affollate, che dormivano a turno o dormivano sul water”.

Nello stesso senso, il rapporto finale del CPI sul Sistema penitenziario del 2015 sottolineava che poco è cambiato tra il 2009 e il 2014, come si evince dal brano riportato di seguito: “Il primo e forse il principale problema riguarda la sovrappopolazione carceraria, che è presente in tutti gli stati brasiliani. Infatti, secondo i dati diffusi dal Ministero della Giustizia (riferiti a giugno 2014), “tutte le Unità della Federazione hanno un tasso di occupazione superiore al 100%”.

Un lavoro importante è stato svolto dal Centro Specializzato in Situazioni Penitenziarie (NESC) dell'Ufficio del Difensore Pubblico dello Stato di San Paolo. Il rapporto preparato dal NESC denuncia i mali del sistema penitenziario di San Paolo. Sono state ispezionate 27 unità carcerarie dello Stato e sono stati riscontrati problemi molto seri, quali: (a) sovraffollamento; (b) precarietà delle strutture fisiche degli edifici, comprese mancanza di ventilazione, infiltrazioni, fessurazioni; c) presenza di insetti e altri parassiti; (d) mancanza di assistenza medica; d) razionamento dell'acqua e delle docce calde; (e) limitazione dell'esposizione al sole; (f) mancanza o fornitura limitata di materiale per l'igiene personale; (g) mancanza di cibo e; (h) violazione dell'integrità fisica e psicologica e sanzioni collettive.

Il Centro specializzato per le situazioni carcerarie sottolinea che esiste una “combinazione perversa di violazioni dei diritti in carcere, poiché condizioni insalubri, sovraffollamento e altre condizioni degradanti si uniscono alla mancanza di cure mediche e dentistiche e all’assenza di altri professionisti sanitari, che rende impossibile essere sani in questi ambienti o, almeno, non contrarre alcuna malattia”.

Tra i problemi più delicati e scioccanti evidenziati dal Centro specializzato per le situazioni carcerarie c'è la situazione affrontata dai detenuti che utilizzano una sacca per colostomia e un catetere. Il rapporto evidenzia che non ricevono cure adeguate per quanto riguarda l'igiene e il cambio delle attrezzature. Senza un’igiene e una manutenzione adeguate, le attrezzature sono un vettore di infezioni che possono portare alla setticemia e, di conseguenza, alla morte.

Il rapporto mette in luce un altro problema terribilmente serio, costituito dalla mancanza di una distribuzione regolare e sufficiente di prodotti igienici di base. Spicca la situazione spaventosa e disgustosa delle donne detenute nel CDP Feminino de Franco da Rocha. In quel reparto numerose donne hanno denunciato alla difesa pubblica che, per sopperire alla mancanza di assorbenti femminili, utilizzano un pezzo di asciugamano, un foglio di schiuma e perfino del pangrattato per trattenere il flusso mestruale.

3.

Tuttavia, i parlamentari, desiderosi di compiacere il loro elettorato, non si preoccupano della vita carceraria dei prigionieri detenuti nelle carceri brasiliane. Non importa che la STF abbia deciso di riconoscere la situazione incostituzionale nelle carceri del paese. I nobili deputati e senatori non si prendono nemmeno la cura di esaminare l'efficacia del provvedimento da loro proposto e approvato.

Non vogliono sapere che solo una piccola percentuale dei detenuti che escono temporaneamente non ritorna in carcere (tra il 2% e il 5%). Inoltre non sono affatto interessati a sapere che i tassi di coloro che commettono un reato in questo periodo sono ancora più bassi (meno dell'1%). Ciò che conta davvero è garantire il voto di coloro che credono che i detenuti in generale (condannati o detenuti in custodia cautelare) meritino di affrontare le difficoltà che incontrano in carcere.

La cosa peggiore è che la popolazione, disinformata dai media mainstream e soffocata dalla catena di disinformazione di Whattsapp, sostiene la fine dell’uscita temporanea (comunemente chiamata exit), sostenendo che coloro che causano crimini violenti non meritano questo beneficio legale, senza essendo a conoscenza che la legge 14.843 dell'11 aprile 2024 ha modificato il paragrafo 2 dell'articolo 122 ed ha esteso la limitazione dell'accesso al suddetto diritto o al lavoro esterno senza supervisione diretta, ai "condannati che scontano una pena per aver commesso un crimine atroce o con violenza o minaccia grave contro una persona”, ovvero limitando coloro che potrebbero effettivamente rappresentare un rischio per la società con la loro uscita prematura dal sistema. In precedenza, “un condannato che stava scontando una pena per aver commesso un crimine atroce che ha comportato la morte” non aveva diritto alla liberazione temporanea, cioè la limitazione era sostanzialmente limitata.

Pertanto, influenzati da informazioni errate, partono da una premessa sbagliata, poiché coloro che vogliono vedere in carcere non avranno diritto al diritto previsto dall'articolo 122 della Legge sull'esecuzione penale.

João Marcos Buch evidenzia, in poche parole, perché è necessario discutere e presentare strumenti di estricazione per il sistema penitenziario nazionale e non creare modi per peggiorare ulteriormente la vita in carcere: “Anni fa, durante un viaggio a Berlino, ho deciso visitare il Centro di concentramento del campo di Sachsenhausen, che si trova alla periferia della fiorente capitale tedesca. In quel luogo furono sterminati durante la Seconda Guerra Mondiale migliaia di oppositori politici, ebrei, zingari e omosessuali. Entrando in campo, attraversando l'emblematico portale sotto le iscrizioni “il lavoro rende liberi“(il lavoro libera), camminando tra le macerie e i magazzini preservati, ho provato una profonda angoscia”. […] Oggi, quando si mette piede sul pavimento di un carcere e si vede l’olocausto di quella popolazione composta per lo più da giovani, tutti ammassati e mescolati, confinati in spazi sporchi, con ratti e scarafaggi, senza indumenti adeguati, senza materiali igienici , mangiando la pastosa razione giornaliera servita con le mani; Quando mi rendo conto che la maggior parte di loro non sopravviverà, ucciderà e morirà prima dei 30 anni, provo la stessa angoscia che provai nel campo di concentramento”.

Spero che i parlamentari riescano a capire che il veto è corretto e che l’estinzione del diritto di uscita temporanea è incostituzionale, considerando, lo ripeto, che il sistema penitenziario brasiliano è di fatto messo in ginocchio e è un vero schiacciatore della dignità delle persone detenuti, come riconosciuto dalla STF nell'ADPF 347/DF.

*Marcello Aith è un avvocato penalista con un master in diritto penale presso la PUC-SP.


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