da FLÁVIO GABRIEL CAPINZAIKI OTTONICA*
Il vuoto della destra non bolsonaria
Le manifestazioni del 12 settembre non solo hanno rappresentato lo svuotamento della terza via “MBLista”, ma hanno anche reso palese lo svuotamento del discorso politico della destra non bolsonarista. Questo svuotamento, per inciso, va avanti almeno da quando le manifestazioni del giugno 2013 adottarono il grido “il popolo unito non ha bisogno di un partito".
Un esempio importante di ciò è stato il discorso del rocker e youtuber Nando Moura, realizzato nel blocco del movimento Vieni in strada, lontano dal blocco Movimento Brasile Livre (MBL) dove si trovavano i pochi rappresentanti della sinistra che si sono degnati di partecipare.
Parlando a un piccolo gruppo assetato di fatti ovvi, lo youtuber pentito e bolsonarista ha inframmezzato parolacce e imprecazioni tra frasi che spiegano perché l'espressione "luogo comune" ha acquisito oggi una caratteristica peggiorativa. La scarsità di contenuti era testimoniata dal fatto che gli insulti, urlati alla fine di ogni frase, funzionavano come una sorta di spunto per l'ovazione della folla: “pensi che vado a fare una foto con Ciro Gomes [... ] tua madre farabutto”. Sì!...quello era il livello.
Il disaccordo con la presenza di Ciro Gomes e di alcuni militanti di sinistra allo stesso evento, tra l'altro, ha spinto Nando Moura a fare appello al “non faccio parte di nessun gruppo […] sono solo un ragazzo molto incazzato fuori per le cose”; ripetendo il tormentone del “popolo senza partito” emerso nel 2013 e che ha contribuito a spingere il Brasile nel pantano in cui si trova ora.
Questa maschera da "lupo solitario che combatte tutto ciò che è sbagliato" serve come una sorta di giustificazione di fronte al pubblico. È come se il fatto di non appartenere a nessun gruppo o partito legittimasse l'individuo a protestare, ed è come se, assumendo la postura dell'“esente”, si ricevesse un “luogo di parola” privilegiato, che conferisce particolare credibilità a chi è coinvolto si pronuncia a chi si accontenta di briciole ideologiche.
E più che uno svuotamento di senso c'è, nelle parole del rocker, un certo abbassamento dei rapporti sociali che culmina nelle manifestazioni. Perché andare a una manifestazione ad ascoltare uno youtuber e bolsonarista pentito che non ha niente di significativo da dire alla gente? Perché ascoltare qualcuno il cui discorso non tocca questioni strutturali che hanno portato il Paese al caos attuale, come il legge che ha tolto Lula dalle elezioni e il colpo di stato contro Dilma che ha aperto la strada alla consegna delle ricchezze del Paese al grande capitale internazionale e che, in ultima analisi, ha scuoiato il popolo con aumenti esponenziali del prezzo dei cestini alimentari di base e del carburante? A un certo punto del discorso accenna all'aumento dei prezzi, ma non si avvicina ad attaccarne le vere cause.
Non pretendo che Nando Moura difenda Lula senza essere un lulista o la sinistra senza essere di sinistra, ma di salire su un palco per dire che il Brasile sta per diventare il Venezuela…chi mai uscirebbe di casa per ascoltare queste sciocchezze?
C'è un momento nel suo discorso in cui si lamenta che le persone vanno sul suo canale (YouTube, suppongo) ad accusarlo di essere a una manifestazione con Ciro Gomes e alcuni nomi della sinistra. È strano vedere persone che vibrano per il discorso di qualcuno che... ha un canale YouTube. Dopo tutto, qual è la rappresentazione di qualcuno che – semplicemente – ha un canale YouTube? Non parla a nome di nessun gruppo sociale, nessun gruppo socialmente escluso, nessun gruppo di minoranza, nemmeno nessun gruppo di datori di lavoro, imprenditori, niente. Qualsiasi discussione con questa figura non si fa in nessun comitato, commissione, assemblea, sede di partito, sindacato, federazione, associazione, niente. Si tratta di uno youtuber il cui principale (se non unico) mezzo di contatto con la realtà brasiliana è il suo canale sulla piattaforma, che conta più di tre milioni di iscritti.
La rilevanza data al suo canale YouTube a discapito di ogni altro punto di contatto con la realtà sociale sembra suggerire che il suo posto non dovrebbe assolutamente essere in una manifestazione politica a favore del accusa di un governo genocida e folle. Sembra persino contraddittorio che qualcuno di apolitico (“Sono solo un ragazzo”, ha detto) sia proprio a un evento essenzialmente politico. Per sua fortuna, molto probabilmente il pubblico che lo ha ascoltato il 12 settembre non sarà in grado di differenziare un atto politico da un concerto rock, dove le parolacce attirano facilmente gli applausi del pubblico ("Ciro cazzo Gomes", ha detto il leader MBL per annunciare Ciro !).
Se, da un lato, l'etichetta di esenzione conferisce a Nando Moura una sorta di speciale “luogo della parola” tra gli appassionati della terza via, dall'altro, l'insignificanza e il vuoto delle sue parole degradano il discorso politico, cruciale per il momento in cui quella si ritrova il paese, ad un'avventura piena di superficialità. Nando Moura è riuscito almeno a dimostrare che per la destra nelle scarpe da ginnastica “luogo di parola” equivale a “luogo comune”.
*Flávio Gabriel Capinzaiki Ottonicar è un dottorando in filosofia presso l'Università Federale di São Carlos (UFSCar).