da FLAVIO AGUIAR*
In Europa, i conservatori tradizionali si trovano ad affrontare un’impasse: se si spostassero più a destra, potrebbero essere fagocitati dall’estrema destra; Se restano dove sono, potrebbe succedere loro la stessa cosa.
1.
Il risultato delle elezioni legislative del 10 marzo in Portogallo ha provocato un'ondata di commenti che hanno evidenziato i progressi dell'estrema destra nel paese. Il partito Chega, guidato dal giurista André Ventura, ha ottenuto il 18,06% dei voti, classificandosi al terzo posto e catapultando il suo numero di deputati nell'Assemblea della Repubblica a 49 su 230. Alcuni commentatori hanno addirittura affermato che, anche se non partecipa del futuro governo, Chega e André Ventura sono stati i grandi vincitori delle elezioni e probabilmente saranno l’ago della bilancia in parlamento.
Allo stesso tempo, il risultato elettorale ha esposto il dilemma dell’Alleanza Democratica, centrodestra, guidato dal Partito socialdemocratico che, nonostante il nome, appartiene al tradizionale campo conservatore. L'AD ha ottenuto il 29,49% dei voti e 79 deputati, appena due in più del Partito socialista di centrosinistra, che ha ottenuto 77 deputati e il 28,66% dei voti, una differenza minima dello 0,83% a favore del vincitore.
L’Alleanza Democratica si trova ora di fronte a un dilemma: negoziare con Chega per governare oppure con i suoi tradizionali avversari, i socialisti. Oppure si può ancora governare in minoranza, dovendo negoziare caso per caso con questi due contendenti, oltre ai partitini che, sia a destra che a sinistra, non sono in grado di offrire una maggioranza stabile di voti.
Per ora il leader dell'Alleanza Democratica, Luís Montenegro, del Partito Socialdemocratico, ha annunciato che non intende formare un'alleanza con Chega. La sua posizione è fragile perché, ad esempio, se non dovesse approvare il Bilancio, il presidente del paese, Marcelo Rebelo de Sousa, sarà costretto a indire nuove elezioni.
2.
La complicata situazione di Luís Montenegro in Portogallo è la stessa di altri leader tradizionali conservatori in Europa. L’estrema destra è parte integrante del governo conservatore finlandese e fornisce un sostegno decisivo al governo altrettanto conservatore svedese. L'ultradestra Giorgia Meloni, con il suo partito Fratelli d'Italia, ha scavalcato gli altri conservatori e oggi guida il governo a Roma, passando dall'1,9% dei voti e nessun deputato eletto nel 2013 al 26% nel 2022, con 26 deputati.
In Spagna, il tradizionale Partito Popolare accetta di negoziare a livello regionale con Vox, che si dichiara erede del falangismo dell’ex dittatore Francisco Franco.
Nei Paesi Bassi il radicale Gert Wilders ha rinunciato a formare un governo per mancanza di alleanze, ma per gli altri partiti la situazione è tutt'altro che tranquilla.
In Francia Marine Le Pen, da Raduno nazionale (National Meeting) è cresciuto dalle elezioni presidenziali alle elezioni presidenziali, ed è un candidato serio per le prossime, previste per il 2027.
In Germania, il Alternative für Deutschland, i cui membri sono accusati di essere neonazisti, è la seconda forza elettorale negli attuali sondaggi sulle intenzioni di voto per il 2025. Nell'Unione Cristiano-Democratica, nella destra tradizionale, la posizione ancora dominante non è quella di negoziare con l'AfD, ma c'è Ci sono correnti interne al partito che ammettono questa possibilità.
In Austria, il Partito della Libertà, di destra radicale, è il leader nelle intenzioni di voto nelle elezioni previste per la seconda metà di quest'anno e, se questa posizione sarà confermata, dovrebbe proporre un'alleanza con il tradizionale Partito Popolare di destra.
Dietro questa crescita dell'estrema destra, che prende voti da tutti i partiti, ma soprattutto dalla destra tradizionale, si nasconde una condizione di cui raramente si parla nei media. tradizionale dall’Europa ma anche da altri continenti.
3.
L’Europa ha un fiore all’occhiello, che è l’Unione Europea. Questa cominciò a essere costruita dopo la fine della seconda guerra mondiale, in un momento in cui nell’Europa occidentale il pensiero egemonico, anche tra i conservatori, era di radice socialdemocratica, con le sue coerenti politiche sociali, come alternativa al comunismo dominante nel paese. “l’altra Europa”, quella dell’Est, sotto la guida dell’ormai estinta Unione Sovietica.
Tuttavia, venne formalmente creato dal Trattato di Maastricht, firmato il 7 febbraio 1992 ed entrato in vigore dal novembre dell’anno successivo. A quel tempo l’Unione Sovietica non esisteva più, il mondo comunista andava in pezzi e l’egemonia del pensiero socialdemocratico in Europa stava diminuendo. Al suo posto è cresciuta l’egemonia del pensiero neoliberista, con i suoi piani di austerità e il ritiro delle politiche sociali, creando gradualmente un sentimento di insicurezza e impotenza. L’attuale guerra in Ucraina ha accentuato questo sentimento, promuovendo impennate inflazionistiche ovunque e spingendo il continente in una fase di recessione.
In altre parole, la politica economicamente conservatrice imposta nell’Unione e in Europa nel 21° secolo ha minato le basi dei politici conservatori tradizionali, prendendo d’assalto i socialdemocratici, i verdi e i socialisti, che hanno anche indebolito le loro piattaforme sociali. La sinistra, divisa, non è riuscita ad affermarsi come opzione. L’estrema destra ha cominciato a guadagnare voti, con le sue facili e semplicistiche bandiere di xenofobia, nazionalismo escludente e dubbi sulla stessa Unione Europea.
Seguendo una triste tradizione, di fronte a profonde crisi economiche, l’Europa ritorna alla destra radicale e cerca un colpevole “diverso”. Prima erano gli ebrei; oggi sono musulmani, immigrati o rifugiati dal “Sud del mondo”. E i conservatori tradizionali si trovano di fronte a un vicolo cieco: se si spostassero più a destra, potrebbero essere inghiottiti dall’estrema destra; Se restano dove sono, potrebbe succedere loro la stessa cosa... Riusciranno a fare un salto magico, cambiando le loro politiche e il loro modo di pensare, contribuendo alla sopravvivenza di un'Europa democratica? Non possiamo che chiosare il poeta portoghese Fernando Pessoa: “Tutto è incerto e definitivo/Tutto è disperso, nulla è intero/O Europa, oggi sei nebbia”.
*Flavio Aguiar, giornalista e scrittore, è professore in pensione di letteratura brasiliana all'USP. Autore, tra gli altri libri, di Cronache del mondo sottosopra (boitempo). [https://amzn.to/48UDikx]
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