Il fallimento della COP26

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da LEONARDO BOFF*

Il trionfo della ragione strumentale-analitica e burocratica priva di sensibilità e cordialità

È luogo comune dire, come su tanti manifesti di manifestanti in strada, fuori dalla grande Assemblea dei vari COP: “quello che deve cambiare non è il clima ma il sistema” o ancora più direttamente:il problema non è il cambiamento climatico ma il capitalismo”. In questi slogan c'è molta verità. Ma bisogna andare oltre: il sistema e il capitalismo sono espressioni di qualcosa di più profondo, cioè il vero innesco dei cambiamenti climatici che prendono forma all'interno di detto sistema e capitalismo.

Dietro il suddetto sistema e il capitalismo c'è un tipo di razionalità che ha assunto caratteristiche monopolistiche e talvolta tiranniche, imponendosi su tutte le altre forme come l'unica valida. Abbiamo a che fare con ragioni strumentali-analitiche e burocratiche prive di sensibilità e cordialità. Attraverso di essa si compiva il mantra dei padri fondatori della modernità sei e settecentesca: Descartes, Francis Bacon e altri. sistemato la “volontà di potenza” come asse strutturante del mondo da costruire, potere inteso come dominio spietato della natura, della vita, dei continenti, dei popoli, delle classi e dei popoli.

Max Weber, nel suo testo del 1919 “The professione e la vocazione discienziato” (ricercatore e studioso) affermava: “Il destino del nostro tempo, caratterizzato dalla razionalizzazione, dall'intellettualizzazione e, soprattutto, dal disincanto del mondo, ha portato l'uomo a bandire i valori supremi più sublimi della vita pubblica”. Oggi, infatti, quello che conta è il Pil freddamente calcolato dai valori materiali prodotti. In essa non si calcola tutto ciò che ha valore e dà senso alla vita umana come l'amore, l'amicizia, la solidarietà e la compassione, espressioni della ragione cordiale. Lo stesso Max Weber dentro L'etica protestante e lo “spirito” del capitalismo ha dimostrato che lo spirito di calcolo, la razionalità strumentale-analitica e il dominio burocratico sono connaturali al capitalismo. Non considera in natura qualifiche, il suo splendore e la sua ricca complessità, ma solo il le quantità da sfruttare per il godimento umano.

La Terra è considerata uno scrigno di risorse da sfruttare per produrre ricchezza materiale. Gli esseri umani comprendono se stessi come dominus, “padrone e padrone” della natura e non parte di essa. Dimentica che anche lui è venuto dalla polvere della terra come tutti gli esseri che fanno di lui un fratello e una sorella universali, il più grande sogno di fratelli tutti (2020) di Papa Francesco: il Frater in alternativa a dominus. Il mondo contemporaneo e cibernetico ha portato alle estreme conseguenze questo destino, aspramente criticato nella terza parte dell'enciclica papale Laudato Si (2015): “La radice umana della crisi ecologica” (n.101-114). Critica l'indifferenza e la mancanza di sensibilità nei confronti degli altri esseri umani e degli esseri della natura.

Accade che l'essere umano non abbia solo questo esercizio della ragione, il modo dominante di organizzare e dominare il mondo. C'è in esso qualcosa di più ancestrale che è il "motivo sensato e cordiale”. Ospita il sentimento di appartenenza, l'universo dei valori etici, l'amore, l'empatia, la cura e la spiritualità. Al di sopra di essa, la ragione irrompe come intelligenza che coglie il senso del tutto e ci apre all'infinità del nostro desiderio che cerca il suo adeguato oggetto infinito: Quell'essere che fa essere tutti gli esseri. In queste due espressioni della ragione – la cordiale e l'intellettuale – si ritrovano i valori che ci permettono di ascoltare e soffrire contemporaneamente con il grido della Terra e con il grido dei poveri, che ci fanno percepire la rete delle relazioni e interdipendenze stabilite tra tutti gli esseri della natura e dell'umanità.

Esattamente la ragione cordiale e la ragione intellettuale (che recita all'interno: intus legère) sono ed erano assolutamente assenti in tutte le COP. Ha prevalso la ragione utilitarista, economica e i feroci interessi delle grandi multinazionali, il cui esercito di lobbisti preme sui rappresentanti di tutti i popoli perché non accettino misure che danneggiano le loro imprese e i loro capitali, come l'eliminazione del carbone e il graduale superamento delle energie fossili verso fonti di energia pulita. Si è giunti al vergognoso atto che, proprio nel momento della chiusura ufficiale dell'assemblea, il rappresentante dell'India, sostenuto dalla Cina, ha costretto in extremis cambiare il testo del consenso, altrimenti la COP26 finirebbe senza alcuna risoluzione: invece di “abolire" l'utilizzo del carbone è stato anticipato dal “graduale superamento”, che ne consente la prosecuzione e quindi l'aumento di COXNUMX2. Il presidente della COP26, consapevole delle conseguenze, ha lasciato affiorare la sua ragione sensibile e ha pianto.

Quanto sarebbe efficace e trasformativo se i poliziotti iniziassero a mostrare bellissime immagini del fragile pianeta Terra sospeso nelle oscure profondità dell'universo. Mostra poi la devastazione che facciamo di foreste e di interi ecosistemi terrestri e marini, nel senso di un'ecologia ambientale. Infine, rendere visibile l'abissale ingiustizia sociale con milioni e milioni di persone povere e affamate in linea con un'ecologia politica e sociale. Tutto questo creerebbe le condizioni per un'ecologia etica e spirituale: impegnarsi a preservare il giardino ereditato ed evitare di consegnarlo ai nostri figli e nipoti come una savana. Nascerebbe, ne sono certo, la necessità di un legame affettivo con la natura, poiché questo legame, basato su una ragione cordiale e sensibile, ci porterebbe a prendere misure che salvano la vita e la nostra stessa civiltà. Senza cuore, non c'è soluzione per i climi e per la vita su questo piccolo e adorabile pianeta Terra.

È urgente arricchire la ragione strumentale-analitica, necessaria di fronte alla complessità delle nostre società, con la ragione cordiale e l'intelligenza intellettuale. Avremmo così le basi di un nuovo paradigma di convivenza, migliore, di convivialità tra tutti, di tecnica con poesia, di produzione con bellezza, di esseri umani con la loro casa comune, compresa la natura.

*Leonardo Boff è teologo ed ecologista. Autore, tra gli altri libri di Saper prendersi cura: etica umana, compassione per la Terra (Voci).

 

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