da DOMINGOS FERNANDES DA ROCHA JUNIOR*
Ogni giorno Bolsonaro avanza un po' di più, offuscando la democrazia
Secondo le dichiarazioni dello stesso Bolsonaro, proprio ieri – 20 aprile 2020 – in occasione del processo da parte dell'STF del dep. Daniel Silveira, il deputato era già graziato.
L'indulto individuale, detto “grazia”, è un istituto di diritto penale previsto dalla Costituzione (art. 84, XII) e disciplinato dalla Legge sull'esecuzione penale (Legge nº 7.210/84) all'art. 188 a 192. Si tratta di una grazia concessa dal Presidente della Repubblica.
Pur essendoci la disposizione di legge dell'ente in questione, vanno osservati alcuni punti:
1 - L'istanza dell'istituto in questione deve essere successiva alla sentenza definitiva e inappellabile della condanna penale. L'istituto si applica a chi è nell'esercizio della pena. Il caso di Daniel Silveira non è diventato definitivo, è ancora possibile presentare ricorso (Dichiarazione Embargo). La sentenza del giudizio del 20 aprile 2022 non è stata nemmeno pubblicata, e quindi, non si dovrebbe mai parlare di grazia individuale in quel momento;
2 - Superato il precedente aspetto, la grazia individuale può essere provocata su istanza del condannato, su iniziativa della Procura della Repubblica, del Consiglio penitenziario o dell'autorità amministrativa. È quanto disciplina espressamente l'art. 188 della legge sull'esecuzione penale. Nel caso in esame nessuno dei legittimati ha chiesto il beneficio, l'iniziativa è già venuta dal Presidente della Repubblica, che sarebbe l'autorità ultima a decidere o meno di accogliere la richiesta avanzata;
3 – La richiesta di grazia deve essere analizzata dal Consiglio penitenziario, che alla fine si pronuncerà sul caso. Successivamente, la richiesta sarà inoltrata al Ministero della Giustizia, ed infine al Presidente della Repubblica, momento in cui è opportuno l'apprezzamento del Procuratore Generale della Repubblica o della Procura dell'Unione.
4 – Il decreto di grazia individuale, una volta pubblicato – cosa già avvenuta – sarà trasmesso al giudice dell'esecuzione penale.
Ciò detto, si dimostra ancora una volta che il Presidente della Repubblica ha violato i limiti costituzionali. Bolsonaro, ancora una volta, apre una crisi istituzionale, confrontandosi direttamente con il giudizio svolto dall'STF.
Bolsonaro ottiene qui non l'esecuzione della sentenza, ma il processo, considerando che non è ancora necessario parlare dell'esecuzione della sentenza. Quello che fa è attaccare la sentenza della massima Corte della Repubblica. Pertanto, tale decreto è manifestamente incostituzionale.
E, anche se Daniel Silveira era già in regime di esecuzione della pena inflitta, è importante notare che il Consiglio Penitenziario non è un organo al servizio del Presidente della Repubblica. Per quanto gli amministratori siano stati da questo nominati nell'ultimo biennio, è necessario evidenziare il precedente 6 dello stesso Consiglio, che recita: «La grazia, totale o parziale, è una misura di carattere eccezionale, destinata a premiare atti meritori straordinari compiuti dal condannato nell'adempimento della sua censura o anche per soddisfare condizioni personali di natura speciale, nonché per correggere errori nell'applicazione della pena o eventuali errori giudiziari. Pertanto, poiché non vi è errore da riparare o eccedenza nella dosimetria della pena nella condanna inflitta al rieducato e la condotta non rivela nulla di eccezionale da premiare, è impraticabile concedere il beneficio di grazia”. .
Cioè, secondo la sintesi dello stesso Consiglio penitenziario, Daniel Silveira non sarebbe la persona da raggiungere dall'Istituto di grazia individuale. Non soddisferebbe le condizioni per ricevere l'Istituto di “Graça”.
Le questioni di diritto sul decreto manifestamente incostituzionale emanato da Bolsonaro sono qui presentate, e non richiedono grandi sforzi per essere superate. La crisi istituzionale e la rottura dei limiti democratici, sì!
Ogni giorno Bolsonaro avanza un po' di più, offuscando la democrazia. Ogni giorno si raggiunge un nuovo limite, intanto soccombono istituzioni importanti come l'ufficio del procuratore generale. L'inerzia delle istituzioni di fronte alle avances di Bolsonaro ha effetti incommensurabili per il domani. In modo tale che è impossibile prevedere quale nuovo limite verrà infranto e tollerato.
Non sarebbe esagerato avvertire delle conseguenze di un possibile secondo mandato per Bolsonaro di fronte a un aumento del suo potere di fronte a tutto ciò che è stato tollerato. Mentre la sua base legislativa lo sostiene incondizionatamente in cambio della possibilità di continuare a frugare tutte le risorse pubbliche possibili, che ora sono state tutelate dalla “trasparenza non divulgativa (bilancio segreto)”, se non dalla “trasparenza tra cent'anni”.
Fermare Bolsonaro non è solo dovere dei cittadini, ma è imperativamente dovere delle istituzioni. Questi devono segnalare la loro maturità democratica tracciando linee di confine che non possono essere compromesse o infrante. Questa inerzia non può essere tollerata. Bolsonaro non può essere eretto ad autocrate.
*Domingos Fernandes da Rocha Junior è un avvocato.