Il mercato della fede

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da ALEXANDRE ARAGÒ DE ALBUQUERQUE*

L'organismo politico, utilizzando la religione come forma di dominio popolare, diventa capace di indurre il popolo a temere la disobbedienza dello Stato come se fosse un'offesa a Dio

lo spettacolo teatrale tra quattro mura, del filosofo francese Jean Paul Sartre, colloca tre personaggi che convivono in un ambiente chiuso, senza specchi. L'unica immagine che puoi ottenere di te stesso sono i riflessi negli occhi degli altri. La trama si sviluppa in questo triangolo di feroce contesa tra i personaggi per la composizione di un sodalizio capace di distruggere il terzo, isolandolo. Condannati a una vita comune con identità, abitudini e standard sociali completamente diversi, questi personaggi vivono la contraddizione di vendere un'immagine molto diversa da ciò che realmente sono. Come è stato il caso di Garcin, uno scrittore che manifesta agli altri la sua immagine di eroe e pacifista, quando in realtà aveva commesso delitti oltre ad essere un grande vigliacco.

Ieri, 06 giugno, è circolata attraverso i media mainstream e i social network una videoconferenza, tenutasi il 21 maggio, tra Bolsonaro e i titolari – sacerdoti e laici – delle emittenti televisive cattoliche. Era un incontro di lavoro, *per niente repubblicano*, dove sacerdoti e imprenditori laici hanno offerto il potere di “un media positivo per il governo Bolsonaro”, come espresso da padre Reginaldo Manzotti nel suo intervento, in cambio di investimenti governativi nelle loro aziende. Dialetticamente, nonostante tutto il male che il covid-19 ha punito le nostre famiglie brasiliane, a causa del distanziamento sociale, ci permette di avere accesso a contenuti registrati di fatti a cui in passato ci è stato impedito di assistere, come ha supplicato questa mamata da preti d'affari.

Come nell'opera di Sartre, tra Bolsonaro ei Sacerdoti ci sono i Pastori (neo-pentecostali), tutti a disputarsi il Mercato della Fede. L'organizzazione religiosa che ha eletto più parlamentari nel 2018 è stata l'Assemblea di Dio, con Universal al secondo posto. Questa è una delle più grandi compagnie religiose del paese, forse il gruppo neo-pentecostale brasiliano più rappresentativo, con 6.000 templi e qualche milione di credenti impegnati sparsi in tutto il Brasile. Uno dei bracci dell'internazionalizzazione di questa organizzazione è TV Record, il cui amministratore delegato è Renato Cardoso, genero del presidente di Universal Group, Edir Macedo. Nella sua lotta contro una stampa libera, Bolsonaro conosce l'importanza strategica di avere nelle sue mani un media venale, legato al suo progetto di Potere, che produce un'immagine positiva del suo governo in cambio del Dio Denaro.

Il pensatore politico italiano Niccolò Machiavelli, nel suo meticoloso studio dei principati ecclesiastici e dei principati ereditari, aveva già rilevato che l'obiettivo di ogni Principe (Governo) è quello di ridurre il suo popolo all'obbedienza. Nei suoi “Discorsi” (pubblicati nel 1531), analizza la Religione come efficace strumento di dominio, esplorandola in base ai suoi effetti pratici di risveglio della PAURA e dell'AMORE dei cittadini nei confronti dei capi di Stato e dello status quo. Per il pensatore, la religione insegna a rispettare e obbedire alle regole politiche dall'insegnamento religioso, assumendo sia il procedimento coercitivo della disciplina e della gerarchia militare, sia il carattere persuasivo del condizionamento pedagogico civico per la produzione di un pensiero unico.

L'organismo politico, utilizzando la religione come forma di dominio popolare, diventa capace di indurre il popolo a temere la disobbedienza dello Stato come se fosse un'offesa a Dio, poiché il comando divino contiene una maggiore efficacia per sottomettere gli umani. Con l'uso della religione, la minoranza dominante raggiunge la necessaria obbedienza, garantendo alla comunità politica coesione e durata, perché la religione si fonda sul TIMORE DI DIO. Pertanto, mentre per la minoranza dominante la religione è uno strumento politico, un mezzo efficace per sottomettere i dominati all'obbedienza, per la maggioranza dei credenti essa rappresenta e contiene il SACRO TIMORE che fa rispettare i precetti legali - riforma della sicurezza sociale, riforma del lavoro, lavoro, saluto alla bandiera americana, liberazione dalla violenza armata, omissione dei dati covid-19, ecc. – come se fossero comandamenti divini.

Come diceva Machiavelli, la religione è la passione utile che esiste per alimentare l'amore civile per lo Stato, ma non rappresenta un vero patrimonio. Tra verità e religione non c'è misura comune. Dominatori e dominati conoscono diversamente la religione: per il Principe è solo utile; per il Popolo significa l'esteriorizzazione di un comando divino.

D'ora in poi sarà molto interessante osservare come si comporteranno Reginaldo Manzotti, Rede Vida e altre personalità cattoliche dei media, ad esempio, nelle loro celebrazioni liturgiche così come nei loro insegnamenti quotidiani sul Vangelo di Gesù di Nazareth. Dopotutto, sosterranno apertamente un mito invece della verità. Per definizione, il mito è un'illusione, un idolo, un vitello d'oro; in questo caso, un'illusione molto strategica e redditizia per le casse cattoliche. Lo dica Giuda Iscariota.

*Alexandre Aragão de Albuquerque Master in Politiche Pubbliche e Società presso l'Università Statale del Ceará (UECE).

 

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