negazionismo militare

Immagine: Elyeser Szturm
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da Katia Gerab Baggio*

Il documento richiama l'attenzione sull'affermazione che le “nazioni libere”, cioè i capitalisti, sono governate non solo da “libertà, prosperità e civiltà”, ma da “disuguaglianze”.

L'“Ordine del giorno riferito al 31 marzo 1964” – pubblicato il 30 marzo 2020 sul sito ufficiale del Ministero della Difesa, ma con data 31, e firmato dal Ministro Generale Fernando Azevedo e Silva, e da i comandanti dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica – intende riscrivere la storia del Brasile e negare l'esistenza del carattere dittatoriale del regime inaugurato con il colpo di stato civile-militare del 1 aprile 1964 (iniziato con movimenti di truppe il 31 marzo) .

L'“Ordine del giorno” inizia con la seguente frase: “Il Movimento del 1964 è una pietra miliare per la democrazia brasiliana. Il Brasile ha reagito con determinazione alle minacce che si stavano formando in quel momento”. E termina con le seguenti affermazioni: “I Paesi che hanno ceduto alle promesse dei sogni utopici lottano ancora per recuperare la libertà, la prosperità, le disuguaglianze e la civiltà che governa [sic] nazioni libere” e “Il Movimento 1964 è un punto di riferimento per la democrazia brasiliana. Molto di più per quello che ha evitato”.

La ricerca storica sul periodo ha già dimostrato, in maniera assolutamente convincente e categorica, che il discorso dei comandanti militari, che il “movimento del 1964” fosse un'azione per “salvare la democrazia dal comunismo” è insostenibile. Il colpo di Stato del 1964, come è noto, inaugurò una dittatura militare durata due decenni.

In un governo come quello attuale, di un presidente di estrema destra che nega anche il carattere dittatoriale del regime inaugurato nell'aprile del 1964, i comandanti militari vogliono negare i fatti storici. Ma non sono loro che scrivono la storia.

Il documento richiama l'attenzione, tra l'altro, sull'affermazione che le “nazioni libere”, cioè i capitalisti, sono governate non solo da “libertà, prosperità e civiltà”, ma da “disuguaglianze”. Ecco il riconoscimento, nella scelta della parola “disuguaglianze”, di una verità fattuale.

Nell'“Ordine del giorno” del ministero della Difesa, in modo rivelatore, le “disuguaglianze” devono essere ricercate dai Paesi senza libertà, cioè quelli governati da partiti comunisti, secondo la retorica dei comandanti militari. È un riconoscimento, intenzionale o meno, che conciliare la lotta per le libertà con la lotta per l'uguaglianza è ciò che caratterizza la sinistra democratica.

I diritti sono lasciati all'accettazione – e anche alla difesa – delle disuguaglianze, insieme alle false libertà, perché ristrette a una porzione assolutamente minoritaria della società.

*Katia Gerab Baggio è storico e professore di Storia delle Americhe presso l'Università Federale del Minas Gerais (UFMG).

Riferimento

Si può accedere all'“Ordine del giorno riferito al 31 marzo 1964”. in questo collegamento.

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