da MARCELLO AITH*
I processi di rottura democratica iniziano invariabilmente con l’indebolimento del potere giudiziario, come è avvenuto in Ungheria con il dittatoriale primo ministro Viktor Orbán
Il 9 settembre 2024, i deputati dell’ala bolsonarista hanno presentato una nuova richiesta di impeachment contro il ministro della Corte Suprema Federale (STF), Alexandre de Moraes. Nel documento vengono evidenziati i seguenti fatti per configurare un reato di responsabilità: “Si segnala che il ministro Alexandre de Moraes avrebbe utilizzato la sua posizione per falsificare prove illegittime e illegali con l'obiettivo di persecuzione politica, avvio di procedimenti giudiziari, richiesta di , applicazione di misure legali e perfino di sanzioni! Questo è un attacco alla democrazia, al giusto processo legale, alla strumentalità degli atti procedurali e alla sicurezza giuridica!”
Il processo di impeachment di un ministro della Corte Suprema Federale (STF), in Brasile, è una procedura complessa che prevede diversi passaggi. La Costituzione, all'articolo 52, capoverso II, stabilisce che spetta al Senato federale perseguire e giudicare i ministri dell'STF per i reati di responsabilità. La legge n. 1.079/1950, a sua volta, è la norma infracostituzionale che definisce i reati di responsabilità e regola l'iter processuale. I reati di cui sono responsabili i ministri della STF sono specificamente elencati nell'articolo 39 della legge n. 1.079/1950.
I principali reati di responsabilità imputabili ad un ministro della STF sono: eccesso o abuso delle funzioni giudiziarie, esercizio arbitrario del potere o in violazione della normativa vigente (Esercizio arbitrario del potere); rendere sentenze o decisioni manifestamente contrarie al testo espresso della Costituzione o delle leggi (Decisioni in disaccordo con le Leggi); non garantire il rispetto delle norme costituzionali e giuridiche, soprattutto nei casi di grave violazione dei diritti fondamentali (Mancata tutela della Costituzione); compiere atti che compromettano l'onore, la dignità ed il decoro della carica di ministro della STF (Condotta Incompatibile con la Dignità della Carica); porre in essere atti di corruzione o accettare vantaggi indebiti in ragione della propria posizione (Corruzione); interferire con i compiti di altri poteri o organi, violando il principio di separazione dei poteri (Undue Interference).
Sebbene in Brasile sia adottato il sistema accusatorio – diversi attori nel processo per indagare, accusare e giudicare – il Regolamento Interno della Corte Suprema Federale autorizza che, nelle ipotesi elencate nell’articolo 43 (RI – STF), il ministro presieda il indagini e partecipa al processo.
In questo modo, rientrano nell'ambito di applicazione le richieste di informazioni e di accertamento di indagini dirette ad altri organi della magistratura, formulate dal ministro Alexandre de Moraes, per indagare sul coinvolgimento di alcune persone negli atti dell'8 gennaio 2023. dei limiti stabiliti dal Regolamento interno della Corte – una norma con natura di legge –, che, in teoria, escluderebbe le accuse avanzate nella richiesta di impeachment presentata dai deputati e senatori di Bolsonaro.
Nel caso in cui il Senato Federale consideri l’ammissibilità e il trattamento della richiesta di impeachment, dovrà seguire le norme procedurali previste dall’articolo 41 della legge n. 1.079/1950.
In effetti, la procedura inizia con la presentazione di una denuncia formale, che può essere presentata da qualsiasi cittadino, segnalando, motivatamente, anche indicando prove, che un ministro della STF ha commesso un reato di responsabilità. La denuncia deve essere motivata e contenere le prove delle accuse.
Dopo il protocollo, i fascicoli vengono trasmessi al Presidente del Senato, che decide se autorizzare o meno il trattamento. Previa autorizzazione, viene formato un apposito comitato, che avrà la funzione di predisporre una relazione sul reclamo e di approvare preliminarmente se lo stesso soddisfa o meno i requisiti di legge. Dopo aver preparato il rapporto, questo può essere approvato o rifiutato.
Se approvata a maggioranza semplice (metà più uno dei presenti in commissione), la relazione è trasmessa all'Aula del Senato per deliberarne l'ammissibilità. Sempre a maggioranza semplice, se l'Aula ammetterà il processo di impeachment, inizierà la procedura vera e propria, con la rimozione cautelare del ministro per un massimo di 180 giorni.
Non si può dimenticare che il ministro accusato ha il diritto di presentare una difesa scritta e di essere ascoltato durante il processo. Il diritto al contraddittorio e alla piena difesa deve essere pienamente garantito.
Una volta completata l'istruttoria, il caso viene portato in giudizio nella plenaria del Senato. Vale la pena notare, tuttavia, che il quorum richiesto per l’approvazione dell’impeachment è pari a due terzi dei senatori. Una volta approvata l’impeachment, il ministro viene immediatamente rimosso dall’incarico e può essere interdetto dai pubblici uffici per un massimo di cinque anni.
Non vi è dubbio che i reati di responsabilità siano strumenti essenziali per garantire che i ministri della STF adempiano ai loro compiti con integrità e imparzialità. La possibilità di impeachment funge da meccanismo di controllo ed equilibrio, garantendo che la magistratura agisca entro i limiti costituzionali e legali, preservando la fiducia del pubblico nel sistema giudiziario.
Tuttavia, dobbiamo stare molto attenti che non serva come meccanismo per attaccare gli oppositori politici o anche i ministri della Corte Suprema che hanno una posizione giuridica diversa. Spero che i senatori abbiano la saggezza di non creare un’instabilità istituzionale senza precedenti nel Paese.
Non si può dimenticare che i processi di rottura democratica iniziano invariabilmente con l’indebolimento del potere giudiziario, come è avvenuto in Ungheria con il dittatoriale primo ministro Viktor Orbán, che è una delle grandi roccaforti dell’estrema destra. Viktor Orbán ha insegnato la via delle pietre, rovinando l’indipendenza della Corte Costituzionale per instaurare la sua “democrazia illiberale” e aumentando il numero dei seggi nella Corte Suprema ungherese da 11 a 15 giudici, nominando i quattro nuovi incarichi con giudici alleati.
Inoltre, ha approvato meccanismi per forzare il pensionamento dei giudici più anziani della Corte, con il chiaro intento di sbarazzarsi di coloro che non erano allineati con le sue posizioni conservatrici. Con queste e altre misure, Viktor Orbán ha indebolito la magistratura ungherese, modificando gli equilibri tra i tre poteri.
Le somiglianze tra le azioni generate dal dittatore ungherese, volte a indebolire la Corte suprema del paese, con le principali bandiere difese dai bolsonaristi, non sono semplici coincidenze, ma metodi di rottura democratica.
*Marcello Aith è un avvocato penalista con un master in diritto penale presso la PUC-SP.
la terra è rotonda c'è grazie ai nostri lettori e sostenitori.
Aiutaci a portare avanti questa idea.
CONTRIBUIRE