da DANIELE BRASILE*
Commento al libro recentemente pubblicato di Regina Dalcastagnè
Diversi saggi letterari, la stragrande maggioranza originati da obblighi rituali accademici, assomigliano a serpenti che si avvolgono attorno alla loro preda in modo tale da confondersi con essa. Tentano di estrarre il liquido vitale da un racconto, un romanzo, una poesia, un autore, in un tentativo quasi prometeico di ottenere luce propria. Alcuni ci riescono, rendendo l'oggetto del desiderio ancora più grande. Altri sono predatori, lasciano solo resti, lasciando lo scheletro della vittima esposto agli elementi del tempo, ma anche loro non sopravvivono. E la maggior parte sono zecche, piccoli parassiti sulla pelle di un bue che continueranno a pascolare tranquillamente nelle biblioteche e nelle menti dei suoi lettori.
Immagine e parola
Spesso parliamo e pensiamo usando immagini, come nel paragrafo precedente. Il rapporto tra la figura e la parola è così ancestrale che si può dire che siano nati quasi contemporaneamente. Pittogrammi, geroglifici, ideogrammi. Gli studi linguistici di Ferdinand de Saussure (1857/1913) e Charles Peirce (1839/1914) hanno aperto strade all'interpretazione di questi significati e significanti, stabilendo relazioni tra lingua e altre lingue.
Sebbene questa sia una questione ampiamente discussa negli ambienti accademici, non è ancora chiara al pubblico in altre aree del sapere. Gli studi letterari brasiliani non sono molto prodighi nello stabilire relazioni tra testi e immagini. Ecco perché questo insieme di saggi di Regina Dalcastagnè, docente di letteratura brasiliana all'Università di Brasilia, richiama la nostra attenzione.
Ci sono nove saggi provocatori e un'introduzione che ne vale uno in più. Dalcastagnè stabilisce una serie di riflessioni incrociate su letteratura e arti visive: incisione, pittura, fotografia. Il famoso rinoceronte di Dürer (1471/1528), che illustra la copertina, è il punto di partenza per analisi che non abbandonano mai la lettura critica della realtà, scrutando le molteplici possibilità della “verità”, letteraria o visiva.
La professoressa dirige la rivista Estudos de Literatura Brasileira Contemporânea e coordina un gruppo di studio che ha già ricercato quasi 700 romanzi, pubblicati dal 1990 al 2014. I suoi studi stabiliscono uno spaccato di classe, genere e razza, costruendo una sociologia della letteratura. In un libro precedente, ha dimostrato statisticamente che l'universo immaginario brasiliano è dominato da uomini bianchi della classe media, residenti nelle metropoli. (Letteratura brasiliana contemporanea: un territorio conteso, ed. Orizzonte).
In questa nuova serie di test, L'unghia e il rinoceronte, l'autore rafforza la visione sociale, e incorpora feconde analogie con la produzione visiva del nostro Paese. Illustrato con immagini di Vik Muniz, Bispo do Rosário, Iberê Camargo, João Câmara e Rosangela Rennó, oltre a fotografie, lettere e pubblicazioni. Regina Dalcastagnè mette la lente d'ingrandimento su Salim Miguel e Eglê Malheiros, redattori dell'eroica rivista Sul, negli anni Cinquanta; fa paragoni tra Paulo Lins (Città di Dio) e Aluisio Azevedo (il condominio), ricorda lo spirito pionieristico di buon creolo, di Adolfo Caminha; evidenzia Maria Carolina de Jesus e tutto il suo contesto, passando per Ana Maria Gonçalves (Un difetto di colore), Marilene Felinto (Donne di Tijucopapo) e Conceição Evaristo (Ponzia Vicenzioe Vicoli della memoria).
Autori “periferici”, come Sacolinha, Vário do Andaraí, Sérgio Vaz e Ferréz, colorano il pannello costruito dall'autore, che non si limita alla parola d'ordine dei poveri-neri-oppressi, ma espande storicamente la sua prospettiva inclusiva e interrogativa di IL status quo. Non a caso l'epigrafe dell'introduzione è di David Kopenawa Yanomami.
Il bel saggio che chiude il libro riprende la questione del verbo image, tracciando relazioni tra l'opera dello scrittore di racconti ebreo Samuel Rawett e l'incisore Oswaldo Goeldi, il romanziere Autran Dourado e il pittore Iberê Camargo, lo scrittore Sérgio Sant'Anna e il pittore João Câmara. Relazioni rumorose per alcuni, eufoniche per altri, che assolvono alla funzione di stimolare la curiosità del lettore per una migliore conoscenza delle opere e degli autori, oltre a proporre quesiti concettuali di grande attualità.
Come dice l'autore, sono “risposte che artisti della stessa generazione, operanti in diverse forme espressive, offrono alle domande del loro tempo, specialmente quelle relative alla rappresentazione dell'altro”.
* Daniele Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
Riferimento
Regina Dalcastagne. L'unghia e il rinoceronte: resistenza nella letteratura brasiliana. Porto Alegre, Ed. Zouk, 2021, 238 pagine.