Il pregiudizio ideologico dei verbali del Copom

Immagine: Dom J.
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da PEDRO HENRIQUE MAURICIO ANICETO*

L'“arte” di redigere questi documenti a.C., menzionata da Gabriel Galípolo e percepita da Caetano Veloso, risiede nella capacità di mascherare il loro orientamento ideologico sotto l'apparenza della neutralità tecnica.

La comunicazione istituzionale della Banca centrale svolge un ruolo fondamentale nella formulazione e diffusione delle linee guida della politica monetaria; i verbali del Comitato di politica monetaria (Copom) costituiscono strumenti discorsivi fondamentali per strutturare le percezioni e legittimare le decisioni economiche. Sebbene i presenti verbali siano presentati come documenti tecnici, la loro costruzione discorsiva comporta scelte lessicali e sintattiche che orientano la comprensione della situazione economica.

Nel contesto dei verbali del Copom del 29 gennaio 2025, è possibile osservare una complessa rete di significati che influenza il modo in cui viene intesa la direzione della politica monetaria. Questo articolo propone un'analisi critica di questo discorso, basata sull'analisi del discorso di Michel Pêcheux e sull'approccio assiologico di Phil Graham, con l'obiettivo di dimostrare come il linguaggio utilizzato nei verbali rifletta una specifica visione del mondo, che privilegia la stabilità inflazionistica a scapito di altri fattori socioeconomici.

La Banca Centrale e la costruzione del discorso neutrale

Il linguaggio adottato nei verbali del Copom ha un tono tecnico e apparentemente neutro; tuttavia, analizzandone la struttura discorsiva, è possibile individuare delle impronte ideologiche che condizionano l'interpretazione della situazione economica. Come sostiene Michel Pêcheux, i discorsi non sono meramente descrittivi, ma elementi attivi nella riproduzione di una certa visione della realtà (Orlandi, 2005). Nel caso specifico del Copom, termini come “sfide inflazionistiche”, “situazione esterna avversa” e “pressioni sui mercati del lavoro” giocano un ruolo decisivo nella costruzione di una narrazione che giustifichi l’adozione di misure monetarie restrittive.

Questa narrazione rafforza il primato della lotta all'inflazione come principio guida della politica economica. Espressioni come “rischio fiscale” e “necessità di disciplina” contribuiscono a trasferire la responsabilità di possibili squilibri economici al settore pubblico e alla crescita salariale, mentre fattori strutturali, come l’elevato tasso di interesse reale e la vulnerabilità dell’economia ai flussi finanziari internazionali, vengono minimizzati o omessi.

Questo quadro è in linea con i precetti dell'ortodossia neoliberista, che difende la limitazione dell'azione dello Stato e la prevalenza delle dinamiche di mercato come regolatori naturali del sistema economico.

Assiologia e valutazione nel discorso monetario

Phil Graham (2023) sostiene che l'analisi assiologica del discorso rivela come determinati valori siano attribuiti a concetti apparentemente tecnici. Nel caso dei verbali del Copom, la categorizzazione delle variabili economiche come “rischi”, “pressioni” e “sfide” stabilisce una gerarchia discorsiva che marginalizza le preoccupazioni sociali, come l’occupazione e la distribuzione del reddito, a favore del primato del controllo dell’inflazione.

Un esempio concreto di questa gerarchia si può vedere nel testo del verbale, in cui si afferma: “il mercato del lavoro rimane vivace, rendendo difficile valutare in che misura un possibile rallentamento rifletterebbe un indebolimento della domanda o delle pressioni dell’offerta”.

Questa affermazione presuppone che il mantenimento della crescita economica e della creazione di posti di lavoro rappresenti un fattore di instabilità che deve essere contenuto per garantire la stabilità macroeconomica. In questo modo si legittima l’adozione di politiche monetarie restrittive, associando però implicitamente la valorizzazione del lavoro a un problema da correggere.

Smantellare le aspettative e la retorica del controllo

Un altro elemento discorsivo fondamentale nei verbali è la nozione di “disancoraggio delle aspettative di inflazione”, menzionata ripetutamente come fattore di rischio. Questa espressione funziona come un meccanismo retorico che sposta la responsabilità del mancato raggiungimento degli obiettivi di inflazione dai decisori della politica monetaria agli agenti privati, come consumatori e imprenditori.

Pertanto, il “de-ancoraggio” viene utilizzato come giustificazione per il mantenimento di una politica monetaria austera, rafforzando la necessità di disciplinare il mercato aumentando i tassi di interesse.

Inoltre, nei verbali vengono utilizzate espressioni come “incertezze economiche e geopolitiche” per descrivere lo scenario esterno, rafforzando la necessità di cautela nella conduzione della politica monetaria interna. Questa formulazione omette l'impatto delle decisioni interne sul contesto economico e maschera l'influenza dei fattori strutturali che potrebbero essere gestiti attraverso strategie alternative.

In questo modo, la responsabilità della volatilità dei tassi di cambio e di interesse viene attribuita a elementi esterni e imprevedibili, esentando la Banca Centrale da un esame più approfondito del proprio operato.

Pensieri finali

L'analisi discorsiva dei verbali del Copom rivela che il suo linguaggio non è meramente descrittivo, ma piuttosto strutturato da valori e interessi specifici. La scelta e l'articolazione dei termini utilizzati nel documento contribuiscono a naturalizzare alcune premesse economiche, mentre le alternative politiche vengono rese invisibili.

L’“arte” di redigere questi documenti, menzionata da Gabriel Galípolo e percepita da Caetano Veloso, risiede proprio nella capacità di mascherare il loro orientamento ideologico sotto l’apparenza della neutralità tecnica.

Una comprensione critica del linguaggio utilizzato dalla Banca Centrale è essenziale per ampliare il dibattito sulle politiche macroeconomiche e sul loro impatto sulla società. L'analisi qui proposta dimostra che, quando sceglie le parole, la Banca centrale sceglie anche una visione del mondo, rafforzando un modello economico che privilegia determinati interessi a scapito di altri.

Mettendo in discussione le scelte discorsive contenute nei verbali, diventa possibile far emergere i fondamenti ideologici che sostengono le loro raccomandazioni e, quindi, favorire un dibattito più democratico e plurale sulle politiche economiche adottate in Brasile.

*Pedro Henrique Mauricio Aniceto studia economia all'Università Federale di Juiz de Fora (UFJF).

Riferimenti


COPOM. Verbale della 268a riunione. Banca Centrale del Brasile, 29 gennaio. 2025.

GRAHAM, Phil. Analisi del discorso assiologico: dopo il neoliberismo. Studi sul discorso critico, 2023.

ORLANDI, Eni. Analisi del discorso: principi e procedure. Bologna: Einaudi, 2005.

PÊCHEUX, Michel. Il discorso: struttura o evento. Bologna: Einaudi, 1997.


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