da JEAN PIERRE CHAUVIN*
Estratto, selezionato dall'autore, dal libro appena uscito
Nel 1995, Jorge Antonio Ruedas de la Serna (1945-2018) mise in dubbio il minore interesse degli studiosi brasiliani ad avvicinarsi ai testi prodotti durante il cosiddetto Arcadismo. Per lo studioso messicano ciò era dovuto al fatto che la poesia di quel periodo portava con sé ambiguità stilistiche e politiche (in aderenza all’ipotesi formulata da Antonio Candido in Formazione della letteratura brasiliana, nel 1959).
Comunque sia, nell'anno successivo alla pubblicazione di Arcadia: tradizione e cambiamento, Ivan Teixeira ha proposto di affrontare gli aspetti sincronici e diacronici della poesia arcadica, con un'enfasi sulla produzione di Basílio da Gama. Nel 1997, Joaci Pereira Furtado mise in discussione l'uso di termini imprecisi nei manuali di letteratura brasiliana, che avevano consolidato l'immagine secondo cui gli uomini alfabetizzati che occupavano o attraversavano i villaggi del capitanato di Minas Gerais erano stati risvegliati dal sentimento nativista. Inventati come poeti dotati di genio, la competenza tecnica si diluiva nella traiettoria ambivalente tra burocrazia cortese e denuncia versificata.
Il dibattito sulla socialità cortese e sul ruolo delle lettere come componente della figurazione nobilitante è stato ripreso dallo storico Marco Antonio Silveira, che nel 1997 ha descritto la composizione stratificata di Vila Rica, dove lo sforzo di distinguersi socialmente e politicamente giustificava la impegno dei laureati nell'inserirsi in una struttura guidata da innumerevoli codici, leggi e precetti.
L'anno successivo Perfecto Cuadrado pubblicò un'ampia antologia (Poesia portoghese del XVIII secolo) in cui metteva in dubbio anche il posto delle poesie settecentesche negli studi letterari: «Il Settecento è stato generalmente mal trattato [sic] (e bistrattato) dalla storiografia e dalla critica letteraria portoghese”. La raccolta pubblicata in Galizia fa eco all'avvertimento contenuto nella tesi di Ruedas de La Serna, a San Paolo.
Quarant'anni dopo Formazione della letteratura brasiliana essere pubblicato, Ivan Teixeira è tornato sulla scena editoriale con risultati impressionanti Il mecenatismo pombalino e la poesia neoclassica: lavoro decisivo per rivalutare i testi prodotti sotto la lente d'ingrandimento dell'Inquisizione, il potere di Sebastião José de Carvalho e Melo e i precetti allora in vigore.
Nel 2001, Alcir Pécora ha inserito nella raccolta l'importante capitolo “L'amore per le convenzioni”, dedicato alla poesia di Silva Alvarenga. Macchina del genere. Passarono due anni, fino al Revisione USP pubblicare il dossier Colonia del Brasile, con numerose collaborazioni sulle cosiddette questioni coloniali, con enfasi sugli articoli di Luciana Gama e Ricardo Martins Valle – questo, nell'anno prima di completare la sua tesi di dottorato sull'opera di Cláudio Manuel da Costa.
Risale anch'esso al 2003 Queste scogliere, versione in libro della tesi di master difesa nel 1996 da Sérgio Alcides, in cui metteva in guardia anche sui rischi della lettura delle poesie di Cláudio Manuel da Costa sotto la lente d'ingrandimento psicologizzante, legati alla mera soggettività personale. Nel 2008, la tesi di Djalma Espedito de Lima, Intorno all'epopea ricco villaggio, ha ricevuto il premio Capes ed è stato pubblicato come libro. Da allora è diventato più difficile (se non imbarazzante) ignorare o trascurare gli studi relativi alla poesia e alle arti prodotti nel corso del XVIII secolo, nell'ex Stato del Brasile.
Più recentemente, vanno menzionate la tesi di master (2017) e quella di dottorato (2020) prodotte da Caio César Esteves de Souza, che ha scoperto poesie inedite attribuite ad Alvarenga Peixoto; e l'analisi dettagliata delle edizioni di Marilia de Dirceu, guidato da Heidi Strecker durante il suo master, concluso nel 2020.
In questo saggio si discute del motivo per cui i poemi bucolici che circolavano nel XVIII secolo vennero descritti e classificati in modo impreciso in florilegios, raccolte e manuali della cosiddetta letteratura brasiliana, scritti a partire dal XIX secolo. Per evitare anacronismi, si intende collocare e caratterizzare in modo diverso la poesia prodotta nell'universo portoghese-brasiliano, tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima metà del XVIII secolo, il che comporta il ripercorrere versi prodotti da numerosi studiosi che vivevano sotto e al di là del mare in quel periodo.
A tale scopo sono state consultate raccolte di poesie prodotte nel corso del XVIII secolo. Per meglio discutere la questione, il lavoro si è concentrato su due aspetti: (i) revisione della storiografia “letteraria” portoghese-brasiliana, in particolare di quella svolta nel Paese; (ii) Breve analisi delle opere prodotte in alcune parti del regno del Portogallo, durante il periodo.
Riguardo al secondo punto vale la pena segnalare Evaldo Cabral de Mello (2002, p. 15), in Un immenso Portogallo, che “[Nel 1822] i nazionalisti non eravamo noi, ma i portoghesi del Portogallo che, dentro e fuori i tribunali di Lisbona, gridavano contro quello che sembrava loro lo scandaloso capovolgimento dei ruoli attraverso il quale il Brasile era diventato il centro del Monarchia portoghese, relegando la metropoli alla posizione di colonia”.
Em Pietra, Penha, scogliera, la poesia attribuita ai letterati del XVII secolo viene considerata come testo e pretesto per illustrare il tentativo di unirsi al autorita (modelli tratti dalla tradizione greco-latina, medievale e moderna), e naturalmente discutere gli usi della retorica e della poetica nei versi prodotti, sotto la tunica ecclesiastica e il manto reale, recuperando la lezione di Ernst Kantorowicz sul temporale e sullo spirito del re . Tenete presente il carattere convenzionale e protocollo, applicato alle poesie e alle performance mascherate degli uomini alfabetizzati,[I] dell’epoca – che non avevano un rapporto diretto con il senso “nativista”, né implicavano la “spontaneità”, frutto di sentimenti “ispirati” dalla natura locale.
* Jean-Pierre Chauvin Professore di Cultura e Letteratura brasiliana presso la Scuola di Comunicazione e Arti dell'USP. Autore, tra gli altri libri di Sette discorsi: saggi sulle tipologie discorsive (Editore Cancioneiro). [https://amzn.to/3sW93sX ]
Riferimento
Jean-Pierre Chauvin. Pedra, Penha, Penhasco: l'invenzione dell'arcadismo brasiliano,. San Paolo, Pedro & João Editores, 2023, 100 pagine. Disponibile qui.
Nota
[I] Esaminando la poesia di Cláudio Manuel da Costa, Ricardo Martins Valle (Revisione USP, N. 57, 2003, pag. 119) si rese conto che “La favola inventa la creazione di un fiume, nato da una pietra, scavata dalla terra, che servirà poi a sostenere la cura degli uomini presenti. Il mito modula due cadute, quella di suo padre e la sua, e tre numeri agiscono, come machina, sulla tragedia: Giove, Apollo e Amore. Per quella civiltà retta da ordinamenti regali, le potenze di concertazione e di confusione nel mondo erano sorrette dagli attributi di queste tre divinità pagane che dovevano servire da ornamento al documento dei versi di Claudio”.
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