da CHICO ALENCAR*
Commento alla vita e alla morte del vescovo emerito di São Félix do Araguaia
Il cuore di Pedro Casaldáliga, catalano del mondo, ha smesso di battere l'8 agosto 2020, dopo 92 anni di esistenza terrena. Cattolico ecumenico, dedito a tutte le missioni di Giustizia e Libertà, vescovo emerito di São Félix do Araguaia (MT), Pedro ha fatto la sua traversata.
Il cuore di Pedro, pietra e fiore, poeta e profeta, “combattente sconfitto di cause invincibili” – come amava dire -, continuerà a battere, ispirando il cammino di chi verrà dopo di lui. Di quelli che verranno dopo di noi, tuoi compagni di fede, di sogni e di lotte. La vita di chi testimonia non è mai perduta.
Le volte che ho incontrato Pedro – non molte, purtroppo – ho scherzato: “dovresti essere tu il nostro papa!”. Rispondeva con lo stesso tono, con il suo buon umore: “Proprio per questo, perché le persone come te vogliano, non sarò mai; inoltre, non ho vocazione per un principe”.
Pedro vedeva però in papa Francesco, al vertice della più longeva istituzione monarchica d'Occidente, una benedizione, un tentativo di ritorno al cristianesimo dalle catacombe, dall'inizio. Per Pedro, la cosa coerente per essere cristiano era essere spogliato e scontento: “non possedere nulla, non portare nulla, non chiedere nulla, tacere e, soprattutto, non uccidere nulla!”.
Era la dittatura che voleva uccidere Pedro, era il latifondo. Il suo compagno di evangelizzazione, padre João Bosco Burnier, è stato ferito a morte, ma non ha riportato danni. Tentarono di espellerlo dal paese, come fecero con padre Francisco Jentel, suo pari nella prelatura, ma per l'intervento di papa Paolo VI, che lo aveva nominato vescovo, non ci riuscirono.
Pedro era una speranza resistente: “siamo la solitudine che sopportiamo, che accogliamo, che condividiamo, che trascendiamo!”.
È simbolico della sua solidarietà viscerale con gli oppressi che il corpo di Pedro sia stato cancellato il giorno in cui, in Brasile, abbiamo raggiunto i 100mila tragici morti per Covid. Pedro è lì, luce nell'oscurità, a confortare gli afflitti, a denunciare l'insensibilità dei poteri marci – come ha fatto per tutta la vita.
Pedro era vescovo con l'anello tucum, con il pastorale che era un bastone o un remo indigeno, con il cappello di paglia come mitra. Pedro Bispo dos Commons, dalla calcinata e immensa terra brasiliana, dalle profonde acque dell'Araguaia. Pedro dei poveri e degli oppressi, dei contadini, degli indios, dei diseredati della terra: “Nel grembo di Maria, Dio si è fatto uomo. Ma, nella bottega di Giuseppe, anche Dio si è fatto classe”. Pietro della Liberazione!
Così predicava, così viveva. Ecco perché la morte, quando venne, volendo qualcosa di suo, non trovò nulla da prendere. Tutto è stato donato, consegnato, condiviso. Così la morte è stata vinta da Pietro, la pietra angolare.
Molto più dense delle nostre, le parole vissute di Pietro continueranno a guidarci e ad animarci – misteri della fede:
“Riposare / voglio solo questa croce di legno / come pioggia e sole / queste sette campate / e la risurrezione”. Pedro chiese di essere seppellito nella sua terra adottiva, nel cimitero di Carajás, all'ombra di un pequi, tra le precarie tombe di un bracciante e di una prostituta. Pietro sapeva, come è scritto nel Vangelo di Matteo (21, 31), che essi ci precederanno nel Regno dei Cieli.
Pedro Casaldaliga, amico fedele del Gesù dei poveri, frammento di Dio sulla terra, si compie nel Corpo Mistico, Cosmico ed Eterno dell'Amore Onnipotente, che tanto ha servito. Pedro è nelle lotte di tutti i popoli, di tutti i tempi, per la sua/nostra emancipazione. Gloria, grazie!
* Chico Alencar Professore all'UFRJ, scrittore ed ex deputato federale (PSOL/RJ).