da AUTORI MULTIPLI*
Lettera di docenti e ricercatori dell'Unesp, dell'Unicamp e dell'USP
Per le loro convinzioni democratiche, critiche e umaniste, i sottoscritti – professori e ricercatori dell’UNESP, Unicamp, USP e altre istituzioni – si presentano pubblicamente per esprimere la loro illimitata solidarietà al popolo palestinese.
Dall’ottobre 2023 ad oggi, in modo sconvolto e impotente, abbiamo assistito all’aggravarsi della tragedia umanitaria a Gaza. Ogni giorno vengono brutalmente uccise vite umane e non rimangono altro che macerie e rovine delle strutture vitali della popolazione della regione.
Le statistiche sono sorprendenti: due milioni di persone (l’80% della popolazione) sono state espulse dalle loro case e sono a rischio permanente di pulizia etnica. Il 70% degli edifici – case, ospedali, chiese, scuole e tutte le 12 università – sono stati bombardati e distrutti con il chiaro obiettivo di trasformare Gaza in una regione inabitabile e desertica.
Sono state uccise più di 40mila persone (di cui il 70% bambini e donne); 19mila bambini sono rimasti orfani. A più di mille di loro sono state amputate una o due parti del corpo e decine di migliaia di famiglie sono state cancellate dall'anagrafe. Le segnalazioni di insospettate entità per i diritti umani sulla distruzione di Gaza sono infinite e le immagini e i video a cui abbiamo accesso quotidianamente sono scioccanti e aumentano la nostra indignazione.
I più recenti attacchi delle potenti forze armate israeliane contro un campo profughi a Rafah, nel sud di Gaza – attraverso i quali sono stati bruciati bambini, donne e anziani (almeno 45 morti e più di 200 feriti) – dimostrano, in definitiva, l’intenzione dell’attuale governo israeliano di annientare il popolo palestinese.
Di fronte a questo scenario di violenza senza precedenti, folle e senza fine, non possiamo restare in silenzio. Rifiutarsi di parlare di Gaza in questo momento non può che significare connivenza con i “crimini contro l’umanità” in corso.
Riconoscendo i gesti e le iniziative umanitarie del governo brasiliano, uniamo quindi la nostra voce a tutti coloro che chiedono che il Brasile si unisca alle altre nazioni che hanno interrotto le relazioni diplomatiche e commerciali con lo Stato di Israele. Tutti questi governi esigono in modo tempestivo e giustificato il rispetto delle decisioni internazionali che chiedono il cessate il fuoco, la fine del genocidio e l’attuazione del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
Il mondo chiede la fine dell’occupazione militare israeliana illegale dei territori palestinesi e la fine del sistema disumano e criminale di apartheid a cui è sottoposto il popolo palestinese.
Prendendo le parole di A Lettera di intellettuali e artisti rivolte, in questi giorni, al Presidente della Repubblica Luiz Inácio Lula da Silva, riteniamo che queste urgenti prese di posizione possano costituire un valido contributo per fermare il genocidio e la pulizia etnica del popolo palestinese.
Palestina libera e sovrana!
Il supporto alla lettera può essere dato attraverso il link: https://forms.gle/ZyRpbhjpCGZXZwbr6
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