Non è peggio di quello che è?

Immagine: Nesrin Öztürk
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da JEAN PIERRE CHAUVIN*

Tiririca aveva torto e lui lo sapeva: era andata peggio di prima. E molto. Non passerà molto tempo prima che una parte significativa dei deputati difenderà la fine dello Stato laico

Il buon senso brasiliano conosce molto bene i luoghi comuni che denotano un certo ottimismo obbligatorio. Rime come "è meglio gocciolare che mancare"; “non parte da terra”; oppure “non c’è niente di peggio di quello che è” – questo, trasformato in slogan da un candidato alle pubbliche relazioni qualche anno fa – esprimono un modo superficiale, forse ingenuo, di prevedere le oscure conseguenze di scelte incerte.

Vuoi per leggerezza o per disillusione nei confronti dello scenario nazionale, il fatto è che ci siamo abituati a convivere con candidati senza alcuna rilevanza sociale, culturale o politica, progettati da alcuni gruppi di partito (e finanziati dai grandi imprenditori), con l’obiettivo di ottenere voti grazie alla sua visibilità sui cosiddetti media mainstream.

Votazioni irresponsabili per figure di questo tipo hanno già portato conseguenze dannose, sia a livello locale che federale. Non sarebbe necessario ricordare il discorso grottesco di esseri senza nome che si burlavano della morte; negavano la scienza; ha creato un elenco di nemici (contrariamente al patriottismo arak); ha stretto patti con fazioni criminali; hanno offeso le persone (già vittime di vari pregiudizi); incoraggiato la violenza fisica e simbolica; hanno articolato macchine produttrici di odio; divulgato notizie false; ha partecipato a programmi di corruzione su tutti i livelli (dal racket all'appropriazione indebita di gioielli); aziende redditizie privatizzate, ecc.

Un candidato candidato sindaco della capitale San Paolo quest'anno sta ripetendo parte delle strategie dell'estrema destra, imprecando e diffondendo pseudo-informazioni, senza supporto di alcun dato verificabile. Se non bastassero gli attacchi infondati ai suoi avversari, lanciati da questo candidato occasionale, pieno di luoghi comuni dell'universo istruire, parte della stampa aziendale agisce in una direzione simile, attenuando le responsabilità dell’ex presidente e di coloro che lo trattano come “leader” o “capo”.

Nonostante ciò, in questo momento il 16% degli intervistati a San Paolo si dichiara favorevole all'argomento. Come si può prendere sul serio le bugie diffuse da una persona indagata penalmente (a causa delle sue dichiarazioni infondate) dalla Procura? Come si può credere che coloro che sostengono il bolsonarismo, come lui, agiscano “contro il sistema”?

Tiririca aveva torto e lui lo sapeva: era andata peggio di prima. E molto. Non passerà molto tempo prima che una parte significativa dei deputati difenderà la fine dello Stato laico e naturalizzerà i discorsi deliranti di persone pseudo-religiose che vivono a spese della buona fede dei loro fedeli.

* Jean-Pierre Chauvin Professore di Cultura e Letteratura brasiliana presso la Scuola di Comunicazione e Arti dell'USP. Autore, tra gli altri libri di Sette discorsi: saggi sulle tipologie discorsive. [https://amzn.to/4bMj39i]


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