povere creature

Edvard Munch, 1920
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da BRUNO FABRICIO ALCEBINO DA SILVA*

Considerazioni sul film diretto da Yorgos Lanthimos

Il film povere creature, diretto da Yorgos Lanthimos, approfondisce una narrazione surreale e provocatoria che affronta l'intersezione tra desiderio, controllo e identità rivelando le profondità della psiche umana. Ricevendo 11 nomination agli Oscar, attraverso il viaggio di Bella Baxter, interpretata in modo accattivante da Emma Stone, il film espone le complessità della maturazione femminile nel mezzo di una società oppressiva e limitante.

La trama si svolge attorno a Bella, una figura la cui unicità trascende i limiti della comprensione convenzionale. È un amalgama di elementi disparati, dalla sua stessa costituzione fisica alle sue interazioni sociali. Sotto la meticolosa manipolazione del medico Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe), ironicamente soprannominato Dio (Dio in inglese), Bella viene presentata al mondo con un corpo modificato, una meraviglia della scienza che ospita il cervello di suo figlio. Questa straordinaria peculiarità fisica non solo evidenzia la natura bizzarra e surreale dell'universo del film, ma funge anche da potente metafora dell'eterna battaglia tra desiderio e controllo.

Portando con sé il cervello del figlio, Bella incarna la fusione di due esistenze, due identità distinte unite in un'unica entità fisica. Questa fusione non solo sfida le nozioni convenzionali di individualità e identità, ma fa anche luce sulla complessa interazione tra maternità, autonomia e sacrificio. La presenza di suo figlio dentro di lei non è solo una peculiarità fisica, ma una vivida manifestazione del conflitto interiore di Bella tra i suoi bisogni e desideri e le aspettative riposte su di lei dalla società e dalle figure autoritarie maschili.

Pertanto, la metamorfosi di Bella non è solo una trasformazione fisica, ma anche un viaggio alla scoperta di sé e all'empowerment. La sua esistenza trascende i limiti della normalità e del conformismo, sfidando le convenzioni sociali e culturali che cercano di adattarlo a standard predefiniti. In questo senso, la peculiarità fisica del protagonista non è solo una caratteristica curiosa della trama, ma piuttosto un elemento centrale che alimenta la narrazione più ampia del film sulla libertà, l'individualità e la ricerca infinita del vero significato dell'esistenza.

In questo contesto, l'analisi psicoanalitica di Sigmund Freud e l'opera Eros e civiltà di Herbert Marcuse emergono come preziose lenti per comprendere gli strati di significato presenti povere creature. Freud, con la sua teoria dell'inconscio e delle pulsioni primitive, mette in luce la dualità dei desideri e delle pulsioni che permeano le azioni dei personaggi. Bella, nella sua ricerca di autonomia, affronta non solo le restrizioni esterne imposte da figure come la dottoressa Baxter e suo marito Alfie (Christopher Abbott), ma anche i conflitti interni tra i suoi impulsi e le aspettative sociali.

Fin dai primi istanti del film, veniamo introdotti allo scontro tra desiderio e controllo, una dinamica che permea il viaggio di Bella, una figura che incarna la lotta per l'autonomia in mezzo a un mondo che cerca di limitare i suoi movimenti. In questo contesto possiamo vedere l'influenza della teoria freudiana sul conflitto tra Es, Io e Super-Io. Bella, con il suo desiderio libero e disinibito, rappresenta l'id, la parte istintiva e impulsiva della psiche, mentre figure come il dottor Godwin Baxter e Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo) rappresentano il superego, imponendo restrizioni e norme sociali al protagonista.

La relazione di Bella con il suo creatore, il dottor Baxter, è particolarmente interessante alla luce delle teorie freudiane. Non solo la modella fisicamente, ma cerca anche di controllare i suoi desideri e le sue esperienze, riflettendo il concetto del complesso di Edipo e della figura paterna come agente regolatore del desiderio. La costante lotta di Bella contro questo controllo simboleggia la ricerca di emancipazione e la realizzazione dei desideri repressi. Questa dinamica esplora anche temi affrontati da Freud in Il malessere della civiltà, indagando le tensioni tra pulsioni istintive e richieste sociali. La figura del dottor Baxter, che modella il corpo di Bella, riecheggia l'oppressione istituzionale, evidenziando lo scontro tra desiderio e controllo presente sia nel film che nell'opera di Freud.

Inoltre, l'opera dialoga con le idee di Herbert Marcuse sulla società repressiva e sulla necessità di una rivoluzione erotica per rompere i legami della civiltà. In Eros e civiltà, Marcuse sostiene che la repressione degli impulsi naturali da parte del sistema sociale si traduce in una società repressa e alienata. In povere creature, vediamo questa repressione manifestarsi nei tentativi di controllare Bella da parte degli uomini nella sua vita, che rappresentano le strutture di potere che cercano di soggiogare i desideri individuali per amore del conformismo sociale.

Inoltre, Herbert Marcuse offre una prospettiva critica sulla società repressiva e sulle sue strutture di controllo. Il film ritrae vividamente il costante tentativo di uomini come il dottor Baxter, Duncan e Alfie di soggiogare e dominare Bella, riflettendo i meccanismi di oppressione presenti nella società patriarcale. La lotta di Bella per l'emancipazione e l'autodeterminazione è quindi un atto di resistenza contro queste forze coercitive.

Il viaggio di Bella, segnato da scoperte e confronti con il controllo esterno, riflette il bisogno di liberazione erotica, dove il desiderio non è più represso, ma celebrato come forza vitale e creativa. L'approccio surreale e provocatorio di Yorgos Lanthimos ci invita a mettere in discussione le norme consolidate e a cercare una nuova forma di esistenza, dove vengono valorizzate la libertà individuale e l'autentica espressione dei desideri.

L'estetica del film, caratterizzata dalla combinazione di elementi surrealisti e fantastici, rafforza l'atmosfera di stranezza e alienazione che permea il viaggio di Bella. La direzione artistica, i costumi e la colonna sonora contribuiscono a creare un mondo visivamente sorprendente, dove il grottesco e il bello si intrecciano in modo intrigante.

In breve, povere creature costituisce una profonda riflessione sui temi complessi del desiderio, del controllo e dell'identità. Esplorando questi aspetti, l’opera non solo ci invita a riflettere sull’impatto della civiltà sugli individui, ma ci fornisce anche un’esperienza cinematografica coinvolgente e provocatoria. In definitiva, si distingue come una narrazione che spinge i confini del genere, offrendo una visione penetrante e affascinante delle complessità della condizione umana.

*Bruno Fabricio Alcebino da Silva Si sta specializzando in Relazioni Internazionali e Scienze Economiche presso l'Università Federale di ABC (UFABC).

Riferimento


povere creature (Cose povere)
USA, Regno Unito e Irlanda del Nord, 2023, 141 minuti
Regia: Yorgos Lanthimos
Cast: Emma Stone, Willem Dafoe, Christopher Abbott, Mark Ruffalo

Bibliografia


Freud, S. (1930). Il malcontento della civiltà. In Opere complete di Sigmund Freud (Vol. XXI). Imago Editora.

Freud, S. (1900). L'interpretazione dei sogni. Edizione standard, 4 e 5.

Marcuse, H. (1955). Eros e civiltà. Stampa del faro.


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