Politicizzare l’antipolitica

Immagine: Dila E
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da BRUNO MACHADO*

La disputa sulle narrazioni che hanno luogo nella vita politica brasiliana si basa da due decenni sul riformismo del PT e questo potrebbe aver rafforzato l’immagine pubblica della sinistra come difensore dello Stato e delle tasse.

Dai giorni di giugno 2013, la crescita di una visione del mondo legata all’antipolitica è diventata la forza più grande nella politica elettorale brasiliana. Ciò è dovuto alla crescita di un sentimento nazionale antisistema diffuso e poco teoricamente fondato. Il potente fallimento del capitalismo ha reso l’agenda anti-sistema sempre più forte.

La sinistra anticapitalista ha avuto difficoltà ad assorbire questo sentimento popolare e la destra, con la sua agenda anti-Stato, ha avuto risultati migliori nell’opinione pubblica popolare. Con la terza elezione di Lula, la sinistra si trova sempre più nella pericolosa posizione di difendere il sistema attuale, mentre deve fare i conti con il potente panico morale della destra.

Il crescente fallimento del sistema capitalista, iniziato con la crisi petrolifera degli anni ’1970 e accelerato dal neoliberismo negli anni ’1980, diventa sempre più evidente nella stagnazione della crescita salariale nel mondo, parallelamente alla crescita dei ricavi e dei profitti delle grandi multinazionali oligopolistiche. . Nei paesi centrali, questo fallimento sistemico ha alimentato il razzismo e la xenofobia. Nella periferia, dove l’immigrazione è meno rilevante, il neofacismo si nutre principalmente del fanatismo religioso, che è molto più presente nei paesi poveri che in quelli ricchi.

Poiché oggi le regole che governavano il mondo non funzionano più, le popolazioni dei paesi centrali e periferici hanno cercato alternative sempre più estreme. La sinistra globale, immersa nel riformismo, non ha soluzioni se non una difesa astratta dell’aumento delle tasse per i ricchi, che comunemente non si traduce in politiche pubbliche o, quando lo fa, non ha la rilevanza di bilancio che aveva promesso. D’altro canto, la destra propone un discorso “contro tutto ciò che c’è là fuori” cogliendo questo sentimento diffuso di antipolitica e appropriandosi della religiosità del popolo brasiliano per distogliere l’attenzione dal dibattito sul capitalismo e dai problemi reali che affliggono i lavoratori. .

Dato che l’attuale sistema è palesemente in procinto di sgretolarsi, ci si aspettava già che la forza politica più vigorosa sarebbe stata quella guidata dalla retorica anti-sistema. Sia che questo “sistema” sia inteso come capitalismo gestito dalla classe proprietaria, lo Stato stesso comandato da un’élite di politici; o, in modo più soggettivo e simbolico, la stessa modernità “sovversiva”, o, d’altro canto, la cultura del culto dell’individualismo performativo oggi. Il concetto quasi simbolico di sistema finisce per realizzarsi sia sul fronte concreto, essendo capitale o governo, sia su quello astratto, essendo modernità o individualismo.

Mentre la sinistra elettoralmente rilevante fallisce nel suo discorso superficialmente anticapitalista senza essere anticapitalista nei suoi progetti nazionali, la destra cresce attraverso l’estrema destra, dichiarando guerra agli immigrati nei paesi centrali e, nei paesi periferici, ai politici abitualmente corrotti e soprattutto sulle norme statali e sulle imposte. Inoltre, mentre la sinistra combatte la complessa questione dell’individualismo, la destra approfitta del conservatorismo popolare per attaccare le agende moderne legate alle minoranze dalla frangia più moralistica e di buon senso possibile.

Se, da un lato, la sinistra vede il capitalismo come il sistema da rovesciare o, almeno, da alleggerire; la destra vede nello Stato, con le sue tasse e la sua legislazione, il sistema da distruggere o, almeno, da contenere. Poiché il capitalismo è un modo di produzione spersonalizzato, in cui il capitale detta ciò che i capitalisti dovrebbero fare, è molto più difficile essere inteso come il sistema da combattere. Inoltre, la classe possidente come gruppo demografico è poco riconosciuta dalla popolazione, a differenza dei politici che governano lo Stato e che vengono quotidianamente denunciati dai media, oltre ad essere formalmente coloro che governano il popolo.

Il fatto che la sinistra utilizzi l’apparato statale per portare avanti la politica sociale e gli investimenti pubblici la mette nella scomoda posizione di dover difendere le tasse. Ciò pone inevitabilmente la sinistra nel campo dei difensori del sistema, mentre la destra si posiziona come antisistema difendendo la riduzione dello Stato e delle tasse. Questa spiacevole posizione politica è aggravata quando l’attuale governo è occupato da partiti di sinistra, come avviene oggi in Brasile. In questo modo, tutto il ruolo storico antisistema della sinistra brasiliana si ritrova assunto dalla destra, che pur difendendo tutti i fondamenti del capitalismo, riesce a spacciarsi come alternativa al capitalismo. status quo.

La sfida più grande per la sinistra oggi è riconquistare la sua fisionomia di alternativa status quo e dimostrare che esiste il diritto di mantenere il sistema nella sua struttura fondamentale. Senza un’educazione liberatrice alla base, il ruolo dei sindacati, dei movimenti sociali e studenteschi è lasciato a far fiorire nella classe operaia la coscienza di classe e, di conseguenza, la comprensione che il sistema è il capitalismo e che lo Stato, indipendentemente dal partito eletto, è uno strumento di capitale governato da forze politiche, economiche e militari che vanno ben oltre le elezioni.

Se la sinistra definisce il capitalismo il sistema attuale e vede l’individualismo come un valore sociale da combattere, la destra vede lo Stato come il status quo e la modernità come nemica della morale. In questo modo, non solo è più facile difendere la lotta contro lo Stato che quella contro il capitalismo, ma è anche molto più semplice classificare la modernità e gli attuali valori umanistici come immorali e non etici che discutere di individualismo, autosfruttamento e l'illusione della meritocrazia. Pertanto, la rabbia di dover pagare le tasse allo Stato e il panico morale contro le nuove usanze diventano strumenti molto potenti, che combinati con il potere economico e i leader religiosi conservatori (che sono una stragrande maggioranza) sconfiggono la sinistra nel dibattito pubblico. dai cuori e dalle menti.

La disputa sulle narrazioni che hanno luogo nella vita politica brasiliana si basa sul riformismo del PT da due decenni e questo potrebbe aver rafforzato l’immagine pubblica della sinistra come difensore dello Stato e delle tasse. Questo divario, molto ben sfruttato dalla destra, ha dato sostanza al sentimento antisistema che pone lo Stato come un’istanza che impone costumi sovversivi e mina l’economia popolare. Resta alla sinistra riconquistare la classe operaia ripristinando il suo ruolo di alternativa antisistema, cosa che probabilmente può essere ottenuta solo abbandonando il lulismo.

*Bruno Macchado è un ingegnere.


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