da JOSÉ LUÍS FIORI*
Frammentazione e radicalizzazione avanzano nella geopolitica globale, essendo presenti anche in società che sembravano immuni da questo tipo di fondamentalismo religioso
“Ringraziamo Dio che la bomba atomica sia arrivata per noi e non per i nostri nemici; e preghiamo che Egli possa guidarci a usarlo nei Suoi modi e per i Suoi scopi” (Presidente Harry, S. Truman, citato in Perry Anderson, La politica estera nordamericana e i suoi teorici, Boitempo, pag. 42).
Da un punto di vista strettamente logico, è impossibile immaginare un Dio unico e assoluto, e che allo stesso tempo opera scelte di qualsiasi tipo. Ma questa idea della monopolizzazione unilaterale della “volontà divina” da parte di alcune persone sembra essere molto antica e persistente, soprattutto tra coloro che professano religioni monoteistiche.
L'esempio più noto è forse quello del popolo ebraico, come descritto in uno dei cinque libri di Mosè, il Esodo: «Allora il Signore chiamò Mosè e gli disse: Ora, se ascolterai la mia voce e osserverai la mia alleanza, sarai per me una proprietà particolare tra tutti i popoli, perché la terra è mia. Sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Esodo, 19).
Ma questa stessa convinzione si ritrova nello zoroastrismo, e nel rapporto preferenziale di Ahura Mazda con il popolo persiano e con l'impero achemenide, con Ciro, Dario e i loro discendenti; nella relazione di Allah con i successivi imperi islamici, a partire dal VII secolo d.C.; oppure nel rapporto tra il Dio cristiano e i popoli europei e il suo progetto di espansione e conversione del mondo, dal XVI secolo in poi.
E questa stessa idea è alla base della certezza nordamericana riguardo al suo “destino manifesto” di guidare l’umanità. Una visione costruita dalla sua “padri fondatori”, e che rimane vivo oggi, come si può vedere nell’epigrafe del presidente Harry Truman; o nell'idea del presidente John Kennedy secondo cui “gli Stati Uniti dovrebbero andare avanti per guidare la terra… sapendo che qui sulla Terra l'opera di Dio deve, in verità, essere la nostra opera”; o addirittura, nella certezza del presidente GW Bush, che “la nazione americana è stata scelta da Dio e incaricata dalla storia di essere un modello per il mondo”.
Questa monopolizzazione della “verità divina” può essere assurda da un punto di vista logico, ma in realtà è diventata una “idea potente” che ha giocato un ruolo decisivo in tutta la storia umana, sia tra i “popoli eletti” che tra i “non eletti” Dio.
Senza questa immagine di sé, forse il popolo ebraico non avrebbe potuto resistere alle angherie degli Assiri, dei Romani e di tanti altri popoli più potenti, superando il loro secolare sentimento di inferiorità e di assedio; i Persiani non avevano conquistato il loro gigantesco impero di otto milioni di chilometri quadrati, in Africa, Europa e Asia, l’Islam non si era espanso in modo così continuo e vittorioso, dal VII secolo in poi; e gli europei non erano stati in grado di imporre il loro dominio coloniale in tutto il mondo, a partire dal XVI secolo.
Sempre mosso dalla stessa certezza etica che portò George Kennan a dire, guardando la distruzione tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale, “che era rassicurato dal fatto che gli USA erano stati scelti dall’Onnipotente per essere gli artefici di quella disfatta” .
In questa storia, però, è fondamentale distinguere il ruolo decisivo delle religioni nella costruzione delle civiltà umane, dalla loro monopolizzazione e strumentalizzazione da parte di poteri territoriali e di gruppi umani che si proclamano superiori e con il diritto esclusivo di imporre i propri valori. sugli altri che vengono sottomessi, convertiti o sterminati dal progresso e dalla “tranquillità etica” del “popolo eletto”.
Questa visione unilaterale e monopolistica della “scelta divina” è sempre stata – e continua ad essere – alla base di tutti i fondamentalismi religiosi responsabili della demonizzazione, squalifica, umiliazione ed esclusione di tutti coloro che la pensano diversamente. Una radicalizzazione che sembra ripetersi nel corso della storia, in tutti i grandi momenti di rottura e di “perdita di orizzonte” da parte dell’umanità, come sta accadendo nuovamente all’inizio del XXI secolo.
Dopo la fine della Guerra Fredda, e in particolare in questo terzo decennio del XXI secolo, gli Stati Uniti stanno vivendo un momento senza precedenti di frammentazione delle loro stabilimento, il suo sistema politico e la sua società mobilitati da un fondamentalismo religioso sempre più aggressivo ed escludente. E lo stesso sta accadendo in Europa, dove lo svuotamento ideologico del progetto di unificazione ha aperto la porta a un continuo aumento dell’intolleranza all’interno del proprio territorio e in tutta l’ex zona di dominazione coloniale, in particolare nel Grande Medio Oriente.
Un panorama regionale ulteriormente aggravato dalla recente distanza tra Usa e Israele, due popoli che si considerano “eletti” e che condividono la stessa genealogia divina. Ma questa frammentazione e radicalizzazione non si limitano più a questi punti strategici della geopolitica globale, e sono avanzate anche in società che sembravano immuni a questo tipo di fondamentalismi e che ora appaiono divise dall’intolleranza e dalla proposta esplicita di negare il dialogo e la convivenza. esclusione – spesso – della stessa persona fisica degli avversari.
Come è il caso più recente della società brasiliana, che fino ad oggi si considerava “cordiale”, e semplicemente “benedetta da Dio”. Di fronte a questa situazione che tende a peggiorare in tutto il mondo, è possibile resistere solo all’intolleranza con la tolleranza, all’irrazionalità con la ragione, al fanatismo con la tranquillità di chi sa che non esistono “eletti” né esistono persone superiori agli altri. Insieme alla difesa intransigente, a livello internazionale, che è giunto il momento di seppellire una volta per tutte, nei rapporti tra le nazioni, la fantasia arrogante e assurda di “popolo scelto” da Dio.,
* José Luis Fiori È professore emerito all'UFRJ. Autore, tra gli altri libri, di Il potere globale e la nuova geopolitica delle nazioni (Boitempo). [https://amzn.to/3RgUPN3]
Nota
, Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta nel febbraio 2015 sul giornale Valore economico, dal titolo “Scelte divine”.
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