Brucia, Borba Gato!

Immagine: @lucasport01 (Giornalisti Liberi).
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da CARLA TEIXEIRA*

Il simbolo ha senso solo se è un riferimento culturale per la comunità, altrimenti può essere un simbolo di potere sulla comunità.

Il rovesciamento di statue di schiavisti durante manifestazioni popolari e antirazziste, avvenute nel 2020, negli Stati Uniti e in Europa, ha acceso dibattiti sulla legittimità di azioni che distruggono simboli e rappresentazioni di violenza secolare contro alcuni gruppi di popolazione. Qui in Brasile, l'incendio della statua in onore del bandeirante e assassino Borba Gato, durante le manifestazioni del 24J al Fora Bolsonaro, a San Paolo, offre nuovamente l'opportunità di riflettere su simboli e tradizioni.

Nessun simbolo è naturale, ogni simbolo è culturale. Il simbolo ha senso solo se è un riferimento culturale per la comunità, altrimenti può essere un simbolo di potere sulla comunità. Nel caso specifico di Borba Gato, sorge spontanea la domanda: per chi la statua è un riferimento culturale?

Manuel da Borba Gato fu un importante pioniere che intraprese numerose spedizioni per esplorare terre durante il XVII secolo. Insieme a suo suocero, Fernão Dias Paes Lemes, è stato responsabile degli omicidi, degli stupri e della riduzione in schiavitù di neri e indigeni nelle regioni che ha attraversato. Entrambe le figure costituiscono il gruppo dei sertanisti detti “Bandeirantes” che, dal XVI secolo in poi, violarono la terra e le popolazioni del Sud America alla ricerca di oro e ricchezze minerarie. I loro nomi compaiono sulle principali autostrade dello stato, con il "Palácio dos Bandeirantes" come sede del governo di San Paolo.

Di fronte a tanta violenza storica e secolare, come può un movimento rivoluzionario periferico, composto essenzialmente da giovani, neri e poveri, passare davanti alla statua di un bandeirante e non manifestarsi? Se è possibile individuare in Borba Gato il simbolo del processo storico che li pone in una situazione di subalternità – come origine – perché non sarebbe legittimo mettere in discussione e distruggere questa origine?

Gli eroi, come le verità storiche, sono prodotti del loro tempo, che li costruisce, li distrugge e li ricostruisce, in un processo di mantenimento, rottura e reinventamento delle tradizioni. Durante la Rivoluzione francese, nel 1789, il giorno della Bastiglia (simbolo dell'oppressione dell'Antico Regime Assoluto) fu la pietra miliare che definì l'espansione del processo rivoluzionario ad altre regioni della Francia, culminando con la caduta della monarchia e l'insediamento di un nuovo ordine politico e sociale.

Chi ignora la violenza quotidiana subita dai neri, dai poveri e dagli indigeni in questo Paese potrebbe non comprendere le violazioni secolari e il conseguente peso che i simboli di queste pratiche violente hanno nella vita quotidiana degli individui e della comunità che le subisce. La regressione autoritaria auspicata dall'attuale governo è accompagnata da forti movimenti popolari di opposizione, con un'agenda politica volta a combattere il razzismo, la disuguaglianza e ogni tipo di violenza fisica, economica e simbolica.

Se ci fosse una genuina preoccupazione del potere pubblico per il benessere della popolazione e la memoria del Paese, questi simboli – oggetto di contestazione popolare – dovrebbero essere rimossi dai luoghi pubblici, inviati a musei e mostre, sostituiti da monumenti che traducano aspirazioni collettive e rappresentano gli eroi del nostro tempo.

Lungi dal costituire un mero atto di vandalismo, il fuoco contro la statua di Borba Gato può essere un sintomo di un cambiamento in atto nella società brasiliana. I giovani neri e poveri che cantano "fuoco sui razzisti" hanno lanciato un segnale a tutti gli stupratori, fascisti e razzisti dando fuoco alla statua dell'assassino del commercio di schiavi. Brucia, Borba Gato! Dalle sue ceneri faremo la rivoluzione democratica che il Brasile e tutta l'America Latina desiderano.

*Carla Teixeira è uno studente di dottorato in storia presso l'UFMG.

 

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