da TADEU ALENCAR ARRAIS*
Esprimere pubblicamente un’opinione contraria al movimento di sciopero, nel contesto della vita accademica quotidiana, non dovrebbe essere motivo di sorpresa
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Esprimere pubblicamente un’opinione contraria al movimento di sciopero, nel contesto della vita accademica quotidiana, non dovrebbe essere motivo di sorpresa. Ecco come funziona un’istituzione guidata dall’autonomia intellettuale. Così funziona il dibattito politico. Decidere, in questa fase storica, di votare contro la decisione di aderire al movimento di sciopero merita però qualche chiarimento. Molte delle argomentazioni contrarie sono giustificate.
Faccio però fatica a non riconoscere alcuni punti positivi nella proposta del governo. Presumo che non sia possibile un parallelo tra i primi due anni, anche se incompleti, del governo Lula, e i quattro anni del governo di Jair Bolsonaro. Parte dell’argomentazione che giustifica lo sciopero è ancorata alla diagnosi del deterioramento delle condizioni di lavoro e del sottofinanziamento dell’istruzione superiore pubblica federale.
Esiste un’enorme varietà di dati che indicano la rilevanza di questo argomento. Questa argomentazione, tuttavia, non può trascurare il fatto che questi problemi non sono esattamente localizzati negli ultimi due anni. Non ho l'obiettivo di realizzare un memoriale in difesa dell'azione del governo Lula nel campo dell'istruzione. Ricordo, però, la velocità simbolica del governo nel riadeguare le borse di studio per gli studenti universitari e post-laurea.[I]
Vale la pena sottolineare anche i progressi nel finanziamento della ricerca. Non meno importante è l'esclusione di ricatti e minacce derivanti dall'esercizio dell'attività didattica. Si tratta di piccoli progressi, in meno di due anni, che hanno un certo impatto sulla routine didattica e studentesca e dimostrano inequivocabilmente un’apertura al dialogo di cui non abbiamo assistito sotto il governo di Jair Messias Bolsonaro.
2.
Questi piccoli progressi sono ancora insufficienti di fronte alle sfide che ogni giorno poniamo a tutti noi. Ma chi siamo noi per un tecnico che vigila le buste paga dalle fredde linee del eccellere? Considerando i collegamenti con il Ministero dell’Istruzione, senza frammentazione funzionale, siamo il 36,13% del totale di 1.091.504 dipendenti pubblici federali attivi (Portal da Transparência, 2024). Questa dimensione è motivo di forza e di orgoglio. Il problema è che questa grandezza non si traduce, storicamente, in forza politica. La difficoltà, sempre sottolineata, è che aggiustamenti omogenei in questo segmento sono più costosi per il Governo Federale.
Naturalmente possiamo citare e denunciare, al limite delle nostre energie, la politica dei tassi di interesse e persino il bilancio segreto che drena risorse pubbliche. Ma il dibattito, a questo punto, va oltre il senso societario. Dobbiamo cambiare la matrice della politica economica, il che significa ripensare, ad esempio, il nostro inserimento nel potere legislativo federale. È triste pensare che non siamo riusciti nemmeno a eleggere una persona lucida e impegnata come il professor Vladimir Safatle.

È in questo contesto politico ed economico che esprimo la mia opinione, senza timore di alcun tipo di censura, sulla proposta di riassetto del governo federale. La proposta di un aggiustamento “zero” nel 2024 è indigesta. Va rivista, al limite delle energie, nei negoziati. Un'opzione, se i percorsi burocratici del bilancio non ne consentissero la modifica, sarebbe almeno quella di integrare l'aggiustamento di gennaio 2025 con l'inflazione del 2024, passando dal 9% al 12,5%. Vorrei inoltre individuare tre punti positivi della proposta, nonché possibili soluzioni migliorative.
(a) L’aggiustamento totale proposto è superiore all’inflazione totale accumulata e prevista nei quattro anni del governo Lula. Questo dato, considerando la situazione fiscale del Governo Federale, non è irrilevante.
(b) Occorre ancora considerare (calcolare) l'incremento, seppure contenuto, dello 0,5% negli intervalli di classe di carriera. Questo aumento, immagino, avrà un impatto diverso, con un aumento maggiore per i professori associati e ordinari. Sarebbe opportuno e possibile aumentare la percentuale, nell'intervallo delle lezioni, del 6%, 5% o 4%, almeno per i professori assistenti, assistenti e a contratto, privilegiando l'inizio della carriera di un gruppo di dipendenti che hanno già lavorato gravemente danneggiato dalla riforma delle pensioni.
(c) Va inoltre considerata la rimodulazione degli aiuti, iscritta nel Periodo di Impegno, sottoscritto il 25/04/2024. A questo punto, dobbiamo unire le forze, nella nostra agenda, per ridurre qualsiasi asimmetria in questo aiuto tra insegnanti in servizio e insegnanti in pensione.
In definitiva, spero che questo momento politico sia guidato dalla tolleranza e dalla pazienza di fronte a una cultura della partecipazione politica, individuale o collettiva, sindacale o meno, in declino. Prendere posizione contro lo sciopero e, allo stesso tempo, esporre pubblicamente questa posizione, è un modo per affermare che il carattere politico e pubblico della nostra attività, nonostante gli attacchi degli ultimi quattro anni, è sopravvissuto.
* Tadeu Alencar Arrais È professore presso il Dipartimento di Geografia dell'Università Federale di Goiás (UFG).
Nota
[I] https://www.gov.br/pt-br/noticias/educacao-e-pesquisa/2023/02/lula-reajusta-bolsas-de-estudo-e-pesquisa-e-reforca-201ceducacao-e-o-melhor-investimento201d#:~:text=Os%20percentuais%20de%20acr%C3%A9scimo%20v%C3%A3o,mil%20novas%20bolsas%20ser%C3%A3o%20implementadas
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