Robert Wilson

Ivor Abrahams, Percorsi I, 1975
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da WALNICE NOGUEIRA GALVÃO*

Considerazioni sulla traiettoria artistica del regista teatrale nordamericano

Un ovvio candidato alla carica di più grande regista teatrale del mondo, Robert Wilson è difficile da comprendere, a causa della natura prolifica del suo lavoro e della molteplicità dei suoi talenti: regista, scenografo, coreografo, scultore, pittore, scrittore, performer ... Alaska e l'altro a Shanghai; ora dirige un'opera con mille comparse, ora un monologo su un palcoscenico vuoto; oppure mettere in scena uno spettacolo con i sonetti di Shakespeare e uno ancora con la grande musica classica dell'oratorio Messia, di Händel. In quest'ultimo, la cui prima è avvenuta al Festival Mozart di Salisburgo nel 2020, nel bel mezzo di un montaggio così originale da diventare quasi profano, una ragazza si è evoluta con in braccio un'ara blu, un uccello brasiliano condannato all'estinzione.

In una rapida rassegna ci occuperemo di alcune sue imprese, pallido assaggio di un'opera monumentale, unica per creatività e ricchezza inventiva.

Chiede di evidenziare il Orlandinaugurato al Teatro Odeon di Parigi. Una combinazione imbattibile di tre geni: Virginia Woolf, autrice dell'omonimo romanzo, Robert Wilson, Isabelle Huppert – questa, la più grande attrice della scena francese. Orlando è un aristocratico che vive 400 anni di storia inglese, a volte da donna, a volte da uomo. Il protagonista recitava brani in stili diversi, da solo sul palco – o gridando, o ridendo, o sussurrando, o con pause casuali.

Vale anche la pena notare il Favole di La Fontaine in poi Commedia francese in anteprima mondiale. Gli animali erano così divertenti, oltre che belli. La cicala svolazzava fregandosi le mani, come fa di fatto l'insetto con le sue elitre per produrre il suo tipico ronzio. Le rane restavano vicine al suolo, e di tanto in tanto saltavano ed emettevano un “Croac!”, gracchiando come per schernire. Muta manifestazione di antirazzismo era il leone, ritratto da un bell'uomo di colore, molto alto e dalle spalle larghe, elegantissimo nell'abbigliamento formale (frac), con la testa coperta non da una criniera ma da un copricapo con trecce, un dreadlock – mix di Black Power con Rastafarian.

O un'opera al Municipal de São Paulo, il macbeth, di Verdi, con la Bologna Opera Company, in cui ciò che contava era il lavoro con la luce, in cui Robert Wilson è esperto, dominando la messa in scena. I personaggi facevano parte di un gruppo compatto nelle loro vesti nere, che si prendevano cura di Père Ubu, immobili sul palco. Lì abbiamo ricevuto tutta la vertigine dell'orrore portato alla luce dall'inchiesta sul sangue versato, opera dei coniugi Macbeth.

E c'era un Madama Farfalla all'Opéra di Parigi – Bastiglia. La performance musicale è minore e solo nella media, ma la messa in scena è indimenticabile. Robert Wilson confessa la sua inclinazione per il teatro orientale, e qui dà sfogo alla sua preferenza. E veste tutti con abiti da samurai, debitamente stilizzati, ovviamente, mentre impone gesti rigidi e ieratici nello stile del teatro Kabuki e Noh.

In Brasile si dice che il debutto di Robert Wilson sia avvenuto al Festival Internazionale del Teatro organizzato da Ruth Escobar, nel 1974, con La vita e i tempi di Joseph Stalin. Solo nel 2009 vedremo una mostra delle sue intriganti installazioni video al Sesc, intitolata Voom Ritratti. Il sodalizio con Sesc si rivelerà fruttuoso, coprendo gli anni successivi con diversi lavori.

Tanto per cominciare, c'era quartetto, di Heine Müller, reinterpretazione di le relazioni pericolose che ha fatto il giro del mondo. Poi seguito L'ultima registrazione di Krapp, di Beckett. UN Opera da tre soldi, di Brecht, in collaborazione con il Berliner Ensemble. Lulù, di Wedekind, con una colonna sonora di Lou Reed. la signora del mare, di Ibsen, adattato appositamente per Robert Wilson da Susan Sontag. La vecchia, dell'autore russo Daniil Kharms, che mostra affinità con il teatro dell'assurdo. In quest'ultimo ci sono solo due attori in scena, ma che attori! – il ballerino russo Baryshnikov e Willem Dafoe, cliente del teatro e del cinema d'avanguardia. L'elenco dei pezzi privilegia i classici, fino ad ora.

e ci siamo riusciti Garrincha – Un'opera di strada, un musical tutto brasiliano, con l'argento della casa, una super produzione che coinvolge 56 professionisti, con un tema attuale e popolare. Per chi fosse interessato, Sesc ha fornito una versione TV, che può essere vista su YouTube.

*Walnice Nogueira Galvao è professore emerito presso FFLCH presso USP. Autore, tra gli altri libri, di Leggere e rileggere (Sesc\Ouro su Blu).

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