Roniwalter Jatoba

Tayseer Barakat. Mare senza costa, 2019.
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da DANIELE BRASILE*

Roniwalter Jatobá è autore di opere estremamente originali, amante della scrittura chiara e precisa che non scivola mai nella volgarità

In un'opera già ironicamente classica, lo scrittore Ítalo Calvino (1923/1985) si propone di rispondere alla famosa domanda “Perché leggere i classici?”, difendendo la necessità di conoscere i testi più suggestivi di ogni epoca, con argomentazioni che spaziano dal puro fruizione estetica al bisogno storico di conoscere i fondamenti e le barriere che sorreggono l'edificio letterario dell'umanità.

Senza l'eleganza del maestro italiano (nato a Cuba!), azzardo a dire che uno degli autori brasiliani viventi che più si avvicina al concetto di classico, nel senso di necessario, è Roniwalter Jatobá. Autore di opere di grande originalità, cultore di una scrittura chiara e precisa che non scivola mai nella volgarità, ha mantenuto fin dalle prime opere pubblicate una coerenza tematica e formale che lo distingue dalla stragrande maggioranza dei suoi contemporanei.

Roniwalter Jatobá ha avuto come protagonisti personaggi migranti e lavoratori a metà degli anni 1970. Sarebbe esagerato dire che fosse un pioniere, ma fino ad allora nessuno era stato così coerente e credibile. La sua scrittura è un'immersione esistenziale e sociologica, tradotta in una letteratura di prima qualità, senza la minima traccia di accademismo. Da Sapore di chimica (1976), volume inaugurale di racconti, passando attraverso l'essenziale Cronache di vita lavorativa (1978) fino a Tizia (1994), romanzo che recupera ambienti, situazioni e personaggi di narrazioni precedenti, la scrittura di Roniwalter Jatobá è raffinata, concentrata, senza distogliere il focus.

Cosa può insegnarci un’opera come questa? Non solo il “se vuoi essere universale, inizia a dipingere il tuo villaggio” di Tolstoj, ma “se vuoi essere universale, ritrai la tua epoca”. Roniwalter Jatobá combina il tempo e lo spazio geografico con la saggezza di chi l'ha vissuto e l'audacia di non essere un semplice reporter, ma un trasfiguratore che usa il linguaggio per creare un campo immaginario pieno di verosimiglianza e forza.

L'autore ha pubblicato anche cronache, altri racconti e romanzi negli anni 2000, ricevendo nel 2012 il Premio Jabuti per Profumo di cioccolato e altre storie.

Le opere del ciclo lavorativo (Sapore di chimica, Cronache di vita lavorativa e Tiziu) sono stati raccolti nel volume In fabbrica (Nuova Alessandria). Leggere (o rileggere) questi testi oggi permette di stabilire connessioni talvolta inquietanti con le trasformazioni che il mondo del lavoro sta attraversando, in tutto il mondo. La crescente precarietà e la perdita dei diritti faticosamente conquistati si mescolano alla preservazione delle strutture autoritarie che provengono dai secoli precedenti, creando un terreno paludoso che pochi autori rischiano di percorrere.

Roniwalter Jatobá lo fa con cura artigianale e concisione narrativa, senza timore di utilizzare immagini poetiche, anche se segnate dalla durezza della realtà, o di narrare in prima persona cercando di toccare da vicino il lettore. E questo approccio sciocca e affascina, una rara ambiguità che solo i maestri riescono a gestire perfettamente.

* Daniele Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.


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