Rubens Rodrigues Torres Filho (1942-2023)

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da ELIAKIM FERREIRA OLIVEIRA*

Rubens è stato un grande filosofo e un grande poeta, un autentico virtuoso di parola

Il grande filosofo e poeta, autentico virtuoso a parlare Rubens Rodrigues Torres Filho. Invece di illuminare la filosofia di Rubens, lettura rigorosa e feconda della filosofia tedesca del XVIII e XIX secolo, vorrei far luce sul poeta Rubens, purtroppo poco letto dalla critica letteraria.

Nel 1981 Rubens pubblicò Il volo circonflesso, a cura di Massao Ohno, in collaborazione con Giardini della Provocazione di Claudio Willer (1940-2023). Si tratta, come ha detto qualcuno, di un libro-gioco, più precisamente di un gioco che circola nel canzoniere del senso e nella sciocchezza. In questo libro, Rubens Rodrigues Torres Filho segue alla lettera, a nostro avviso, gli imperativi di Carlos Drummond: “non scrivere versi sugli avvenimenti”, “non cantare la tua città”, “non drammatizzare”, “non t invocare” e, soprattutto, che è sintesi e fondamento: “penetra sordamente nel regno delle parole”.

Ciò ha prodotto una poesia che è in gran parte un segno di, e non tanto un segno di. Si tratta, in altre parole, di una poesia che tende ad essere solo ed esclusivamente del segno, come elemento concreto di costruzione ed elaborazione solidale con gli altri segni. Il titolo del libro, in questo senso, non è gratuito: il volo circonflesso è già un segno che rimanda ad altro: quel circonflesso invertito che, visto da lontano, è il prototipo del volo e del disegno infantile di qualunque uccello. Perciò è importante questo apparente riferimento di un segno (l'arrivo lontano che ci ricorda il volo degli uccelli) a un altro (l'accento circonflesso che poniamo sugli altri segni, come un uccello che vola al contrario).

Non confondiamo questa poesia con la poesia concreta, creata poco prima, anche se la poesia di Rubens Rodrigues Torres Filho dà grande enfasi – come quella di João Cabral e Orides Fontela (anche lui poeta e filosofo) – alla dimensione concreta della parola. Aspetto:

Setaccio

Lascia che il verbo risplenda
                            e la colomba leggera,
ma fisso, trans-
                         vertebrato.
Lampada chiara, è solo un bersaglio
il candore. Salvato
questa perenne sutura futura.

E non abbiamo ancora detto che l'introduzione dell'articolo al volo costringe il lettore a vedere, in Il volo circonflesso, un “uovo”: il segno che è, involontariamente, gravido di un altro. Non a caso, nello stesso libro, Rubens Rodrigues Torres Filho pubblica la poesia “ab ovo” (p. 49) e, poche pagine dopo, la poesia “puxa-palavra”. Il segno dell'essere gravidi dell'altro è, in altri termini, la parola che accosta la parola, ma non a caso, come nella cacofonia infantile, ma in modo condizionato per trovare, nell'altro, un altro significato che contamini il primo:

La parola tira la parola,
la tristezza attira la tristezza
e il mondo, così rotondo,
diventa una diga
chiuso in alto,
la parola porta tristezza. […]

L’essenziale, ciò che conta, ancora una volta, è “penetrare sordamente nel regno delle parole”. Sono la “materia prima” della poesia, il primato della poesia:

Questa parola contiene
un poema
questa poesia no
contiene parole. Uno
parola
e
altro
ballando in giro
componendo il
incollare […].

Nel libro seguente, del 1985, viene spiegata la procedura: La lettera a piedi nudi: poesie. È ora di andare oltre: togliere la parola, insistere su a strip-tease del verbo, per arrivare alle strutture della poesia, per vedere se esiste una coppia tra il verbo e il reale. Come nel poema “tramontante”, in cui la lettera, al di là della parola, diventa immagine del referente, non in armonia imitativa, ma in imitazione pittorica:

scarso lirismo
O anime del terzo mondo:
la parola LUNA
falena
        una mezzaluna, se quello
già LUNA,
                 due
                         e inondazioni

Suppongo che questo procedimento abbia molto a che fare con alcune scelte filosofiche di Rubens Rodrigues Torres Filho. Il poeta, una volta, indagando i rapporti tra i nostri codici di lettura del mondo e il mondo stesso a partire dal trascendentale kantiano, si chiese: “Ho letto, finalmente, il volo della colomba [potrebbe essere questa un'ossessione rubensiana per il volo? ] – ma sono proprio io oppure sono questi codici che, in fondo, stanno leggendo?” (In: A virtù dormitiva di Kant).

Rubens Rodrigues Torres Filho mette in luce, allora, l'impossibilità di lasciare il segno, la relazione di significazione, per vedere la cosa stessa, pura, faccia a faccia, senza che i nostri codici di significazione ricadano su di essa. Se questo è impossibile, proviamo a prendere sul serio ciò che abbiamo: il solo segno, costrutto umano e ponte verso la realtà.

*Eliakim Ferreira Oliveira è un poeta e master in filosofia presso USP.


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