da LUIS EUSTÁQUIO SOARES*
A madre patria attraverso la quale e nella quale abbandoneremo i patriarcati, con l'avvento della matrilinearità cosmologica della Terra, acqua per tutti e per nessuno; natura e società indiscernibili
Abbandonare tutto e seguire il matriarcato
Non Vangelo di Marco, Gesù mette alla prova la fede dei farisei, dicendo loro “abbandona tutto e seguimi”! Patriarcato e matriarcato presentano la stessa sfida: esigono che abbandoniamo tutto per seguirli.
Sono però principi opposti, “abbandona tutto e seguimi”!, in un caso e nell’altro. Per il patriarcato abbandonare tutto significa accettare tutto; è arrendersi a ciò che esiste, a ciò che è costituito, all'ordine delle cose; è abbandonarsi in nome del potere sovrano che esiste per limitare e uccidere la vita.
Per il matriarcato, però, “abbandona tutto e seguimi!” ha un altro significato, completamente diverso, e cioè: abbandona il costituito, l’ordine delle cose, il mondo esistente per costruire un mondo vivibile per le donne, perché effettivamente loro; per colpa di nessuno.
Nell'era moderna, l'ordine delle cose del patriarcato è stabilito dall'esigenza di seguire la riproduzione illimitata del capitale e soprattutto l'ordine delle cose costituito dal capo burocrate del capitale: l'imperialismo; oggi il nordamericano; fratello della menzogna (sa sorridere senza smettere di essere infame) e della guerra; e così della morte.
In nome della propria capitale, l’imperialismo ci dice: “Abbandona tutto, la tua vita in abbondanza, e seguimi”. E il lavoro alienato continua, arrendendosi a ciò che è costituito: alla propria morte.
Karl Marx, quella matriarca barbuta, disse all’operaio: “Abbandona il capitale e segui il tuo destino”. Ecco perché il marxismo è la scienza della liberazione individuale-collettiva, perché emerge dalla servitù forzata e volontaria.
Con il marxismo il lavoro deve solo seguire se stesso, fuori dal patriarcato e dalla sua eredità di tempo circolare, perché tempo in cui la storia si presenta come un presente che riproduce il passato e si impone sul futuro.
Friedrich Engels nel 1884 affermò che la storia del patriarcato è la storia del colpo di stato patrilineare, che ha preso d'assalto il potere femminile della matrilinealità, monopolizzando la produzione economica, schiavizzando la prole, cioè le figlie e i figli del matriarcato ; nonché la riproduzione della prole, sottraendo al sigillo femminile il diritto di eredità (in definitiva l'intero passato sociale), trasformando d'ora in poi lo Stato, la famiglia e la proprietà privata nell'immagine sputata dell'uomo, allora separato dalla la comunità femminile, spinta nella condizione oggettiva della prostituzione.
Rosa Luxemburg, a sua volta, ci ha detto: “Abbandonate tutto e seguitemi fuori dall’accumulazione del capitale, gestita dal patriarcato imperialista, da quello Stato patriarcale che impone la proprietà privata monopolistica sopra e contro la produzione e la riproduzione dei popoli del pianeta, attraverso espandendo violentemente il mercato patrilineare a tutte le dimensioni della vita”.
Il divenire di una donna marxiana
Ecco perché il marxismo sta diventando una donna rivoluzionaria, perché, in prima linea, sono le donne collettive che seguiamo, come lavoratrici, verso l'invenzione di un mondo senza sovrano, senza patriarcato, senza capitale, senza imperialismo; senza arrendersi all’esistente, allo stabilito.
Matriarcato è il vero nome del marxismo. Seguendolo non perseguiamo altro che un'uguaglianza infinita, alla fine del tunnel dello stato di eccezione permanente dell'inferno patriarcale.
Donne del mondo, unitevi al di fuori del patriarcato del capitale e, soprattutto, del capitale accumulato sotto il mantello mortale dell’imperialismo occidentale-americano. Questo viene imposto innanzitutto contro di voi, ma anche contro i lavoratori, così come contro le persone trans, nere, gialle, indiane.
Unirsi e prendere l’iniziativa per la fine definitiva della schiavitù, anche maschile, sapendo fin dall’inizio che il patriarcato è molto più di un volto: è istituzioni internazionali, è rapporti sociali di produzione e riproduzione dell’ordine delle cose; il dollaro, dio di tutti i patriarcati, sanguisuga degli scambi affettivi, familiari, nazionali, epistemici, culturali, imponendosi come valore di scambio per guerre, inflazione, ricatti, colpi di stato, rivoluzioni colorate, genocidi.
Per superare il patriarcato dobbiamo superare il multitudinale sociometabolismo patrilineare che lo alimenta e lo retroaggiunge, condannandoci alla preistoria dell’umanità, poiché la storia infatti, se lo è, è storia senza patriarcato; la storia che si svolge come una nascita: nasciamo per partorire, matriarcalmente, cioè come gente comune, comunisti, perché ogni giorno, in una nuova era matrilineare, sarà il giorno della prole, cioè della lavoratore di classe, in un mondo, da ricordare Manifesto antropofago di Oswald de Andrade, in cui la realtà, questo fallimento patriarcale dell’Occidente, non ospiterà più la follia, i complessi, la prostituzione, i penitenziari.
Patriarcati e mondo multipolare
Non c’è però alcuna opposizione manichea tra matriarcato e patriarcato perché non c’è unità discorsiva, cioè niente è (qui è patriarcato!) e quello è definitivo (e qui è matriarcato). C'è un movimento dialettico e ininterrotto tra l'inessenza del matriarcato, quell'altro nome del comunismo; e l'inessenza del patriarcato, nell'unità della contraddizione.
In dialogo con Michael Hudson di Il crollo dell'antichità (2023) e Il destino della civiltà: capitalismo finanziario, capitalismo industriale o socialismo: (i) tremila anni fa, a partire dall'età del bronzo, società non occidentali, soprattutto nel Medio Oriente, come Babilonia, Assiria, Sumer, la regione che creò moneta e credito, il patriarcato attualmente esistente, basato sul Palazzo , aveva una tradizione di tabula rasa e, con ciò, il perdono periodico dei debiti agrari e personali, la liberazione degli schiavi e la restituzione delle terre confiscate; (ii) tra il 1200 e il 750 a.C. circa, un'Età Oscura, con radicali cambiamenti climatici, avrebbe raggiunto il Vicino Oriente, raggiungendo la regione del Mediterraneo, distruggendo le economie dei palazzi precedenti.
(iii) Alla fine di questo periodo, emerse all'interno dell'antica Grecia una classe oligarchica che, utilizzando il sistema creditizio/monetario delle civiltà mesopotamiche, abbandonò però la cultura della remissione dei debiti, imponendosi attraverso la servitù finanziaria all'intera società ; (iv) l'Impero Romano aveva come classe dirigente un'oligarchia guerriera ereditata dai greci, che aggiornava ulteriormente i rapporti sociali di produzione basati sull'assoluta egemonia del creditore, a scapito del debitore.
Sempre parlando con Michael Hudson, durante il periodo di declino dell'Impero Romano cristianizzato, si diffusero cinque patriarcati, in Occidente e in Oriente: quello di Costantinopoli, quello di Antiochia, quello di Alessandria, quello di Gerusalemme e quello occidentale, quello di Roma. I primi quattro erano tolleranti, dal punto di vista religioso e culturale; e hanno combattuto internamente l'oligarchizzazione delle rispettive società. Quest'ultimo, di tradizione oligarchica, condusse una guerra incessante contro i primi quattro. Erano le Crociate medievali, con i papi che seguivano gli ordini del patriarcato romano.
Le Crociate, quindi, non furono semplicemente contro i Mori, che dominavano gran parte del patriarcato di Costantinopoli. Erano contro altri patriarcati, con l’obiettivo di imporre un ordine unipolare, patriarcale. L’Occidente (coloniale, capitalista e imperialista, fino all’ultra-imperialismo statunitense, e, quindi, Wall Street, Black Rock, Vanguard; e una mezza dozzina di oligarchi miliardari come i Rothschild, i Rockefeller, i Du Pont) può essere interpretato, in questo contesto, come patriarcato unipolare in una crociata incessante contro i patriarcati tolleranti e veramente multiculturali, precludendo l’avvento della civiltà comunista matriarcale.
Non si può quindi parlare di patriarcato in astratto; né nel capitalismo e, di conseguenza, nell’imperialismo, perché tutte queste formazioni economico-sociali, affermate a livello mondiale, sono eredi del patriarcato oligarchico di Roma, con una prospettiva effettivamente unipolare. Non tutto il patriarcato, quindi, lo è a priori negativo, opposto al matriarcato. Con la fine del patriarcato socialista dell’URSS nel 1991, il patriarcato unipolare dell’ultra-imperialismo statunitense, con la sua rete mondiale di alleanze oligarchiche, ha imposto al mondo una nuova crociata religiosa – la seconda guerra fredda – con l’obiettivo di distruggere senza pietà antichi patriarcati come quello iraniano, quello russo, quello cinese, quello turco.
La guerra tra l’unipolarismo patriarcale dell’Occidente oligarchico, contro l’emergere del patriarcato multiculturale e multipolare non solo riprende, su altre basi, le Crociate dei secoli XI, XII e XIII, ma anche, sotto la guida di Vladimir Putin e Xi Jinping, mette in scena la farsa totale della cultura svegliato, al servizio della Casa Bianca (come schiavi addomesticati), questa Grande Casa contro popoli potenzialmente matriarcali, perché senza origine e destino propri, perché, dal passato al presente e al futuro, matrilineari, senza terre promesse, senza proprietà privata, senza uno Stato oligarchico con il suo Complesso industriale-militare-culturale che imponga la schiavitù del debito in modo oligarchico e, quindi, occidentale, per questo, con Frantz Fanon: “Se vogliamo rispondere alle aspettative dei nostri popoli, dobbiamo deve cercare in qualche luogo diverso dall’Europa” (FANON, 2022, 327).]
Aggiornandolo: bisogna guardare altrove oltre agli Stati Uniti d'America. Sì, in Vladimir Putin, in Xi Jinping, questi due patriarchi multipolari usciti dall'anticamera del matriarcato plurisocialista, con il loro divenire omoaffettivo, nero, giallo, plurietnico e plurilibidinale, in prassi geopolitica espressa dal fatto stesso che, come Zumbi dos Palmares, impongono, con stati patriarcali forti, l’avvento di un mondo senza l’ordine normativo dell’antica dittatura oligarchica occidentale, fuggendo da esso verso la futura autocreazione del matriarcato comunista, dal quale, quando tutti coglieranno il qui e ora senza alienazione, “qualcosa emergerà nel mondo che risplende per tutti nell’infanzia e dove nessuno è ancora stato: la patria” (BLOCH, 2006, p.462).
A madre patria attraverso la quale e nella quale abbandoneremo i patriarcati, con l'avvento della matrilinearità cosmologica della Terra, acqua per tutti e per nessuno; natura e società indiscernibili.
*Luis Eustaquio Soares È professore presso il Dipartimento di Letteratura dell'Università Federale dell'Espírito Santo (UFES). Autore, tra gli altri libri, di La società del controllo integrato (Edufe).
Riferimenti
SANTA BIBBIA. Antico Testamento e Nuovo Testamento. Traduzione: João Ferreira de Almeida. San Paolo: Sociedade Bíblica do Brasil, 1993.
BLOCCH, Ernst. Il principio della speranza. Trans. Nelio Schneider. V. 3. Rio de Janeiro: edUERJ/Contraponto, 2006.
ENGELS, Federico. L'origine della famiglia, la proprietà privata e lo stato. Traduzione: Leandro Konder. Rio de Janeiro: sn, 1984.
FANON, Frantz. I Dannati della Terra. Trans. Lígia Fonseca Ferreira, Regina Salgado Campos. Rio de Janeiro: Zahar, 2022.
HUDSON, Michael. Il destino della Civiltà: Capitalismo finanziario, Capitalismo industriale o Socialismo. Editore: 2022.
Hudson, Michael. Il crollo dell'antichità. Editore: 2023.
LENIN, Vladimir Ilic. L'imperialismo, la fase più alta del capitalismo. So Paulo: globale, 1979.
LUSSEMBURGO, ROSA. L'accumulazione del capitale: studio sull'interpretazione economica dell'imperialismo.Traduzione: Moniz Bandeira. Rio de Janeiro: Zahar, 1970.
MARX, Karl & ENGELS, Friedrich. manifesto comunista. Traduzione: Álvaro Pina. San Paolo: Boitempo, 2010.
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