da DANIELE BRASILE*
Commento al romanzo di Rita Carelli
Il romanzo d'esordio di Rita Carelli, Terra nera, inserisce una visione innovativa nella letteratura brasiliana contemporanea. Con elementi chiaramente autobiografici, l'autore, classe 1984, rievoca e rielabora un tuffo esistenziale tra i popoli dell'Alto Xingu.
L'adolescente Ana, che perde la madre a San Paolo ed è costretta ad accompagnare il padre, archeologo, in mezzo a un territorio indigeno, si pone nella zona di intersezione tra diversi mondi in conflitto. Il passaggio dall'infanzia alla pubertà, il timido e difficile riavvicinamento tra culture, credenze e modi diversi di condurre la vita, l'instaurarsi di rapporti di amicizia e di affetto che flirtano con l'emergere del desiderio sessuale.
Ciò che un bianco come me può definire solo con parole crude, come nel paragrafo precedente, viene rielaborato da Rita Carelli in chiave confessionale, sensoriale, senza mai perdere il filo della narrazione. Mescola ingegnosamente tempi diversi, con azioni che si svolgono a San Paolo, Xingu e Parigi, dove Ana va a studiare e da dove torna per riconnettersi con i legami che la legano, cercando di sciogliere i nodi.
Nonostante sia il suo primo romanzo, Rita Carelli conosce i segreti della scrittura. Autrice di libri per bambini che coprono l'universo mitologico indigeno, è anche regista di libri-film come Un giorno nel villaggio (2018). Suo padre, Vincent Carelli, è un antropologo e regista di documentari noto per il suo lavoro con le popolazioni indigene brasiliane.
Questa carica biografica potrebbe portare il romanzo di Rita a un mero racconto “formativo”, dal sapore antropologico, ma privo di creazione autentica. Tuttavia, dentro Terra nera ci troviamo di fronte a una narrazione, a volte realistica, a volte poetica, dove leggende e tradizioni si intrecciano in modo tale con la storia da scorrere con la naturalezza di un ruscello in mezzo alla foresta.
L'acqua gioca un ruolo cruciale in momenti diversi. Il rito del bagno, la pesca, i dialoghi in riva al fiume, le lacrime, la natura liquida delle donne, sintetizzate nel quasi epilogo “Leito do rio”. L'acqua è vita, il fuoco può essere morte, per la gente della foresta. In un movimento contrario a quello degli invasori bianchi, che impongono i loro valori e la loro soia transgenica, Ana e suo padre sono porosi, assorbono la cultura che gli viene insegnata e si trasformano lentamente.
Lontano dal romanticismo di José de Alencar o dal pregiudizio politico di Antonio Callado in Quarup, Rita Carelli si inserisce Terra nera una narrazione dove il soffocamento dei territori e dei popoli indigeni emerge chiaramente alla fine, quando la protagonista torna da Parigi per ritrovare la sua “famiglia” e fare i compiti. Kuarup gente.
L'autrice avverte in una nota che i personaggi sono di fantasia e che ha creato un "amalgama culturale" dell'Alto Xingu. Anche le parole indigene sono inventate, dichiara. Si intuisce però che la cosmogonia riportata è reale, così come gli usi e i riti. la cerimonia di Kuarup gioca un ruolo fondamentale nel romanzo, nel suo significato fondamentale: seppellire simbolicamente i morti una volta per tutte, in modo che loro (e i vivi) possano essere liberi dal dolore, dalla tristezza e dal desiderio.
Se a volte la descrizione di miti e cerimonie può sembrare didascalica, alla fine della lettura si giunge alla conclusione che il romanzo sarebbe impossibile senza questa risorsa. Il libro elogia Ailton Krenak, il che non è un'impresa da poco. E Rita Carelli, che qui ha creato un'opera senza eguali, dimostra maestria narrativa e imprime veridicità in ogni paragrafo, credenziali che le permettono di avventurarsi in nuovi percorsi narrativi. Buona lettura per illuminare tempi bui, dove lo sterminio dei popoli indigeni, la distruzione delle foreste e l'avvelenamento dei fiumi, cessarono di essere una minaccia per essere una realtà.
* Daniele Brasile è uno scrittore, autore del romanzo seme di re (Penalux), sceneggiatore e regista televisivo, critico musicale e letterario.
Riferimento
Rita Carelli. Terra nera. San Paolo, Editora 34, 2021, 240 pagine.