Tre cronache inedite

Mona Hatoum, “Kapan”, 2012.
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da BARRETO DI LIME*

Testi scoperti dal ricercatore Alexandre Juliete Rosa nella collezione del giornale D. Quixote

Strana avventura del dottor Pelino[I]

L'amanuense Federico, per affrettare la sua nomina, non lasciò andare il camice del dottor Pelino, che era il suo direttore. Quest'ultimo, a sua volta, molto toccato dagli omaggi ricevuti dal suo subordinato, gli diede da copiare le biografie ancora inedite e sono quelle dei signori Seabra, Epitácio Pessoa, Tavares de Lyra e Carlos Maximiliano.

L'anno scorso la casa dell'amanuense Federico è stata, come racconta il quotidiano 'Note Sociali', festeggiata per la nascita dell'ennesimo figlio dello stesso zelante impiegato.

 Era un uomo e Pelino, invitato a fargli da padrino, accettò l'onore e cercò di inventare un nome molto originale e significativo. Pensò e volle mettere Emoglobina, cosa molto ragionevole poiché era la parte principale del sangue, il sangue che è l'essenza della nostra stessa vita; ma, dopo tanta riflessione, scoprì che il nome era femminile. Ebbene, ciao!… Pensò ancora per due settimane e si dedicò alla storia del Brasile. Caramuru, Aybere, Cunhambembe, Poty, non hanno servito. Mi sono fermato a Jagoanharo. Molto bello! Cosa intendevi? Camminò da qui a là e scoprì: cane arrabbiato. Che diamine! Non va bene.

Dopotutto, decise di chiamare il piccolo secondo quello che sapeva a malapena di geometria e lo chiamò Esagono.

Il giorno del battesimo del figlio di Federico, Pelino si presentò con indosso il bellissimo frac che si era fatto realizzare quando era studente a Recife: e, se non portava i pantaloni, era perché, quando litigava con Floriano, la sede competente di essi andarono irrimediabilmente perdute, a causa degli incidenti di cui tanto soffrono i pannolini dei bambini.

Alla serata il direttore era entusiasta e tutta la famiglia Federico era felicissima dell'onore di avere uno di questi quasi ministri come parente spirituale. Nell'intervallo tra un valzer e l'altro, la madrina gli chiese:

– Compagno, recita qualcosa.

Pelino, con quella voce cavernosa che esce così bene dal suo volto scarno e dal suo cranio solo d'ossa, rispose diligentemente:

– Sono stato così smemorato, mia signora…

Dietro insistenza di quasi tutti i presenti, Pelino acconsentì a recitare; e, con la sua voce piena di sentimento proveniente da un altro mondo, avvertì:

– Reciterò una ballata di mia composizione – A Partida. L'ho fatto trentacinque anni fa.

E cominciò:

Il gioco

Quando te ne sei andato triste

Sul dorso del mare selvaggio,

Ero tutto stupido

E sottile come uno stoppino.

Ho guardato da tutti i lati

Non ho visto nessuno da amare;

Ho visto solo quattro soldati

Stavano per salire a bordo

E così via, riscuotendo un grande successo in sala, tanto che, al termine, gli applausi furono silenziosi.

Verso l'una Pelino si salutò e, poiché Frederico abitava appena sopra Praça da Bandeira, in una strada di fronte al senatore Furtado, per risparmiare, il direttore decise di andare a piedi fino alla piazza, un centinaio di réis.

Lungo la strada ha avuto un brutto incontro. Un ragazzo lo ha afferrato per la gola e un altro gli ha portato via tutto quello che aveva in tasca. Come dovrebbe essere? Tornare a casa del tuo amico? Erano già stati raccolti, quindi sarebbe scomodo...

Decise di tornare a casa a piedi. Pelino viveva a Catete e si preparò coraggiosamente ad andare da Mariz e Barros a casa sua, a Calcantes.

Era su una specie di viale e, abitandolo, lui e un impiegato Joaquim, sulla trentina, erano un po' spaesati. Pelino mangiò fuori e Joaquim riuscì a mangiare.

Pelino stava percorrendo Rua Mariz e Barros, deciso a tornare a casa a piedi, quando, in Praça da Bandeira, un forte spruzzo d'acqua lo colpì.

Non c'era nessun posto dove andare: non c'erano soldi per prendere il tram. Proseguì a piedi e la pioggia non cessava. Lo lavò dalla testa ai piedi. Il cocco era rimasto in poltiglia, il frac gocciolava come un tetto, gli stivali sembravano navigare. La cosa più straordinaria è che il petto e il colletto della maglia sono diventati neri.

Dopotutto è arrivato a Catete. Joaquim, quando aprì la porta, con la candela in mano, gridò disperato:

- Aiuto! Aiuto!

Pelino spaventato chiese:

– Cos’è questo, ragazzo! Sei pazzo?

Joaquim si calmò e spiegò:

– Non l'ho riconosciuta, signore. Ha la barba e i capelli bianchi...

La pioggia aveva sciolto 'Negrita'.

Tilburis[Ii]

Ti ricordi per caso dei tilburi? Scommetto che tutti risponderanno a questa domanda: vagamente.

Devono esserci molte persone che non sanno più che cosa è accaduta e di cosa si trattava. Ragazze che stanno già provando a flirtare e ragazzi che stanno già imparando a respirare il fumo, se chiedi loro cosa fosse un Tilbury, diranno con fermezza che non lo sanno e forse penseranno che fosse un eroe nazionale, perché di tutte le cose Quello che dimentichiamo più velocemente sono i nostri eroi.

Basta guardare Santos Dummont. Quando arrivò qui, più di 16 anni fa, ci furono feste ed eccitazione continua per un'intera settimana.

Non esisteva società saggia che non lo accogliesse e non perpetrasse discorsi su discorsi su di lui; Non vi fu istituto scolastico che non lo accolse con l'entusiasmo più ardente; Non c'era strada che attraversò che non fosse ricoperta di petali di fiori dalle signore; e una notte presero perfino i cavalli dal suo carro e lo trascinarono per tutta la città. Le bande musicali di Rio non bastavano per eseguire gli ordini e i panegiristi, in versi e in prosa, restavano e si moltiplicavano. Aveva fatto sì che l'Europa si inchinasse davanti al Brasile, diceva la canzone.

Chi lo ricorda oggi? Nessuno. Va in giro senza battere le mani, senza esultare, senza essere menzionato sui giornali.

Lo status di eroe nazionale è molto triste. Una volta che lo sarà, sarà inevitabilmente dimenticato.

Questo è del tutto naturale quando viene chiesto ai ragazzi di quattordici anni cosa intendono con Tilbury, risponderanno molto astutamente, poiché intuiscono già la forma della nostra civiltà:

– È stato un uomo lì che ha fatto qualcosa di straordinario.

Ci vorrà poi la gentilezza e la pazienza del compianto Dott. Vieira Fazenda per spiegarglielo Tilbury era un'auto a due ruote, trainata da un solo cavallo, il cui unico passeggero era accanto al cocchiere, all'interno dell'auto; e che questo nome gli venne perché introdotto qui da un medico inglese, il Dott. Tílburi, che lo utilizzava nelle sue visite cliniche. Dovremo dire di più.

Dopo che furono aperti i viali e ampliate le strade, con l'introduzione dell'automobile, il Tilbury scomparve insieme a tante altre cose e usi urbani. L’unico che rimase imperterrito, irridendo i record e il progresso, fu il Dr. Brício Filho, che a quel tempo era direttore del giornale O Seculo.

Così, o per scherno o perché lo era, questo sopravvissuto della specie scomparve.

Nessuno ne vede più uno Tilbury a Rio. Almeno per strada. È possibile che ci siano loro nelle stalle, perché probabilmente è morto di vecchiaia e, domani, forse potranno ancora prestare servizio.

comunque, il Tilbury resta ostinato, continua ad esistere, non lo dico per tutti; ma, per un certo dipartimento ufficiale, è ancora una cosa viva e capace di interessare la popolazione, al punto da farla spendere soldi per la carriola defunta.

Basta guardare questo annuncio diario ufficiale, dal 30 luglio scorso:

T

TÍLBURIS (Tabelle dei prezzi) …………….. $200

O diario ufficiale ripete sempre l'annuncio; e, condividendo la certezza della “sua scrittura”, che esiste ancora tilburis affitto, c'è da credere che dovrà aspettare molto tempo prima che duecento réis gli piovano nel cassetto.

Se l'annuncio fosse qui, su Don Chisciotte, o in qualunque altro periodico, la spesa gli avrebbe certamente tolto la speranza di risarcire un giorno la perdita, con il ricavato della vendita di tali tavole; ma è il governo che paga, quindi non vale la pena preoccuparsi di una cosa del genere.

Credo che gli uomini di quotidiano Si prevede un formidabile aumento della benzina, nonostante la dieta del dottor. Bulhões, al punto da costringere le auto a sospendere la circolazione.

Os tilburis Scendono in piazza, liberano i loro vecchi cavalli dalle carbonaie e dagli ortaggi delle periferie, si valorizzano e, di conseguenza, aumentano il valore delle tavole.

È il momento dell’apprezzamento…

Tutto è in attesa…

Un eroe[Iii]

E tutti nella sua cerchia erano interessati allo strano desiderio di Sylvia di sposare un eroe.

A poco a poco si diffuse tra i giovani che la conobbero; da lì si diffuse anche tra dame e dame; e, dopo poco tempo, tutta la città che accorreva a Rua do Ouvidor additava l'ingenua Sylvia:

– Vedi quella ragazza!

- Sono. Chi è?

– È lei che vuole sposare un eroe.

Non c'era nessuno che non trovasse strano il desiderio della povera ragazza, come se non fosse come tutti gli altri.

Potrebbe benissimo meritarsi quel futuro. Non era brutta, era carina; aveva buoni attributi.

Tutti i suoi amici, da ogni parte, quando si è presentata l'occasione, hanno detto:

– Sylvia dice solo che sposerà un eroe.

Un'altra, dimenticando di aver detto la stessa cosa, osservò chiedendo:

– Cosa intende con questo?

L'altro ha detto:

- Cosa no! Deve essere un medico molto saggio e istruito.

Un altro più illustrato obiettò:

– Quale dottore, quale niente! Deve essere un uomo molto al di sopra dell'ordinario, che fa o ha fatto molto in favore dell'umanità, con questo o quel mezzo, con cuore e carattere, ben educato; ma l'anonimo sarcasmo non capiva che meritava un simile destino.

I più indulgenti si limitavano a ridere; i più crudeli e invidiosi non riuscivano a contenersi:

– Che presunzione!

Dopo alcuni anni si sposò; e chi le era più vicino stava già dimenticando il suo desiderio quasi infantile. Tuttavia, quelli che conosceva di vista lo ricordavano ancora, poiché era conosciuta anche come – eroina.

Uno chiese all'altro:

– Chi è lo sposo?

– È un ragazzo delle banche.

– Sarà lui l’eroe?

– Potrebbe anche essere finanza.

Se qualcuno di quegli altri che avevano sentito parlare dei propri sogni chiedesse:

– Chi è il marito di Sylvia?

– È un ragazzo di “Caboteira”.

– Sarà lui l’eroe?

– Non lo so, ma è un bravo ragazzo, perché lo conosco da quando era ragazzo.

Del resto Gastão, al quale il suo amico Benedito ha rivolto più o meno la stessa domanda:

– Conosci il marito di Sylvia?

- Lo so.

- Chi è?

– È un ragazzo di “Caboteira”

– È questo l’eroe che voleva?

– L’eroismo non riempie la pancia.

– Voleva un...

- E sì.

- Da cosa?

– Dal calcio.[Iv]

Lima Barreto (1881-1922) è stato giornalista e scrittore. Autore, tra gli altri libri, di Triste fine di Policarpo Quaresma.

note:


[I] Dom Chisciotte. Rio de Janeiro, 15 maggio 1918. Link:

https://memoria.bn.br/DocReader/docreader.aspx?bib=095648&pasta=ano%20191&pesq=&pagfis=1239

[Ii] Don Chisciotte. Rio de Janeiro, 4 settembre 1918. Link:

https://memoria.bn.br/DocReader/DocReader.aspx?bib=095648&pagfis=1592

[Iii] Don Chisciotte. Rio de Janeiro, 6 novembre 1918. Link:

https://memoria.bn.br/DocReader/DocReader.aspx?bib=095648&pagfis=1825

[Iv] Oggigiorno, dal punto di vista editoriale, le cronache di Lima Barreto sono molto consolidate e disponibili alla lettura. Ciò è dovuto ad alcuni fattori: (i) lo zelo dello scrittore nel mantenere sulla stampa i testi da lui pubblicati; (ii) il lavoro svolto da Francisco de Assis Barbosa, sia nel recupero del patrimonio dello scrittore [che comprendeva altri collaboratori, come lo storico e biografo R. Magalhães Júnior], sia nella redazione e pubblicazione di Opere complete di Lima Barreto, in 17 volumi, nel 1956; (iii) continuità nel lavoro di redazione e pubblicazione delle cronache d'autore, con particolare attenzione alle collezioni Tutta la cronaca, 2 Volumi, organizzato da Beatriz Resende e Rachel Valença, lanciato dalla casa editrice AGIR nel 2004 e l'insieme di 164 testi inediti di Lima Barreto, raccolti nel volume Lima Barreto: satire e altre sovversioni, è il risultato della ricerca di Felipe Corrêa, lanciata nel 2016 da Penguin/Cia das Letras.

Ho paragonato a questa raccolta di pubblicazioni i testi che presento ora e che credo siano ancora inediti in forma di libro. Le tre cronache sono state ritrovate in edizioni del giornale umoristico Dom Chisciotte. Oltre a queste, ho trovato la cronaca “Uma Relíquia de Amor”, anch'essa inedita in un libro, presente nello stesso Dom Chisciotte, e pubblicato sul sito la terra è rotonda nell'edizione del 31 gennaio 2024 Link: https://dpp.cce.myftpupload.com/uma-reliquia-de-amor/#_ednref1


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