Tre riferimenti per lavorare con la poesia

Vito Ascencio, Negli abiti del desiderio, 2011
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da SERAFINO PIETROFORTE*

Il poeta, in dialogo con altri poeti, attraversa sei fasi: clinamen, tessera, kenosi, demonizzazione, askesis e apophrades.

Chi scrive prosa o poesia, di norma, non cerca di nascondere le influenze; Ciò si rivelerebbe inutile, perché una volta che hanno influenza, diventano evidenti da soli. Tuttavia, accanto all'ammirazione per i prosatori e i poeti, presente nell'opera di ogni scrittore, ci sono altre letture, legate ad altri discorsi, come la filosofia, la religione, la politica, ecc.; Da questa prospettiva, cioè al di fuori dei testi poetici stessi, vorrei suggerire tre riferimenti per lavorare con la letteratura.

A tal fine ho scelto due libri e un'idea raccolta da quattro autori: (i) La magia che toglie i peccati del mondo, di Alberto Pimenta; (ii) L'angoscia dell'influenza, di Harold Bloom; (iii) la nozione di noosfera, secondo Décio Pignatari riferendosi a Teilhard de Chardin, a cui aggiungo allusioni al biologo Jacob Uexküll e al linguista Roman Jakobson.

Per quanto riguarda il primo libro, La magia che toglie i peccati del mondo, Alberto Pimenta, lungi dal discutere l'arte letteraria solo teoricamente, segue l'osservazione di Erza Pound secondo cui lo specialista perde i contorni della materia in cui è qualificato; a tal fine, l'autore articola diverse prospettive letterarie, analisi di poesie, discussioni filosofiche ed epistemologiche, guidandosi, nei ventidue capitoli del libro, dagli arcani maggiori dei Tarocchi.

Tali articolazioni, rare in ambito universitario, permettono di ripassare alcune letture; in semiotica, ad esempio, vale la pena di accostarsi, senza costrizioni, al pensiero di Pitagora, Sant'Agostino, Giordano Bruno, Robert Fludd, Marsilio Ficino, Emanuel Swedenborg, Immanuel Kant, Edmond Husserl, Charles Sanders Peirce, Ferdinand de Saussure e Roland Barthes, complessificando così semiotica, letteratura, filosofia, arti e buona parte del pensiero mistico, così evidente nelle opere di Fludd, Ficino e Swedenborg.

Quanto alla seconda lettura, L'angoscia dell'influenza, Ho scoperto il lavoro di Harold Bloom quando ho letto Letteratura comparativa, di Sandra Nitrini. In questo libro, tra le spiegazioni dettagliate delle numerose teorie discusse dall'autore, troviamo le idee di Harold Bloom sulla letteratura, in particolare sulla poesia; secondo lui – e lo riproduco più avanti in termini molto generali – i poeti, immersi nella rete di influenze dei loro predecessori, sperimentano, quando compongono, l’angoscia che si genera tra le proprie affermazioni e l’imitazione, o meglio, ciò che si apprende dagli altri.

Quindi, creato nell'identità vs. alterità, o addirittura intrappolato in essa – perché, in fondo, angoscia significa anche ristrettezza, o meglio, riduzione dello spazio o del tempo –, il poeta, dialogando con altri poeti, attraversa sei fasi: (1) cliname o appropriazione poetica; (2) Tessera o completezza e antitesi; (3) kenosis o ripetizione e discontinuità; (4) demonizzazione o contro-sublime; (5) Askesis o la purgazione e il solipsismo; (6) apofradi o il ritorno dei morti.

In sintesi, ricapitolando ciascuno di essi: (1) cliname significa, per Lucrezio, sulla base della dottrina atomica di Epicuro, il movimento spontaneo degli atomi, assumendo, nel pensiero di Harold Bloom, il percorso di ogni poeta in relazione alle principali influenze; (2) Tessera, a sua volta, era, nell'antica Roma, una tavoletta divisa in due, le cui parti, una volta unite, fungevano da codice, analogamente alla complementarietà, armoniosa o controversa, del poeta con le influenze.

(3) kenosis, in termini mistici e religiosi, coincide con l'oblio di sé di fronte a loghi divino, configurando, per Harold Bloom, il momento in cui il poeta si allontana dalla propria conoscenza e dalle proprie influenze per, appunto, promuovere discontinuità tra la sua poesia e quella di altri poeti; (4) demonizzazione Significa possessione da parte di poteri divini, che provoca una reazione del poeta contro tali influenze, arrivando addirittura a contraddirle completamente.

(5) Askesis, ovvero pratiche volte allo sviluppo spirituale, che, nel caso della poesia, indicano quando il poeta si concentra sul proprio talento, finalmente acquisito; (6) apofradi, o i giorni in cui i morti visitano le loro case, si rivela, nel sistema di Harold Bloom, come un ritorno alle influenze, ridimensionate, però, da nuovi punti di vista.

Secondo Harold Bloom, il percorso del poeta tra altri poeti, temi e forme poetiche assomiglia a quello di un mistico in cerca della conoscenza; A conferma di ciò, occorre notare che gran parte della nomenclatura proposta dall'autore trae ispirazione da termini religiosi. In questo modo, tra teorie del linguaggio e speculazioni metafisiche, viene avanzata la terza lettura, che non è necessariamente un libro, ma un concetto, elaborato a partire da altre letture.

Una volta, molto tempo fa, ho sentito il poeta Décio Pignatari, durante alcune interviste in alcuni programmi televisivi, fare delle speculazioni sul concetto di noosfera. Noosfera, in termini generali, significa sfera del pensiero, ma non solo; la parola deriva dal greco noi, il cui significato, in termini mitici, filosofici e semiotici, ammette diversi significati, tra cui intelletto, mente, principio cosmico, ecc., non ammettendo traduzioni leggere e superficiali.

Nelle interviste, di cui non ho conservato le fonti, Décio Pignatari fa riferimento al pensatore Teilhard de Chardin; secondo quanto affermato dal poeta, oltre al regno minerale, vegetale e animale, con le rispettive sfere, esisterebbe una sfera di significato, cioè la noosfera, responsabile della significatività.

Ora, le implicazioni di questo pensiero si rivelano chiaramente metafisiche, tra le altre ragioni, a causa della natura stessa delle nozioni di senso e significato avanzate, vicine alla coscienza non come cosa, ma come fenomeno; Inoltre, la riflessione di Teilhard de Chardin appartiene alla teologia, le cui radici affondano nei primi filosofi greci convertiti al cristianesimo, come Giustino, per poi estendersi alla filosofia occulta, alla dottrina del Trivio e del Quadrivio, al pensiero esoterico dei già citati Fludd, Ficino, Swedenborg e in molta poesia.

In queste circostanze emerge, nel mondo accademico, la nozione di noosfera, recuperata dalla semiotica, da cui l'interesse di Décio Pignatari per il concetto come semiologo; in questa scienza, la noosfera, in termini generali, si avvicina al concetto di semiosfera o, in altre parole, al campo dei segni e del significato, cioè al regno dei segni.

Ciò detto, e una volta conosciuta la noosfera, vale la pena chiedersi se il regno dei segni sia un'invenzione umana, concepita da noi per mediare le relazioni con il mondo, oppure se si tratti di un campo singolare, a cui si può accedere sia negli strati superficiali, sperimentati quotidianamente da tutti, sia in zone profonde, come quelle visitate da Dmitri Mendeleiev o Srinivāsa Rāmānuja, tra scienziati e matematici e numerosi artisti, in risposta a sogni, lampi, illuminazioni.

Ebbene, in considerazione di ciò, come professore di linguistica e semiotica, di solito insegno che, secondo Ferdinand Saussure e il pensiero strutturalista, il significato emana dai sistemi semiotici, cioè dalle lingue, che si proiettano sul mondo, dotandolo di significato. Tali lingue, a loro volta, sono concepite dall'umanità; da questa prospettiva, il significato si rivela una costruzione umana. Tuttavia, come scrittore, tendo a considerare seriamente l'altra opzione, in cui accediamo alla noosfera come se ci immergessimo in essa, tra gli altri mezzi, con la poesia - intendo, qui, la poesia in senso lato, o meglio, il poetico, presente in tutte le arti e altre attività umane.

In definitiva, si tratta di una discussione molto ampia... poiché è composta da diversi punti di vista, potrebbe non finire mai. Per continuare, vorrei suggerire la lettura del libro Un'incursione nel mondo degli animali e degli umani, seguito da Una teoria del significato, del biologo Jacob Uexküll, in cui l'autore problematizza le relazioni tra significato, evoluzione biologica, costruzione della realtà e vita stessa; evidentemente, quando si parla di significato, metto in risalto la tesi di Roman Jakobson sulla funzione poetica del linguaggio.

Secondo Roman Jakobson, quando il processo comunicativo si concentra sul messaggio, o meglio, sulla sua forma semiotica, si verifica la funzione poetica del linguaggio. Le sue riflessioni meritano senza dubbio spiegazioni dettagliate, tuttavia, in termini generali, Roman Jakobson insiste sul fatto che l'effetto di poeticità sorge quando gli elementi del codice, organizzati in sistemi di segni, ordinano, attraverso specifiche correlazioni, le sequenze in cui si esprimono. Detto questo, le rime sono dei buoni esempi, poiché certe disposizioni di vocali e consonanti generalmente guidano le sequenze fonologiche della poesia; Tuttavia, ciò accade anche ad altri livelli dell'analisi linguistica, dalla proiezione di arrangiamenti prosodici, materializzati nei piedi dei versi, alla proiezione di categorie semantiche, generando metafore, metonimie, ecc.

In sintesi, una delle conclusioni del pensiero di Roman Jakobson risiede nel fatto che la poesia dipende, fondamentalmente, dal sistema semiotico utilizzato nella creazione artistica, in fondo, essa implica correlazioni tra i segni che costituiscono questo sistema; di conseguenza, ogni arte rimanda al sistema di segni da cui deriva, o meglio, ogni arte si rivela, intrinsecamente, come metalinguaggio. Infine, in quanto metalinguaggio, cioè utilizzando il linguaggio per prendersi cura del linguaggio, l'arte indica certamente dei percorsi nella noosfera.

*Serafino Pietroforte È professore ordinario di semiotica presso l'Università di San Paolo (USP). Autore, tra gli altri libri, di Semiotica visiva: i percorsi dello sguardo (Contesto). [https://amzn.to/4g05uWM]

Riferimenti

BLOOM, Harold (2002). L'angoscia dell'influenza. New York: Imago.

HJELMSLEV, Louis (1975). Prolegomeni a una teoria del linguaggio. San Paolo: Prospettiva.

JAKOBSON, Roman (sd). Linguistica e comunicazione. San Paolo, Cultrix.

NITRINI, Sandra (2015). Letteratura comparativa. San Paolo: Edusp.

PEPPER, Alberto (1995). La magia che toglie i peccati del mondo. Lisbona: Cotovia.

SAUSSURE, Ferdinand de (2012). Corso di linguistica generale. San Paolo: Cultrix.

UEXKÜLL, Jakob von (2010). Un'incursione nel mondo degli animali e degli umani. Minnesota: Stampa dell'Università del Minnesota.

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