Un profilo degli elettori di San Paolo

Immagine: Felipe Ribeiro
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da JEAN PIERRE CHAUVIN*

L’elettore preferisce mantenere il binomio inettitudine + corruzione + parlantina piuttosto che riconoscere lo scandalo di tenere migliaia di intere famiglie sotto i viadotti

Poche persone sosterrebbero che San Paolo è la capitale del conservatorismo e delle varie forme di esclusione.

Almeno dagli anni '1980, quando il Paese fu autorizzato dall' stati Per ristabilire una certa democrazia di mercato e il nuovo ordine neoliberista ha sposato l’errore rappresentativo negli Stati e nei Comuni, l’elettore di San Paolo accumula pseudoargomenti che giustificherebbero il suo voto, sia che sia un emedebista, un malufista o un tucano: “ruba, ma lo fa”; “almeno non è radicale”…

Niente di tutto ciò deve sorprenderci, del resto c’era chi credeva che “il sole è sorto per tutti e anche per voi: votate Quércia, votate Quérica, PMDB”.

Patriottismo parrocchiale? Lotta anticomunista? Apologia della morale e dei buoni costumi? Difesa senza compromessi della proprietà privata? Ridimensionamento del settore pubblico? Mantenere l'ordine? Combattere la corruzione? Riduzione dei costi per assumere un lavoratore con contratto formale?

Il menu è quello di sempre, ma gli elettori non esitano a segnalare gli stessi piatti, indifferenti ai mali sociali. E in questo l’elettore, che non va oltre la condizione di sadico, è perfettamente a suo agio: sceglie uno qualsiasi di questi luoghi comuni da chiamare suo e preme il pedale dell’empatia e dell’ipocrisia, distillando autoritarismo quando si relaziona a chiunque consideri “persone inferiori” o “differenziate”.

Chi non ricorda le proteste degli abitanti di Jardins contro la corsia preferenziale? Le proteste contro la stazione della metropolitana di Higienópolis? O la petizione formalizzata dagli abitanti di questo stesso quartiere, che raccomandava lo “allontanamento” dei poveri che occupavano il sentiero dorato che va da casa loro al centro commerciale preferito?

Del resto, fino a quando i nostri connazionali continueranno a ignorare gli ottantamila senzatetto che vivono per strada, nella megalopoli più ricca del Sud del mondo? Per quanto tempo faranno finta di non vedere le decine di scandali di corruzione dell'attuale amministrazione, che hanno influito anche sulla qualità dell'apprendimento dei bambini?

Per quanto tempo i “buoni cittadini”, nella “città del lavoro”, rimarranno ciechi davanti alle opere troppo costose? Per quanto tempo i pedoni trainati dai cani o gonfiati nei SUV riusciranno a aggirare l'asfalto che non si attacca? Per quanto tempo gli elettori di San Paolo ignoreranno le lamentele sugli appalti pubblici a vantaggio di parenti o amici dell’attuale (indi)management?

Riconosceranno mai che, in parte, è stata la loro rabbia privatista a causare blackout, ridurre i posti di lavoro, aumentare l’esercito di riserva e quintuplicare il numero degli “abitanti” senza casa?

Quando ammetteranno che è stato il loro voto esclusivo, cinico ed egoico a rendere impossibile concepire una città più inclusiva, che non venga crudamente riemersa (frettolosamente potata) ogni quattro anni?

Per San Paolo, la ricetta che influenza direttamente le agende progressiste vale la pena: gli elettori di San Paolo confondono l’assertività con il radicalismo; mescola l’ignoranza della legge con l’egoismo di classe. Gli piacciono molto le persone che non esprimono rivolta nemmeno nel tono di voce, mascherandosi da faccia da poker.

Gli elettori preferiscono mantenere la combinazione inettitudine + corruzione + parlantina piuttosto che riconoscere lo scandalo di tenere migliaia di intere famiglie sotto i cavalcavia.

Il primo passo del nativo di San Paolo sarebbe quello di consultare la Costituzione federale del 1988 e leggere cosa dice la legge sull'occupazione legale e legittima dei territori. Ma, come sappiamo, informatevi (che dico?); Tenere conto degli altri è chiedere troppo.

* Jean-Pierre Chauvin Professore di Cultura e Letteratura brasiliana presso la Scuola di Comunicazione e Arti dell'USP. Autore, tra gli altri libri di Sette discorsi: saggi sulle tipologie discorsive. [https://amzn.to/4bMj39i]


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