Un programma a sinistra

Immagine: Vanessa Winship
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da CHICO ALENCAR*

PSol si presenta, con ragione e cuore

Mancano meno di otto mesi alle elezioni nazionali. La vera "polarizzazione" che esiste è tra il bolsonarismo e tutti coloro che rifiutano la sua visione del mondo oscurantista e le azioni per smantellare il paese.

C'è solo un “estremo”: quello dell'estrema destra al potere, la cui espressione del momento è il presidente della (a)Fundação Palmares che sostiene che Moïse, il congolese assassinato, è un “vagabondo”. E il Segretario alla Cultura ha speso R$ 72 di denaro pubblico per passeggiare per New York. Regno del neofascismo negazionista (vaccino compreso!) e della corruzione. Tempo di miseria aggravata, odio aperto, collasso ambientale ed economico e inflazione.

Di fronte a questo scenario, l'Esecutivo Nazionale del PSOL si è riunito e, in questa pre-campagna di segnali scambiati e carte rimescolate, dove si lasciano nomi e mancano proposte, ha deciso:

(1) unità della sinistra nelle lotte sociali immediate, ritorno in piazza, mobilitazione sociale. Già: l'8 marzo sta arrivando e, subito dopo, i 4 anni dall'esecuzione di Marielle e Anderson, con il nostro grido insistente: chi l'ha mandato? Per quali motivi? Unità di iniziative anche con i settori conservatori favorevoli all'impeachment e impegnati nelle agende democratiche.

(2) programma minimo di 12 punti per il dialogo con la precandidatura di Luís Inácio Lula da Silva e tutti i partiti progressisti e movimenti popolari. La coalizione, per il PSol, non è una fusione né può essere una mera adesione. Questi assi programmatici danno la priorità a: (a) l'abrogazione delle misure che precarizzano i diritti del lavoro/della sicurezza sociale e impediscono gli investimenti sociali, dal colpo di stato parlamentare del 2016; (b) affrontare la crisi climatica e le risorse per accelerare la transizione energetica; (c) riforma fiscale incentrata sulla tassazione del reddito e della proprietà (in particolare i super ricchi di grandi fortune), con una riduzione delle tasse sui beni di prima necessità; (d) la partecipazione popolare alla gestione, con piena trasparenza e lotta alla corruzione; (e) enfasi sui diritti umani, contro ogni forma di oppressione, basata sullo sfruttamento di classe, sul razzismo strutturale, sulla misoginia e sulla LGBTfobia.

(3) continuità di intese con il Sustainability Network, al fine di formare una federazione elettorale programmatica e duratura: ecosocialismo e democrazia!

Per il PSol non basta rimuovere Bolsonaro – “il cui governo si sta indebolendo nell'opinione pubblica ma è ben lungi dall'essere stato sconfitto”. Anche con l'impeachment – ​​che rimane urgente e difficile – è anche essenziale, alle elezioni di ottobre, eleggere un gruppo progressista espressivo per sostenere la ricostruzione e l'avanzata nel Paese che ora è malato, attaccato e degradato.

* Chico Alencar è docente di storia, scrittore e consigliere di Psol nel Comune di Rio de Janeiro.

 

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