Una sinistra per il XNUMX° secolo

Immagine: Petrit Halilaj
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da JOSUÉ PEREIRA DA SILVA*

Commento al libro recentemente pubblicato di José Maurício Domingues

“La sfida della sinistra brasiliana – che rispecchia le sfide globali, a cui non è stata data una buona o completa risposta – è essere in grado di costruire un'identità nella sua radicalità, socialista, democratica, ecologica ed egualitaria in tutte le dimensioni, pur essendo in grado di di, nel quadro di una strategia a lungo termine, costruire alleanze che diano spazio a questo progetto più ambizioso, senza perdersi per strada e nelle tattiche” (José Maurício Domingues, Una sinistra per il XNUMX° secolo, p.103).

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una rinascita del dibattito a sinistra, come dimostra il numero crescente di pubblicazioni (libri e articoli) che affrontano il tema da diverse angolazioni. Questo dibattito più recente, come quello che si è svolto negli anni '1990, sembra essere legato alla crisi vissuta da correnti o filoni politici di sinistra, soprattutto dopo un certo esaurimento delle esperienze dei governi cosiddetti di sinistra che hanno preso luogo, soprattutto nei paesi dell'America Latina L'America Latina all'inizio del XXI secolo.

Questo libro di José Maurício Domingues è senza dubbio un altro importante contributo al dibattito, sia per la valutazione critica che fa sul tema, sia per le proposte che avanza nel senso di salvare una politica di sinistra adatta al momento attuale. Non si tratta, però, del suo primo intervento nel dibattito sulla crisi della sinistra, come si può vedere nel suo libro A sinistra: crisi e futuro, pubblicato nel 2017. Nel presente libro, però, Domingues allarga il dibattito sul tema, includendo, oltre all'analisi della sinistra nella situazione attuale a livello globale, una digressione sulla storia di alcuni aspetti della sinistra e un'agenda di proposte che considera importanti per ripensarne le politiche.

Una sinistra per il XNUMX° secolo si compone di un'introduzione e sette capitoli, con l'ultimo presentato come conclusione. Dopo aver presentato nell'introduzione, più o meno sinteticamente, i principali obiettivi perseguiti dall'autore, i capitoli del libro sono dedicati ad affrontare sempre un tema centrale.

Il capitolo 1 fa un bilancio della congiuntura attuale, in Brasile e nel mondo, segnata dall'ascesa al potere di partiti o movimenti di estrema destra, dalla crisi della democrazia e dalla sua oligarchizzazione; Il capitolo 2, a sua volta, si rivolge alla discussione del rapporto tra teoria critica (nel senso di latu) con la sinistra, nei suoi diversi aspetti. Con ciò, Domingues collega la sua diagnosi critica del presente – caratterizzato dalla crisi del neoliberismo, dall'ascesa dell'estrema destra al potere, dall'oligarchizzazione della politica dei partiti e dal suo allontanamento dai movimenti sociali, nonché dagli effetti negativi di ogni questo sulla democrazia – con un'analisi della sinistra, sia la sinistra teorica degli intellettuali critici sia la pratica politica della sinistra militante riscontrabile nei partiti che occupano lo spettro politico che va dal cosiddetto centrosinistra all'estrema sinistra.

L'analisi del momento attuale, delle formulazioni teoriche e pratiche della sinistra porta Domingues ad approfondire quelli che considera i tre filoni principali della sinistra, definiti come socialdemocrazia, socialismo/comunismo e anarchismo. Qui la discussione occupa due capitoli del libro. Capitolo 3, dove fa una digressione storica su ciascuno degli aspetti citati; e il capitolo 4, dedicato a fare il punto sugli stessi tre aspetti, considerati al momento.

Fatto ciò, rivolge la sua attenzione, nel capitolo 5, alla sinistra brasiliana, focalizzando l'analisi sia sulle difficoltà teoriche vissute dai suoi rappresentanti sia sugli errori politici, soprattutto durante la sua recente esperienza al potere. Ritorna a questo punto sui temi dell'oligarchizzazione dei partiti politici di sinistra, delle loro alleanze un po' spurie, del loro coinvolgimento in schemi di corruzione, della loro lontananza dalle basi e anche del trattamento strumentale che la sinistra ha riservato alla democrazia. Questi problemi sono, in larga misura, il substrato della crisi che la sinistra sta attualmente vivendo, come spiega nel capitolo 6, dove discute il consequenzialismo delle politiche di sinistra, basate su una "filosofia" in cui i mezzi impiegati sono giustificati dalla presunta nobiltà dei fini perseguiti. E questo, ovviamente, ha conseguenze disastrose per la sinistra in molti modi, come ha dimostrato la recente esperienza storica.

Per Domingues, però, non tutto è perduto. Ma affinché non tutto sia perduto, la sinistra ha bisogno di modernizzarsi, sia nella sua agenda tematica che nella sua pratica politica. Di questo si occupa, in conclusione, il capitolo 7, in cui indica percorsi concreti – a breve e lungo termine – attraverso i quali la sinistra, in senso lato, potrebbe ritrovarsi con una vera politica di emancipazione, che è la ragione per la sua esistenza.

Qui, la difesa della democrazia e la sua radicalizzazione nel senso di renderla veramente democratica occupano un posto centrale nella sua argomentazione. La democrazia ad alta intensità sarebbe poi la chiave per affrontare altri temi, come l'estrema disuguaglianza sociale, la questione dei diritti (umani, sociali, diffusi), il rapporto con la natura e la biodiversità, e anche la costruzione di alleanze necessarie per fermare le regressioni civilizzatrici promosse dall'estrema destra e dal neoliberismo. Tutto questo deve, secondo Domingues, essere presente in “un'agenda contemporanea (da sinistra), radicale nei suoi fondamenti, ma politicamente realistica”.

A proposito, è bene ricordare che il testo citato in epigrafe, pur essendo tratto da un capitolo che tratta direttamente della sinistra in Brasile, traduce bene, seppur in modo molto sintetico, le intenzioni dell'autore nel libro ora recensito. In questo libro riflette criticamente sulla crisi della sinistra – non solo brasiliana – nelle sue diverse dimensioni, senza limitarsi, però, alla critica di un “osservatore impegnato” (come direbbe Raymond Aron). Domingues va oltre: avanza la sua difesa di un socialismo democratico ed ecologico e propone strategie di breve e lungo termine che ritiene adeguate per la sinistra, o per la sinistra, nella lotta per i propri obiettivi storici di emancipazione; cioè una strategia che permetta di pensare al futuro della sinistra all'interno di un orizzonte storico di lungo periodo, ma senza perdere di vista le difficoltà del momento.

In un momento in cui iniziano le discussioni sulle prossime elezioni del 2022, è opportuna una riflessione a sinistra come quella proposta da José Maurício Domingues, che indica chiaramente la necessità di focalizzare il dibattito su proposte e programmi piuttosto che focalizzare la discussione sui nomi di personalità i cui veri interessi non sempre vengono alla luce.

Infine, per la qualità e la profondità dell'analisi che contiene, questo libro di José Maurício Domingues è certamente un contributo importante all'attuale dibattito sulla sinistra, sia in termini teorici sia in termini di pratica politica. È, quindi, una lettura imprescindibile per attivisti e intellettuali di sinistra, ma non solo per loro. È, infatti, un libro che dovrebbe interessare chiunque sia interessato ai problemi del presente.

* Joshua Pereira da Silva è un professore in pensione presso Unicamp. Autore, tra gli altri libri, di Sociologia critica e crisi della sinistra (Intermeios).

 

Riferimento


José Mauricio Domingues. Una sinistra per il XNUMX° secolo. Rio de Janeiro, Mauad Editora, 2021, 168 pagine.

 

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