Una frattura nella razionalità neoliberista

foto di Cristiana Carvalho
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da JORGE LUIZ SOUTO MAIOR*

Quanto visto nella seduta del Senato Federale, il 01/09/21, finì per essere la spiegazione delle irregolarità dell'iter legislativo della “riforma” del lavoro.

Nella seduta del 2021° settembre 1045, il Senato federale ha respinto integralmente i termini del MP 197 (PLV XNUMX). Il fatto è stato celebrato da rappresentanti delle categorie lavoratrici e lavoratrici e da movimenti sociali, collettivi, enti e personalità legate alla difesa dei diritti del lavoro, essendo stato individuato come una grande vittoria, vista, tra l'altro, l'enorme mobilitazione promossa insieme a il Senato federale per aver respinto il deputato. In questa linea argomentativa è stata addirittura istituita una nuova mobilitazione per formulare un ringraziamento pubblico ai Senatori che hanno votato la bocciatura del deputato (si veda l'elenco di chi ha bocciato il deputato qui).

Ma c'è stato anche chi, con pertinenza, ha fatto notare che, di fatto, la classe operaia non aveva ottenuto un'autentica conquista, poiché si evitava solo l'aggravarsi di una situazione che, come è noto, esclude ogni possibilità di celebrazione . Inoltre, per tale corrente, alla luce delle numerose e palesi incostituzionalità formali e meritevoli della PLV 17, il Senato Federale non avrebbe fatto più del proprio obbligo istituzionale, pertanto, non è opportuno formulare un esplicito ringraziamento, fino a quando il conto della colpa che questo stesso Senato porta in relazione all'approvazione della “riforma” del lavoro e di tanti altri precari istituti giuridici che hanno portato alla tragica situazione vissuta oggi dalla classe operaia.

I rappresentanti dei media del capitale, a loro volta, hanno cercato, in ogni caso, di impedire che il voto al Senato avesse alcun tipo di effetto verso il rilancio dei diritti sociali in Brasile e, quindi, hanno cercato di diffondere la loro narrazione. A tal fine, poco dopo la fine delle votazioni, Folha de S. Paulo è andato avanti e ha rilasciato il titolo: "Il Senato impone la sconfitta al governo e rovescia i parlamentari con una riforma del mini-lavoro". (vedi qui).

E, il giorno dopo, per non perdere il discorso sulla difesa dell'espansione della spoliazione della classe operaia come leva sull'economia, il portale UOL ha messo in evidenza un rapporto fazioso e distorto , con la quale, attraverso la consueta tattica di estorcere una falsa verità chiedendo a chi ha fame se accetterebbe l'elemosina, si cercò di diffondere l'idea che i disoccupati in situazione di vulnerabilità avrebbero accettato di lavorare con minori diritti. E il titolo camuffato del bando per la relazione era: “Cosa pensano i lavoratori della nuova riforma del lavoro” (la stessa che era già stata preclusa al Senato Federale) (vedi qui).

Secondo quanto si estrae dalla notizia della grande stampa, l'esito del voto al Senato sarebbe stato, unicamente, una posizione politica di opposizione al governo. Cioè i Senatori non avrebbero apprezzato il merito della questione, ma si sarebbero piuttosto posizionati contro il parlamentare solo per attaccare il governo, niente di più.

Di fronte a questa diversità di prospettive, che in molti casi rivelava anche un sentimento ambiguo, e vedendo la necessità di prendere posizione al riguardo, ci siamo dedicati, come si suol dire, a fare i nostri “compiti a casa”. Ci siamo soffermati, poi, ad ascoltare con attenzione la rispettiva seduta, cercando di capire cosa, in fondo, abbia mosso Senatori e Senatori in questa deliberazione, che, siamo tutti d'accordo, è stata alquanto sorprendente.

Da questo angolo più ristretto, peraltro, occorre dire che la delibera, pur senza valutarne la motivazione, si presenta già come un fatto estremamente rilevante per l'intera società brasiliana, poiché l'approvazione arrecherebbe un danno irreparabile al Paese . Quegli uomini e quelle donne che – nel Senato Federale e in tutti gli altri ambiti sociali – hanno preso posizione contro la barbarie sancita dal MP 1045 hanno reso un grande servizio alla nazione brasiliana.

Questa delibera del Senato ha addirittura lasciato il segno di un enorme choc sulla credibilità della Camera dei Deputati e, di riflesso, dell'STF, che fino ad oggi non si è pronunciata adeguatamente anche in relazione alle incostituzionalità occasionalmente discusse attraverso le ADI; i Tribunali del lavoro e le Unità giudiziarie, che hanno applicato le disposizioni di una legge antidemocratica e formalmente incostituzionale, senza nemmeno fare alcuna allusione al fatto; e tutti coloro che si rifiutano di tenere questo dibattito. Questo è innegabile.

Inoltre, dopo successive sconfitte sul piano legislativo, esteso anche a quello giudiziario, fa molto bene, anche all'autostima collettiva della classe operaia, vivere questa situazione di vedere un'istituzione pubblica non collaborare all'ennesima iniziativa di approfondire il massacro dei diritti umani. Certo, l'ottimismo sul risultato, considerata la realtà della situazione politica, sociale ed economica del Paese, deve essere estremamente contenuto e non può, in nessun caso, essere diffuso senza la necessaria contestualizzazione e riflessione critica.

Con ottimismo, anche contenuto, ascoltando tutto quanto detto in quella seduta, è possibile ritenere che l'evento abbia rappresentato l'apertura di una porta con grandi potenzialità per un vero cambio di rotta. Ma, guardando la situazione in una prospettiva storica, è molto difficile dissociare completamente i discorsi dei loro personaggi e, con questo, è necessario diffidare degli scopi nascosti di molti elettori.

E c'è anche una questione molto fondamentale in tutto ciò, che è quella di mettere in parallelo la decisione del Senato, contraria all'interesse politico del governo, con l'inerzia del Parlamento in generale (Camera e Senato) rispetto agli eccessi della capo del Potere Esecutivo nell'affrontare la pandemia, per non parlare dei suoi atti e delle sue parole di schiavo nei confronti delle istituzioni e della vita umana. Sarebbe stata un'opposizione o solo un modo per contenere le tensioni popolari e, con ciò, consentire la continuità del governo, pur con il retaggio di responsabilità per centinaia di migliaia di morti? Per ora non c'è modo di saperlo. Ma i prossimi passi lo diranno sicuramente.

In ogni caso, il risultato, considerando quanto lasciato espresso, è ben lungi dall'essere solo una svista legislativa o un'azione partitica di opposizione al governo federale. E, dal punto di vista dell'analisi degli effetti concreti, parlando dell'oggetto più vicino alle nostre indagini, i diritti del lavoro, quanto visto nella seduta del Senato Federale, il 01/09/21, è finito per essere la spiegazione del irregolarità dell'iter legislativo della stessa “riforma” del lavoro, quella dettata dalla legge n. 13.467/17, in linea con quanto già più volte detto (vedi nella Lemonde Diplomatique e sul sito web Viomundo)

Questo dato concreto rompe definitivamente il silenzio compromettente di tante persone e istituzioni giudiziarie di fronte a innumerevoli atti di affronto all'ordine democratico ea vari precetti costituzionali. D'ora innanzi, nessuna tacitazione al riguardo avrà l'approvazione dell'argomentazione dell'impertinenza dell'interrogatorio, sulla base formale e sfuggente che “la legge è stata votata e approvata”. Il modo in cui viene redatto, discusso e votato dice tutto sulla legittimità di una legge. E, ora, è stato lo stesso Senato Federale a dirlo.

È opportuno ricordare che la PL 6787, iniziata ad essere trattata alla Camera dei Deputati, il 09 febbraio 2017, con soli 7 articoli, in poco più di due mesi, cioè il 24 aprile, aveva già completato la sua relazione , apportando oltre 200 emendamenti al CLT (su tutte le materie), senza alcuna effettiva partecipazione delle rappresentanze operaie. E fu votato, in via conclusiva, al Senato Federale, l'11 luglio dello stesso anno, con la salvaguardia di tutti i vizi che la stessa Camera riconosceva esplicitamente esistere. Molti, a quel tempo, come riconoscono ora, in relazione all'MP 1045, non sapevano nemmeno per cosa votavano, il che è chiaro in molti degli interventi pronunciati nella rispettiva sessione di votazione.

Il fatto indiscutibile è che in quell'occasione il Senato Federale non assolse al suo ruolo costituzionale di “Casa di Revisione”, approvando un progetto di estrema complessità con la semplice pressione di un tasto, cioè senza il dovuto approfondimento e confronto con la società, colludendo con esplicita incostituzionalità del disegno di legge proveniente dalla Camera.

Tornando al 01/09/21, in sintesi, guardando al fatto con contenuto ottimismo, come sopra suggerito, è possibile intravedere la possibilità che il Senato Federale promuova un profondo mutamento delle proprie posizioni a fronte di nuove iniziative per rendere precarie le relazioni del lavoro e tale ipotesi è tanto più plausibile quando si verifica, negli interventi poi spiegati, provenienti da Senatori delle più svariate formazioni politiche, non solo un rifiuto dell'idea stessa che la riduzione dei diritti crea posti di lavoro, ma anche la formulazione di un'autocritica sul ruolo che lo stesso Senato ha assunto nell'episodio della “riforma” del lavoro.

Queste considerazioni, insomma – e talvolta con queste stesse parole – possono essere estratte dagli interventi tenuti in seduta, il cui merito storico, dunque, è stato quello di riconoscere l'illegittimità della legge n. 13.467/17, stante il vizio del procedimento, che, come si vedrà, anche in una citata sentenza della STF, non si traduce solo in un'irregolarità, ma in un'offesa diretta e irrimediabile all'ordine democratico.

Il dibattito al Senato

Vediamo dunque, in forma sintetica, gli elementi rivelatori emersi nel dibattito avviato in seduta.

Inizialmente, il senatore Paulo Paim ha sollevato una mozione d'ordine, richiamando l'attenzione sul fatto che la motivazione contenuta nella relazione presentata in votazione dal relatore, il senatore Confúcio Moura (MDB-RO), che ha proposto l'approvazione con riserva del PLV17, aveva 134 pagine, che già dimostravano l'incompatibilità con la rapidità richiesta dal procedimento accelerato per la conversione in legge di un Provvedimento.

Il Provvedimento, peraltro, continua, in origine contava “una ventina” di articoli e, in corso di votazione alla Camera, tramite Modifiche, conta oggi 94 articoli. Tutte queste inclusioni sarebbero quindi da considerarsi non scritte, anche perché il MP era motivato da esigenze urgenti, determinate dalla pandemia, e i materiali inseriti erano destinati a raggiungere realtà fino a 5 anni dopo.

In particolare proponeva di dichiarare non scritti gli articoli da 24 a 42 (PRIORE1); da 43 a 76 (REQUIS2 eccetera); da 77 a 83 (volontariato agli enti pubblici) e tutti gli altri articoli che auspicavano modifiche al CLT e agli altri diplomi giuridici. Paim giustificò la sua proposta con l'argomento che la sola soppressione, generando la restituzione del progetto alla Camera, avrebbe consentito ai Deputati di reintrodurre al Senato i dispositivi rimossi (una certezza, a suo avviso – e di praticamente tutti i Senatori che poi parlato). .

Presentava anche un'importante base giuridica, che denunciava l'irregolarità della procedura adottata alla Camera dei deputati, per includere, nel progetto di conversione, materie estranee al deputato. Al riguardo, ha richiamato la posizione assunta dall'STF nell'ADI 5127, secondo la quale l'inclusione, con emendamento parlamentare, di materie prive di rilevanza tematica con il MP e che non costituiscono verifica di urgenza e rilevanza o promuovono un aumento del budget spesa. E ha citato un passaggio rilevante del voto del Ministro Rosa Weber, nell'ADI in questione, in cui il mancato rispetto dei limiti del procedimento di conversione in legge del Provvedimento Provvisorio veniva definito “contrabbando legislativo”, evidenziando che tale comportamento non rappresentano solo un'irregolarità, ma un atto antidemocratico.

Come affermato nell'intervento di Paim, Rosa Weber ha affermato: "quello che è stato definito contrabbando legislativo, caratterizzato dall'introduzione di materia estranea al Provvisorio sottoposto a conversione, non denota, a mio avviso, un mero inadempimento di formalità, ma piuttosto marcatamente antidemocratico, in quanto sottrae, volontariamente o meno, al dibattito pubblico e all'ambito deliberativo, proprio del rito ordinario del lavoro legislativo, la discussione sulle norme che regoleranno la vita sociale”. E il ministro conclude: “In pratica, i tempi ristretti pregiudicano l'esame approfondito e attento della nuova proposta di legge e portano all'eventuale approvazione di norme che non verrebbero mai approvate dal Parlamento in normale deliberazione”.

Il senatore Paulo Rocha (PT-PA) ha espresso la sua indignazione per la proposta di apportare cambiamenti legislativi così intensi senza approfondire il dibattito. Secondo lui, questo “va contro tutto ciò che è stato fatto in termini di regolamentazione del capitale e del lavoro nell'ambito dell'Assemblea Costituente”. E si è spinto oltre, portando sul tavolo del dibattito quanto accaduto nella “riforma” del lavoro: “Da Temer a oggi il lavoro è diventato precario e l'occupazione non è aumentata, come promesso”.

Carlos Portinho (PL-RJ) ha preso posizione contro REQUIP che, come ha attestato, “toglie tutti i diritti ai giovani dai 18 ai 29 anni solo perché sono senza lavoro da due anni. Contratto valido per 2 anni, prorogabile per altri 2 anni, il che significa che dopo 4 anni questo lavoratore rimane senza annotazioni sulla sua Carta di Lavoro, annullando la sua possibilità di trovare un lavoro la volta successiva”.

E a dimostrazione della fallacia dell'argomentazione a favore del Programma, chiede: "L'imprenditore, potendo assumere tramite REQUIP, senza bisogno di registrare il portafoglio e senza pagare alcun compenso, assumerebbe lo stesso giovane tramite PRIORE?" E aggiunge: “REQUIP ucciderà PRIORE. Questo è ovvio, gente!”. Affrontando il rapporto tra Senato e Camera – un punto molto rilevante nel voto – Portinho ha ricordato che “In MP1040 tutte le correzioni che ha fatto il Senato sono state ribaltate dalla Camera dei Deputati”. E ha concluso portando un elemento istituzionale di estrema rilevanza, ovvero che spetta al Senato svolgere il suo ruolo di “Casa di revisione”.

Per il senatore Lasier Martins (Podemos-RS), “MP 1045 presenta diversi problemi”. Con ciò, abbracciava in pieno il pronunciamento del suo conterraneo Paulo Paim, soprattutto per gli aspetti relativi ai fondamenti portati in ADI 5127. Sottolineava che la PLV messa in discussione era, di fatto, una “mini-riforma” sindacale e, quindi, , dovrebbe estinguersi per scadenza.

Anche il senatore Jean Paul Prates (PT-RN) è favorevole a considerare non scritti gli articoli dal 24 al 94, detti “tartarughe”, aggiungendo che lo scopo di questi dispositivi sarebbe quello di rendere più precario il lavoro. In questo ambito, sottolinea la fallacia secondo cui i programmi presentati ai deputati alla Camera dei deputati – che sarebbero più alligatori che tartarughe – creerebbero nuovi posti di lavoro. Infatti, come ha sottolineato, i programmi sostituiscono solo i vecchi lavori, mantenendo le stesse persone che lavorano, solo questa volta, precarie.

Il senatore Otto Alencar (PSD-BA) ha ribadito di non fidarsi della Camera dei Deputati, aggiungendo che, con la Camera dei Deputati, è così: “fiducia, diffidenza”. Riguardo al contenuto del deputato, ha evidenziato che il testo emendato ha introdotto il “cartellino verde e giallo camuffato”, con l'obiettivo di “rendere ancora più precario”, e ciò equivale a “lasciare il lavoratore alla propria sorte, al di sopra tutti, quello che sta iniziando a funzionare, chi comincerà a percepire la metà del salario minimo senza alcuna garanzia”.

E, più bruscamente, spiega che la presentazione della proposta di creare questi programmi è stata una “sorpresa assolutamente spiacevole per il momento che sta vivendo il Brasile, con 14 milioni di disoccupati, con gravissime difficoltà sociali, con la fame, con tutte le difficoltà che sono stati imposti dall'attuale governo. E ora, prendendo l'operaio, quello che inizia a lavorare, e pagandogli la metà del salario minimo per il normale periodo di lavoro, questo Senato Federale non può approvarlo”.

A seguire è intervenuto il senatore Oriovisto Guimarães (Podemos/PR), che si è espresso sull'aspetto processuale, rinnovando che, come altri, anche lui non si fida della Camera dei Deputati, ma, aggiungendo un elemento storico di denuncia “al modo in cui è sta facendo la politica di quel paese", che considera "molto triste". Al riguardo, precisa che la relazione del deputato è di 135 pagine ed è stata a disposizione dei consiglieri solo nel pomeriggio dello stesso giorno del voto. Oriovisto poi chiede: “quale nostro consigliere ha letto questo?” E aggiunge: “Per quanto mi fidi del senatore Confucio Moura, quali emendamenti ha accettato, quali ha respinto, cosa ne sappiamo? Impossibile leggere lì e negli uffici consultivi perché non abbiamo avuto tempo, impossibile fidarsi della Camera, purtroppo non c'è più il filo dei baffi, la parola».

E, sebbene inizialmente avesse detto che si sarebbe manifestato solo sull'aspetto formale, entra nel merito del deputato e decreta: “questo deputato, primo, ha già assolto il suo ruolo, è tempo di cadere, non c'è più alcun bisogno per esso; se stavamo vivendo una grave crisi occupazionale a causa del COVID, d'ora in poi la crisi occupazionale sarà dovuta all'incompetenza di questo governo nel gestire la nostra economia. La pandemia passerà, è esistita anche in altri Paesi. Ci sono tabelle oggi che dimostrano che il Brasile è l'unico che non si è ripreso, in altri paesi, anche in Sud America e altrove, il PIL sta crescendo, e la nostra è questa tristezza che stiamo vedendo. Il problema è molto più grande della pandemia, il problema è l'economia, il presidente che ogni giorno crea crisi, le vere riforme che non si fanno, la riforma fiscale arriva solo come una pezza, abbiamo passato 3 anni con il senatore Roberto Rocha a lavorare a 110 e Paulo Guedes ci dice in un incontro che è contro 110, quindi siamo su una strada che sicuramente non è più possibile concordare. Sono radicalmente contrario a questo deputato, dobbiamo rovesciare il deputato. E non si tratta solo di tornare alla Camera, no; mandare un messaggio non solo al Presidente, ma soprattutto alla Camera dei Deputati: smettetela di farci ragazzi, non siamo più ragazzi”.

Il senatore Fernando Bezerra Coelho (MDN/PE), capogruppo del governo, difende l'approvazione del deputato sulla base degli stessi argomenti che, nel 2017, sono stati utilizzati per approvare la “riforma del lavoro”: “la nostra più grande sfida è offrire opportunità di reddito e occupazione per milioni di brasiliani. (….) Come possiamo aiutare queste persone sfiduciate, che secondo l'IBGE sono 20 milioni di brasiliani? (….) Dobbiamo offrire speranza, la possibilità di un giorno migliore per milioni di brasiliani che affrontano la fame, la pressione inflazionistica del cibo, del gas”.

Ma anche lui ammette che la Camera dei deputati ha approvato un disegno di legge al di fuori dei parametri costituzionali e, perché il disegno di legge venga approvato anche al Senato, occorre un impegno affinché le correzioni suggerite dal Senato vengano accolte dalla Camera: “noi ha fatto, sì, un accordo con la partecipazione del presidente Rodrigo Pacheco, con il consenso del presidente Artur Lira, (SOM SOME RAPIDAMENTE) relazione del senatore Confúcio Moura, ritirando tutti i dispositivi che alterano il CLT, che sarà affrontato attraverso un disegno di legge, dando il tempo necessario affinché la questione venga discussa, come richiesto da diversi senatori, dal senatore Paulo Paim, che stimo, Paulo Rocha, Portinho, Otto Alencar, a questi senatori verrà data risposta nelle loro preoccupazioni di non utilizzare il deputato per occuparsi di disposizioni del CLT”.

E aggiunge: “Voglio dire, a nome dei vertici del Governo, che sono onorato dell'attenzione e del rispetto di tutti i vertici e membri di questa Camera: se la relazione del senatore Confucio, approvata qui in questa Camera , non è rispettato dalla Camera dei Deputati, mi ritiro dalla guida del governo. Non posso continuare, perché si stanno facendo degli accordi da rispettare e questa è una questione molto importante. I programmi hanno molto valore e sono legittimi, questi programmi offrono una speranza, un'opportunità a milioni di brasiliani che oggi sono in balia di chi contrabbanda, che opera nel mondo della droga, togliendo ai nostri giovani la possibilità di andare andare a scuola o avere un lavoro dignitoso”.

Il senatore Weverton (PDT/MA) ha chiarito la sua posizione critica nei confronti del contenuto del parlamentare. Ha detto: "Su questo parlamentare, nessun commento, il senatore Paulo Rocha, Paulo Paim, tutti qui hanno già fatto i loro commenti in modo molto corretto, e penso che sia abbastanza, la pazienza è finita, dobbiamo dare una risposta concreta, andiamo al voto. Ricorda che, per diversi anni, abbiamo fatto gesti qui e finora non è successo niente, la creazione di posti di lavoro non è arrivata, la carne è assurda, il gas è assurdo e sfortunatamente, mio ​​​​caro amico Fernando, l'economia del governo è fallita, la popolazione laggiù ha fame e non ha senso arrivare a dire che genererà posti di lavoro, che accadrà (...). Quindi, andremo a votare e sono sicuro che oggi daremo, non due sconfitte al governo, ma difenderemo i veri lavoratori e li difenderemo rifiutando queste questioni, rifiutando il parlamentare e, ovviamente , approvando il DL.”

La senatrice Zenaide Maia (PROS-RN), sostenendo la mozione d'ordine del senatore Paulo Paim, si spinge oltre e fa il giusto collegamento tra la prevista “riforma del mini-lavoro” e la “riforma” del 2017: “(...) il leader del governo, il senatore Fernando Bezerra, avrebbe dovuto convincere la Camera dei Deputati a non aggiungere più di 70 tartarughe. Ed è una riforma del lavoro, gente, di lavoratori che nel 2017, quando hanno smantellato il CLT, si sono già presi tutto, promettendo lavoro e quella che stiamo vedendo in questo Paese è tanta fame e finora, con buona pace il capo del governo, no c'è un piano per sfruttare l'economia. Tutto ciò che arriva in questa casa è revocare i diritti dei lavoratori, non c'è nessun piano da parte del governo, è la fame, l'aumento del carburante che può, sì, essere cambiato, questa politica di allineare i prezzi del carburante al dollaro. In che modo i lavoratori guadagnano in reais e pagano carburante e gas in dollari? E ora la luce e l'acqua. Quindi non vorremo credere, come si diceva, che genererà posti di lavoro, non lo farà”.

Alessandro Vieira (CIDADANIA/SE) sottolinea l'importanza di “salvare il giusto iter legislativo del Paese, il rispetto istituzionale”. L'assenza di quest'ultimo, nel tempo, ha generato “gravi danni al cittadino e alla democrazia nel suo insieme”. Ha anche sottolineato che “il ripetuto tentativo di attuare una riforma del lavoro attraverso MP è legalmente inappropriato e moralmente inaccettabile. Questa non è la strada giusta”. Ricorda inoltre che il giusto iter legislativo presuppone che la società sia ascoltata, affinché sia ​​possibile “la produzione di una norma che abbia un impatto reale sulla società”.

Infine, entrando nel merito del deputato, ha affermato: “Se il governo vuole cambiare le regole che tutelano il lavoratore, presenta i progetti ei progetti vengono discussi alla Camera. Ma non spetta al governo, in linea con quanto Paulo Guedes, in quel famoso comizio che finì per far trapelare il video, su ordinanza della Suprema Corte (...), mise una granata nella tasca dell'operaio ad ogni opportunità. Cercare di approfittare della pandemia per revocare i diritti dei lavoratori non è la strada da percorrere. Ma una correzione razionale, tecnica, di una politica economica che non funziona, la consapevolezza che è necessario sviluppare e attuare urgentemente politiche di trasferimento del reddito, nella stessa linea di stimolo dell'economia e tutela dell'occupazione. Non si può più aspettare, per seguire la stessa linea che Paulo Guedes ha difeso nel 2019 e che è stata travolta dai fatti; i fatti non lo supportano più. Tornando alla parola, il senatore Paulo Paim (PT/RS) ha presentato il contenuto di un documento che gli era stato consegnato dal Nucleo di Monitoraggio delle Politiche Pubbliche per i Giovani, che racchiude la storia che, già nelle discussioni intorno al lavoro e al sociale sistema di sicurezza, tale istituzione ha sostenuto la posizione secondo cui tali riforme non avrebbero generato posti di lavoro. Quello che è successo – continua il documento – è che il numero dei disoccupati è passato da 12 milioni a 14,5. Riguardo, nello specifico, a PRIORI e REQUIP, il documento spiega: “non creano nuove opportunità, anzi spingono i giovani lavoratori verso la precarietà”.

Valutando questi programmi, il senatore Paim chiede: “Continueranno a guadagnare quello che guadagnano o potranno guadagnare meno del salario minimo da quando sono lì? La risposta, sottolinea il senatore, è nel contenuto stesso del deputato: “guarda quello che è stato detto qui in tribuna, 'sarà rispettato il salario minimo dell'ORA', cioè hai lavorato 5 ore, guadagnerai la corrispondente a 5 ore. È il lavoro intermittente, in altre parole, che conoscete tutti”. E prosegue: “Quello che chiedono i giovani è che si rispetti la sicurezza, la Costituzione, lo Statuto dei giovani, il CLT. Quello che vogliono è avere diritto a un lavoro dignitoso. Questo indebolirà i nostri giovani, e dicono: 'nessuna parte del mondo ha una misura di flessibilità, togliendo i diritti delle persone, migliorando l'occupazione'. E perché non migliora? Perché il potere d'acquisto della popolazione diminuisce e tutti sanno che i posti di lavoro sono richiesti. Se il ragazzo non ha nessuno a cui vendere, produrrò? Certo, di conseguenza, non genera occupazione».

Conclude, poi, il suo intervento con la seguente riflessione: “Vedo alcuni dire 'la gente ha fame'. Sì, ai tempi della schiavitù dicevano anche questo. Quindi abrogheremo la legge d'oro? Al momento della schiavitù avevano fame. Cosa hanno fatto loro – la classe dirigente –? Come parte di coloro che sono stati rilasciati senza alcun diritto, il sig. Presidente, si è dovuto accontentare di lavorare per un piatto di cibo. Questo non è quello che vogliamo in questo Paese, noi crediamo in questo Paese, e quindi, Presidente, con la democrazia e un Senato come questo, credo che il futuro del nostro popolo sarà molto migliore”.

Il senatore Omar Aziz (PSD-AM) inizia il suo intervento chiarendo che "è logico che la questione necessiti di un dibattito più approfondito". E, con tono sarcastico, dice: "Se questo è tutto ciò che l'economia ha da offrire al Brasile, allora siamo in una situazione molto difficile". Ha completato con la seguente argomentazione: “dobbiamo prenderla sul serio. Ci sono più di 14 milioni di disoccupati in Brasile e non è con una politica palliativa che risolveremo questo problema. Il Brasile ha bisogno di una politica economica, qualcosa che Paulo Guedes non ha mai realizzato. (….) Questa è una questione che non porta il Brasile da nessuna parte, anzi, non risolve la generazione di posti di lavoro, ciò che risolve la generazione di posti di lavoro è la logistica, le infrastrutture, qualcosa che non abbiamo in Brasile da molto tempo tempo tempo e, in questo governo, molto meno”.

Il senatore Cid Gomes (PDT/CE) è stato enfatico quando ha annunciato: “Penso che questo pomeriggio stiamo vivendo un momento storico in cui, credo, per l'emozione che ho raccolto dalle varie testimonianze presentate quel pomeriggio, il Presidente Veneziano, un la posizione di abbastanza è abbastanza. Il Senato Federale non consentirà più alla Camera dei Deputati, con tutto il rispetto, con l'aspirazione che abbiamo di un rapporto armonioso, di approfittare delle scadenze stabilite nel MP, per cercare di fare profonde riforme, senza discussione, il questione arrivata l'altro ieri e di cui ora abbiamo una settimana per discutere». E conclude: “…è tempo per noi di creare definitivamente una situazione in cui momenti come questo non si ripetano più. MP deve avere urgenza e attualità e non può approfittarne per realizzare riforme che in questo Paese sono tutt'altro che consensuali”.

La senatrice Eliziane Gama (Cidadania/MA), a sua volta, affronta direttamente la meritoria incoerenza della deputata, spiegando che: “stiamo vivendo un momento molto serio e grave in Brasile, disoccupazione, inflazione. Le persone più povere del Brasile non sono più in grado di cucinare perché non possono acquistare gas da cucina e abbiamo, in mezzo a tutto questo, un parlamentare il cui obiettivo originario era, in teoria, migliorare l'occupazione in Brasile e peggiora la situazione in Brasile . Toglie diritti, toglie, appunto, conquiste storiche al Brasile, perché il programma appunto, che è la legge sull'apprendistato, che prevede l'assistenza ai giovani e agli adolescenti in Brasile, è una conquista, di fatto replicata in altri governi , anche a livello municipale, statale. E oggi quello che abbiamo è la creazione di un programma che elimina questo programma precedente, peggiorando la situazione di questi giovani, inclusa la rimozione dei diritti del lavoro. Si passa da un importo di 700 reais a un aiuto di 440 mensili e che non rispetta alcun diritto del lavoro, perché non considera ad esempio ferie, 13° stipendio e, peggio ancora, è un programma che ha un prezzo molto più alto costo rispetto al programma attualmente adottato in Brasile. Questo, Presidente, è inaccettabile. Sta portando la situazione dei nostri giovani verso un precipizio ancora più grande”.

Infine rivolge un appello al presidente della Camera: “Lo chiederei a Vostra Eccellenza. aggiungete a queste voci anche la difesa dei giovani, degli adolescenti, l'occupazione e il reddito dei nostri giovani in Brasile, soprattutto i diritti del lavoro”.

Il senatore Eduardo Braga (capogruppo MDB – MDB/AM) ha chiaramente esposto la posizione secondo cui “nessun senatore della Repubblica vuole togliere i diritti dei lavoratori. Vogliamo un ampio dibattito per modernizzare le leggi sul lavoro, ma non per togliere i diritti dei lavoratori. (...) Non vogliamo essere collusi qui con alcuna revoca dei diritti dei lavoratori”.

Il senatore Fabiano Contarato (REDE/ES) è stato ancora più enfatico quando ha affermato: “Continuo a chiedermi cosa dire di fronte a un attacco ai diritti dei lavoratori nel bel mezzo di una pandemia globale. Questa storia si sta già ripetendo, sig. Presidente. Abbiamo ideato la riforma del lavoro nel 2017, che ha diffamato i diritti dei lavoratori. È stato istituito il lavoro intermittente, è stata esternalizzata l'attività principale, è stato stabilito che l'approvazione del contratto di lavoro fosse fatta dal datore di lavoro, che le donne incinte e in allattamento potessero lavorare in un ambiente malsano che, se non fosse stato per l'STF a dichiararlo incostituzionale , sarebbe valido. Poi è arrivato un altro discorso, 'sfruttiamo l'economia e generiamo reddito'. È arrivata la riforma delle pensioni. Ancora una volta, l'operaio ha pagato il conto. Questo deputato è vestito con il cartellino verde e giallo, che, verde e giallo, non ha niente. A proposito, voglio dire che, da professore di diritto penale, questo deputato è un tipo criminale: riduzione in una condizione analoga a quella di schiavo, c'è nell'articolo 149 con la reclusione da 2 a 8 anni e una multa, perché facendo quello che sta facendo questo deputato, sig. Presidente… Dobbiamo essere ragionevoli. Vorrei capire perché il governo e noi non ci battiamo per dare effetto all'articolo 7, IV del CF, che dice che il governo deve istituire un salario minimo dignitoso, in grado di soddisfare le tue esigenze e quelle della tua famiglia con la salute, istruzione, alloggio, alloggio, tempo libero, abbigliamento, igiene e abbiamo questo magro stipendio? Perché non tasseremo i dividendi? Perché non facciamo una riforma fiscale equa, solidale e umana? Oh si. Ora, ancora una volta, sarà il lavoratore a pagare il conto, senza analizzare il rispetto di questa riforma per le persone con disabilità, per i giovani. Per favore, prendi l'ombrium. Il minimo di decenza morale. E ciò che questo Senato federale deve fare è lasciare che questo deputato cada e seppellisca una volta per tutte questo comportamento criminale che il governo federale vuole promuovere ancora una volta con il falso pretesto che farà leva sull'economia, genererà posti di lavoro e reddito e lo farà lavoratori potersi permettere. Che razza di azienda è questa che avrà un lavoratore di 55 anni con uno stipendio e un altro, di 30 anni, che fa la stessa cosa, con un altro, violando l'articolo 7, XXX, del CF, che dice che non c'è può essere alcuna differenza di stipendio? Questo è totalmente incostituzionale, è illegale, è immorale. Non parlo solo dell'aspetto legale, perché l'intero sistema legale deve essere basato su un comportamento etico e morale e questo denigra ogni comportamento etico e morale. Per questo mi appello ai colleghi: diciamo no a questo parlamentare, perché ancora una volta a pagare il conto sono i lavoratori brasiliani».

La senatrice Nilda Gondim (MDB/PB) ha ribadito gli argomenti contrari all'inclusione delle “tartarughe” nel processo di conversione del parlamentare in legge.

José Aníbal (PSDB/SP) ha trattato come “beffa legislativa” il fatto che la Camera dei Deputati, nel discutere la conversione del deputato in legge, abbia aggiunto 69 articoli, compreso uno che aggiunge/modifica 70 disposizioni del CLT.

Sottolinea inoltre che: “quello che qui si chiama un deputato per la creazione di lavoro, in realtà, è il tentativo di creare una nuova legislazione del lavoro senza passare attraverso un intenso dibattito in Parlamento e con la società”. A suo avviso, la bocciatura del MP sarebbe imposta anche perché un progetto che implica elevate esenzioni fiscali, esenzioni in genere nel sistema S, nelle FGTS, nella Previdenza ha dei costi per lo Stato e meritava di essere oggetto di un discussione.

La senatrice Mara Gabrilli (PSDB-SP) ha ribadito le ragioni per la decadenza del deputato, evidenziando l'aspetto della “cancellazione dei diritti dei lavoratori brasiliani, che porta al lavoro precario”. Riguardo in particolare a REQUIP, ha affermato: “I posti di lavoro per i giovani non saranno più legati al proseguimento degli studi e abbiamo già abbandoni delle scuole superiori e contribuiremo ad aumentarli? REQUIP, inoltre, oltre a togliere diritti e rendere più precario il lavoro, ha un pessimo effetto collaterale rispetto alla legge sulle quote per le persone con disabilità: la base di calcolo potrebbe essere drasticamente ridotta e cosa accadrà? La conseguenza di ciò sarà un minor numero di posti vacanti, meno opportunità per queste persone e persino un licenziamento di massa di quelle persone con disabilità che sono già assunte”.

Da un punto di vista generale, ha ribadito: “Vogliamo tutti più opportunità di lavoro, ma non a scapito di offrire contratti senza contratto formale, senza tredicesima, senza ferie, senza diritto al minimo salariale, senza previdenza sociale, senza nulla."

Il senatore Esperidião Amin, confrontandosi con il reiterato atteggiamento della Camera di inserire “tartarughe”, pur conoscendo l'incostituzionalità della procedura, come già dichiarato dall'STF, lasciando al Senato il compito di escluderle, evidenzia un articolo del deputato che , modificando il CLT, avrebbe lo scopo di “costringere un minatore sotterraneo, che io e la gente di Santa Catarina sappiamo cosa passa, a lavorare fino a 12 ore in una miniera di carbone, per esempio. È assolutamente disumano e fuori contesto rispetto all'evoluzione del capitalismo stesso. Non parlerò nemmeno di politiche sociali”.

Il senatore Rogério Carvalho (PT-SE) ha presentato una forte critica al progetto, nei seguenti termini: “Attualmente siamo con l'economia in crescita negativa dello 0,1% nel trimestre. Abbiamo 14 milioni di disoccupati, stiamo affrontando un momento di inflazione, disoccupazione, bassa crescita economica e il governo presenta l'ennesima politica prociclica. Cos'è una politica prociclica? Quella che approfondisce la crisi, che aumenta il prelievo di risorse che circolano nell'economia. Maggiore è la massa salariale, maggiore è la domanda, maggiore è la domanda, maggiore è la crescita economica e la sostenibilità di quella crescita economica. Quello che fa il governo è aumentare, scommettere sul ciclo recessivo che sta vivendo il Paese. Pertanto, questo Provvedimento così come è stato costruito, con tutti questi inserimenti fuori contesto, facendo riforme permanenti, è inadeguato. E ancora, se non hai un'economia in crescita, se non hai investimenti pubblici, se non hai una politica anticiclica, ovviamente quello che accadrà è la sostituzione di un dipendente, di una tipologia di dipendente , da altro dipendente. Pertanto, non c'è altro modo per noi di difendere l'interesse maggiore di questo Paese, l'interesse pubblico, l'interesse del popolo brasiliano, dei lavoratori brasiliani, se non rifiutiamo in toto questo provvedimento provvisorio e apriamo un dibattito serio su l'economia, sulla politica del reddito e dell'occupazione in questo paese".

Il senatore Dario Berguer ribadisce che il deputato, emendato dalla Camera, “attua un'ampia riforma del lavoro, del tutto stonata rispetto alla realtà del Provvedimento. Significa la fine del contratto formale. Trasforma la vita dei lavoratori ei loro diritti in modo ampio e significativo. Permette assunzioni, per quanto incredibile possa sembrare, attraverso il pagamento di bonus, cioè la metà di un premio minimo salariale per alcuni lavoratori, e rappresenta anche la fine del 13° stipendio per alcuni lavoratori. Rappresenta anche la fine del Fondo di Garanzia con la riduzione dei depositi. La fine delle pensioni e delle indennità di malattia, la riduzione degli straordinari, la riduzione del diritto alle ferie, la riduzione delle multe corrisposte ai lavoratori in caso di licenziamento, restringe anche il controllo delle aziende e restringe (...) l'accesso alla giustizia dei lavoratori. E potrebbe portare alla sostituzione dei lavoratori, gli imprenditori possono licenziare chi guadagna di più e possono assumere o riassumere chi guadagna di meno. Questo, a mio avviso, è inaccettabile perché nuoce al lavoratore, nuoce alla salute del lavoratore. Stabilisce infine il cartellino verde e giallo già bocciato dal Senato federale. Con questo non posso essere d'accordo.

Il senatore Humberto Costa (PT-PE) ha rilasciato una dichiarazione che vale la pena di riprodurre integralmente: “Ora, durante il periodo di pandemia, ho avuto la possibilità di rileggere alcuni libri che hanno segnato la mia vita. E quello che mi ha colpito è stato un libro di Voltaire intitolato Candide or Optimism. E faccio questa citazione come riferimento, al mio amico Fernando Bezerra, perché il tutore di Cândido, il dottor Panglois, era così ottimista che ha generato, nella lingua portoghese, l'aggettivo panglossiano, e Vostra Eccellenza è di un ottimismo panglossiano e noi siamo qui quando si vota per il tetto di spesa si creerebbero migliaia e milioni di posti di lavoro in Brasile. Quando abbiamo votato per la riforma della previdenza sociale, in Brasile sarebbero stati creati migliaia di posti di lavoro. Quando hanno votato per la riforma del lavoro, sarebbero stati creati migliaia di posti di lavoro. Quando avrebbero votato per l'autonomia della Banca Centrale, sarebbero stati creati migliaia di posti di lavoro in più. Quando è stata attuata la privatizzazione di diversi enti importanti, il discorso era che sarebbero stati creati nuovi e milioni di posti di lavoro. Oggi questo governo è riuscito a rendere disoccupati i disoccupati, con 7 reais il prezzo di un litro di benzina, il 25% degli uber driver lascia il lavoro. La gente non ha alternative. Ci sono 35 milioni di brasiliani che vivono nell'informalità. Non sarà, mio ​​caro Fernando Bezerra, con la revoca dei diritti, che sono così pochi, con l'adozione di programmi che sono di fatto regimi mascherati da schiavitù, che riusciremo a far generare posti di lavoro al Brasile”.

Il senatore Randolfe Rodrigues (REDE-AP) fa un bilancio della situazione, a dimostrazione dell'impertinenza della proposta, nei seguenti termini: “Il prezzo del gas da cucina è di 120 reais. Il prezzo della benzina arriva a 7 reais, e può andare oltre. Siamo di fronte a una grave crisi idrica che minaccia anche l'interruzione dell'approvvigionamento energetico. Di conseguenza, ieri c'è stato un altro riadeguamento di almeno un altro 15% nella tariffa elettrica. Come se tutto questo non bastasse, abbiamo più di 14 milioni di disoccupati, 19 milioni affamati”.

E conclude: “Poi il governo di Jair Bolsonaro (....) pensa di dover togliere anche il diritto alle ferie ai lavoratori, deve ridurre le FGTS, deve ostacolare la registrazione nel permesso di lavoro e ha ridurre l'indennità in caso di licenziamento. Come se non bastasse pensare che sono tante le disgrazie che stanno subendo i brasiliani, allora il complemento della politica economica ora è togliere i pochi diritti che restano ai lavoratori brasiliani, perché secondo il ministro Paulo Guedes, lo stesso ministro che diceva che quando andava al supermercato tutto il mondo lo salutava o lo abbracciava, secondo lui, per creare lavoro, devi togliere il diritto alle ferie, per creare lavoro, devi ridurre il FGTS del lavoratore. Questo è il rimedio per generare occupazione, nella logica del ministro Paulo Guedes. Dal punto di vista del governo, la vergogna fatta non è sufficiente. La benzina a 7 è troppo poco, i fagioli a 14 è troppo poco, il prezzo della carne a più di 30-35 è troppo poco, i diritti minimi dei lavoratori devono ancora essere ritirati. È così che pensano di generare posti di lavoro. È questa logica, che è perversa, a un livello di crudeltà”.

Anche il senatore Rodrigo Pacheco (DEM-MG) ha chiesto il rigetto degli oggetti che traboccavano dal deputato originario.

Poi sono iniziate le votazioni, con qualche altra breve manifestazione degna di nota, come quella della senatrice Zenaide Maia (capogruppo PROS – PROS-RN): “I PROs liberano il banco, ma io voto NO. Questa è una riforma del lavoro e questo non è il momento di perseguitare i lavoratori”.

Sulla stessa posizione il senatore Fabiano Contarato (capogruppo REDE – REDE-ES): “Mr. Presidente, REDE guida il voto 'NO' perché comprende che si tratta di una riforma del lavoro. Ancora una volta viola il dovuto iter legislativo, come ha giustamente affermato il nostro collega, viola i diritti dei lavoratori. La RETE guida il voto 'NO'”.

La senatrice Simone Tebet (leader del Gruppo femminista – MDB-MS): “Mr. Presidente, non c'è consenso all'interno del banco delle donne, quindi lo rilasciamo. Ma voterò contro. Capisco che c'è un difetto materiale, la violazione dell'articolo della Costituzione federale. E oltre a questo, stiamo perdendo la grande opportunità di portare, attraverso un disegno di legge di questa Camera, un'opera, un progetto responsabile, il senatore Paulo, parlando dopo un'audizione pubblica in Commissione, aprendo l'opportunità ai nostri giovani, in questo momento di crisi, vieni al mercato del lavoro. Ma non così, sig. Presidente. Non di fretta. Non a scapito della registrazione del portafoglio. Tre anni. I nostri giovani costretti a lavorare in modo precario. Perché non abbiamo le condizioni, non abbiamo il coraggio di condividere con i grandi la responsabilità sociale del Paese. Vogliamo sempre imputare la responsabilità fiscale, sempre a scapito della popolazione più bisognosa”.

Una volta registrate le votazioni, il presidente Rodrigo Pacheco (DEM-MG) ha proclamato il seguente risultato: “La votazione a turno unico è chiusa. Ordino alla segreteria generale del consiglio di esporre il risultato sul pannello. 27 senatori hanno votato 'SI', 47 senatori 'NO', 1 astenuto. Bocciati i presupposti costituzionali di rilevanza e urgenza, adeguatezza finanziaria e di bilancio della MP 1045 del 2021. Ddl di conversione n. 17 del 2021 e le modifiche presentate. La questione va in archivio”.

Infine, vale la pena ricordare l'intervento del relatore PLV17, il senatore Confúcio Moura (MDB-RO), la cui proposta è stata respinta dalla maggioranza dei senatori: “Mr. Presidente, desidero innanzitutto ringraziare Vostra Eccellenza, il leader Fernando Bezerra, per aver nominato il mio nome per riferire su questo importante PM. Vorrei ringraziare i consulenti di Casa, che hanno svolto un lavoro fantastico, fantastico, i consulenti dell'ufficio, Flávio e Vivian, che hanno svolto un lavoro squisito per me. Grazie per le manifestazioni di tutti i parlamentari. E non discuto il voto negativo. Il rapporto è stato sconfitto. Accetto. E non discuto. Congratulazioni a tutti voi. Grazie mille."

La “riforma” del lavoro

Come si vede, il Senato Federale brasiliano si è storicamente posizionato rispetto al tema del lavoro precario in Brasile, ammettendo espressamente quanto una tale politica sia contraria agli interessi della nazione, favorendo solo le grandi imprese e il capitale internazionale, oltre per promuovere e valorizzare le sofferenze del popolo brasiliano.

Dal punto di vista della “riforma” sindacale del 2017, Senatori e Senatori hanno fatto capire quanto la corsa al voto al botteghino e senza un ampio confronto con la società su temi profondi e di grande portata sociale, economica e umana sia addictive, in termini di incorreggibilità, l'iter legislativo, denunciando, ancora, come il Senato Federale non abbia svolto con regolarità la sua funzione di revisione nel voto del ddl di “riforma”.

A questo proposito, è importante evidenziare le seguenti manifestazioni:

– “Temer ha rotto con la MDB a livello nazionale quando ha votato per la riforma del lavoro, e coloro che vogliono rompere alle prossime elezioni, fanno lo scherzo di votare a favore di questa questione. È logico che la questione necessiti di un dibattito più approfondito”. – OMAR AZIS (PSD-AM);

– “È importante capire che bisogna salvare il dovuto iter legislativo nel Paese, il rispetto istituzionale, questo si è indebolito nel tempo con grave danno per il cittadino e per la democrazia tutta. In questo caso, il ripetuto tentativo di attuare una riforma del lavoro attraverso MP è legalmente inappropriato e moralmente inaccettabile, questa non è la strada giusta. Quindi, riconosco e apprezzo il grande sforzo del relatore senatore Confúcio Moura e, se l'impegno presentato dal capo del governo è un dato di fatto, che questo deputato sia respinto e che i progetti relativi ai programmi di rapporto di lavoro siano presentati, dal grazie al processo legislativo, ascoltare la società e consentire la produzione di norme che abbiano un impatto reale sulla società” – ALESSANDRO VIEIRA (CITTADINANZA/ SE);

– “MP deve avere urgenza e pertinenza e non può approfittarne per realizzare riforme che sono tutt'altro che consensuali in questo Paese”. – CID GOMES (PDT/CE):

– “Non vogliamo essere conniventi qui con un'eventuale revoca dei diritti dei lavoratori, quindi, poco fa ha parlato il senatore Omar, così come Otto, e parlo di entrambi perché sono del secondo partito del Senato federale, l'MDB è il partito più numeroso con 16 senatori. Vostra Eccellenza appena manifestato qui, tutto nella direzione opposta al contenuto della riforma del lavoro. (...) quindi, non c'è modo di smettere di esprimermi in difesa del lavoratore e contro il deputato, non per il testo originario, ma per quello che è stato costruito con l'ingresso di 73 nuovi articoli e che mirano a cambiare il CLT da una scorciatoia, senza che ci sia un grande dibattito nazionale. “ – EDUARDO BRAGA (RESPONSABILE MDB – MDB/AM);

– “Continuo a chiedermi cosa dire di fronte a un attacco ai diritti dei lavoratori nel bel mezzo di una pandemia globale. Questa storia si sta già ripetendo, sig. Presidente. Siamo arrivati ​​con la riforma del lavoro nel 2017, che ha diffamato i diritti dei lavoratori». – FABIANO CONTARATO (RETE/ES);
– “È una presa in giro del processo legislativo. Basta polemiche, se si usa MP fino al limite di aggiungere ad un progetto di 25 articoli, 69 nuovi articoli e 70 dispositivi sul CLT. È quello che chiamavo, allora, una riforma del lavoro” – JOSÉ ANIBAL (PSDB/SP);

– “Il modo in cui si fa la politica in questo paese è molto triste, sig. Presidente. Questo rapporto di 135 pagine è stato a disposizione dei nostri consulenti solo questo pomeriggio.Quale dei nostri consulenti l'ha letto? Per quanto mi fidi del Sen. Confucio Moura, quali emendamenti accettò, quali respinse, cosa ne sappiamo? Impossibile leggere lì e negli uffici consultivi perché non abbiamo avuto tempo, impossibile fidarsi della Camera, purtroppo non c'è più il filo dei baffi, la parola». – ORIOVISTO GUIMARÃES (PODEMOS/PR);

– “Sì, abbiamo fatto un accordo con la partecipazione del pres. Rodrigo Pacheco, con il consenso del Pres. Artur Lira, (SOM SOME QUICKLY) relazione del senatore Confúcio Moura, rimuovendo tutti i dispositivi che alterano il CLT, che sarà affrontato attraverso PL, dando il tempo necessario affinché la questione venga discussa, come richiesto da diversi senatori, dal Sen . Paulo Paim, che rispetto, Paulo Rocha, Portinho, Otto Alencar, questi senatori riceveranno risposta nelle loro preoccupazioni di non utilizzare il deputato per occuparsi delle disposizioni del CLT. – FERNANDO BEZERRA COELHO (MDB/PE);

– “Ricorda che, per diversi anni, abbiamo fatto gesti qui e finora niente, la creazione di posti di lavoro non è arrivata, la carne è assurda, il gas è assurdo e purtroppo, mio ​​caro amico Fernando, l'economia del governo è fallita, la popolazione laggiù c'è fame e non ha senso dire che genererà posti di lavoro, che accadrà (...). Quindi andremo a votare e sono sicuro che oggi daremo, non due sconfitte al governo, ma difenderemo i veri lavoratori e li difenderemo rifiutando queste questioni, rifiutando il parlamentare e, ovviamente, approvando il DL”. WEVERTON (PDT/MA);

– “È una riforma del lavoro, gente, di lavoratori che, nel 2017, quando hanno smantellato il CLT, hanno già preso tutto, promettendo lavoro e quello che stiamo vedendo in questo Paese è tanta fame e fino ad ora, con tutto il rispetto per il capo del governo, non c'è alcun piano per sfruttare l'economia; tutto ciò che arriva in questa casa è per togliere i diritti dei lavoratori. – ZENAIDE MAIA (PROS-RN).

Infine, tornando all'approccio inizialmente formulato, per quanto riguarda specificamente il Senato federale, sembra importante, anche con tutte queste manifestazioni, contenere l'ottimismo, anche se tutte queste dichiarazioni espresse possono avere l'effetto di compromettere il comportamento futuro dei suoi oratori. Quanto verrà avanti su temi cruciali per il Paese, democrazia e diritti sociali, sarà decisivo anche per comprendere meglio cosa, di fatto, ha mosso Senatori e Senatori in questo voto.

Inoltre, gli effetti concreti di questo importante fatto dipendono da diversi altri attori sociali, politici e giuridici, rispetto ai quali le affermazioni di cui sopra devono ancora fare eco.

Quella che va assunta come percezione generale, soprattutto in questo momento storico in cui la società brasiliana è nel caos, è che una vera inversione di tendenza verso un effettivo rispetto dei diritti sociali costituzionalmente garantiti gioca un ruolo essenziale nel necessario processo – che occorre urgentemente attuare – costruzione dell'ordine democratico, perché, come affermato da Wladmir Saflate (vedi qui), seguendo le stesse linee che ho argomentato in un testo precedente (vedi qui) l'attuale governo è sostenuto solo dall'alleanza che mantiene con la classe economica dominante per quanto riguarda l'istituzionalizzazione di meccanismi che consentano una maggiore spoliazione della classe operaia, e questo avviene soprattutto attraverso lo smantellamento dell'ordine democratico, lo scuotimento delle istituzioni di credibilità e disprezzo delle garanzie costituzionali.

In ogni caso, sembra più che mai importante mantenere la sfiducia, poiché, in concreto, dovrebbe essere molto evidente per le alleanze sfruttatrici della classe dirigente che conferire potere assoluto a qualcuno in cambio del soddisfacimento dei suoi interessi immediati è qualcosa che può sfuggire a qualsiasi controllo. La grande questione, per la maggior parte della popolazione brasiliana, è che non si può non considerare, in primo luogo, che in Brasile non è mai esistita una vera democrazia popolare e, in secondo luogo, che, per il capitale, fintanto che i suoi interessi sono soddisfatti, qualsiasi sistema il politico funziona. In questo contesto, vale anche la pena chiedersi: la democrazia è compatibile con il capitalismo, ancor più nei paesi a capitalismo dipendente?
Sarebbe certamente rilevante apprendere, una volta per tutte, che non c'è democrazia quando la pienezza della condizione umana è destinata a pochi, e anche che non c'è ordine costituzionale quando i diritti fondamentali non giungono, in concreto e in egual modo., la totalità della popolazione. Ma c'è mai stato in Brasile l'attuazione di un progetto sociale, politico ed economico finalizzato alla piena realizzazione di questi diritti?

Nonostante tutto ciò, è innegabile che si è aperto uno spiraglio storico, anche perché la classe operaia possa percepirsi nel processo storico, nonché perché possa andare oltre la logica formale e comprendere quanto sia urgente la concretezza di una vera la società egualitaria è, in particolare, negli aspetti essenziali della condivisione dei mezzi di produzione e della ricchezza prodotta collettivamente.

Dal punto di vista più ristretto dei rapporti di lavoro, la bocciatura da parte del Senato della “miniriforma” sindacale è storicamente rilevante perché rappresenta l'esplicitazione dell'illegittimità della “riforma” del 2017 e l'incostituzionalità dei dispositivi che hanno favorito l'aumento delle precarietà sul lavoro durante la pandemia, con un enorme potenziale per riflettere su come si è posizionata la comunità giuridica rispetto alle norme che rendono precario il lavoro e la condizione umana.

Ma sarebbe troppo avventato affermare che sia stata una pietra miliare per l'azione legislativa sulla questione legata al lavoro nel Paese, rappresentando un abbandono della razionalità neoliberista che l'ha guidata finora.

Perché si prospetti un cambiamento concreto in questo senso, molto deve ancora accadere. In primo luogo, sarebbe fondamentale che il Senato federale restasse fermo su questa posizione anche in relazione ad altre questioni sociali in corso, in particolare quelle relative allo smantellamento dello Stato e della Previdenza.

E perché ci sia un ottimismo meno contenuto, sarebbe indispensabile che diversi altri soggetti politici abbiano la capacità di formulare la loro autocritica e presumano la necessità di rompere i legami che hanno anche mantenuto con gli interessi che corrompono la condizione umana.

La delibera del Senato Federale potrebbe ben rappresentare la presa di posizione nella direzione della costruzione di una nazione in Brasile. Tuttavia, considerando l'attuale contesto politico, molti interrogativi restano nell'aria, soprattutto quando si verifica che, anche dopo tanti discorsi esplicitamente golpisti del Presidente della Repubblica nel “7 settembre”, nessuna reazione istituzionale all'altezza degli attacchi lanciati è stato verificato, in particolare dopo che il presidente ha fatto un cenno di riconciliazione.

Le alleanze dominanti, dopo lo scontro di forze, sarebbero state rinnovate per garantire la stabilità del presidente e portare avanti così l'agenda economica ultraneoliberista del suo governo? In questo contesto, la decisione del Senato Federale è stata solo un messaggio per esprimere che gli sfoghi autoritari del Presidente costituirebbero un impedimento all'approvazione dell'agenda economica, visto che, senza di essa, cioè senza la contropartita del potere economico, la sua governo (allora sì - e non per negligenza a fronte di oltre 585mila vite perse) sarebbe effettivamente a rischio? La lettera del Presidente, in cui si accusa ricevuta del messaggio, sarebbe una riaffermazione del suo impegno per quell'ordine del giorno – anche senza rappresentare di fatto alcuna garanzia di salvaguardia delle regole del gioco democratico?

Detto più chiaramente: cosa può derivare per la classe operaia da questa storia finora mal raccontata?

Le risposte a queste domande sono fondamentali per comprendere anche il momento che stiamo vivendo.

I prossimi fatti lo diranno!

*Jorge Luiz Souto Maior è docente di diritto del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'USP. Autore, tra gli altri libri, di Il danno morale nei rapporti di lavoro (redattori di studio).

Vorrei ringraziare i seguenti membri del GPTC-USP per aver registrato gli interventi durante la sessione del Senato: Claudia Urano Machado; Caio Silva Melò; Francine Rossi Nunes Fernandes de Oliveira.

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