una traversata difficile

Immagine: Madison Inouye
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da LUIZ WERNECK VIANNA*

Il ripristino della cultura democratica dipende dai muscoli acquisiti dalle entità della società civile nella lotta per le loro rivendicazioni.

La strada che si apre al governo Lula-Alkmin è un burrone in cui si sono trincerati sulle sue sponde cecchini di precisione e ogni sorta di nemici impegnati a ostacolare i suoi passi verso la riconquista della democrazia. A tal fine, i sostenitori radicali del regime di Bolsonaro contano sempre di più su settori delle élite che si sentono minacciate dalla perdita dei privilegi di cui godevano nel governo precedente. Si tratterà di un passaggio ad alto rischio, che richiederà un'estrema competenza da parte di chi ne guiderà la conduzione, sicuramente ad un livello superiore rispetto a quanto avvenuto nel corso della campagna elettorale.

Al momento della partenza, la sua competenza è già messa alla prova dalla mancanza di risorse di bilancio che renderebbero possibile la continuità del programma Bolsa Familia, impegno da lui condiviso con il governo che succede, a cui si aggiunge un'uguale necessità, nel di fronte alla crisi sociale che affligge l'immensa massa di vulnerabili in situazioni di estrema povertà, i mezzi per far fronte ai mali di cui soffrono. In questa drammatica circostanza, il governo eletto ha fatto ricorso all'eroico rimedio di un emendamento costituzionale per ottenere uno stanziamento di bilancio in grado di garantire risorse minime per la risposta di emergenza ai bisogni imperativi della popolazione.

In tal senso, il futuro governo si trova invischiato in difficili trattative con la Legislatura, dominata per lo più da forze che gli si sono opposte nel contenzioso elettorale, a meno che non favoriscano una via alternativa alla modifica costituzionale quale provvedimento provvisorio quale primo atto di governo. Indubbiamente, la recente decisione dell'STF che ha giudicato incostituzionale il bilancio segreto e i poteri che ha concesso ai capi del potere legislativo toglie un po' di forza a questo potere, ma non al punto da lasciarlo inerme di fronte al nuovo governo , che tutto indica opterà per la via della negoziazione ragionevole dell'emendamento costituzionale secondo le manifestazioni dei suoi leader, un processo che ora si conclude.

In questo caso, le forze politiche del Centrão riacquistano l'esercizio di ruoli influenti e, in qualche modo, trovano il loro posto nel governo entrante. Tutto come prima nella caserma di Abrantes, poiché la politica della conciliazione emerge come il suo segno distintivo, il suo modo di percorrere il campo minato che ci aspetta, reiterando lo stile del governo FHC di conciliare il moderno con l'arretratezza sotto una leggera predominanza, ove applicabile, di il primo.

Tale dovrà essere il prezzo da pagare, costretto dal ruolo di distruzione che il governo Bolsonaro lascia dietro di sé invertebrando la società nei suoi elementi più semplici, nella sua politica di terra bruciata di nessi sociali organici secondo i dettami della sua ispirazione neoliberista che questa cosa della società non esiste. Ripiantare il tessuto sociale distrutto richiederà tempo, tenacia e chiarezza di intenti. Si tratta di rilanciare la vita sindacale, i movimenti associativi ei partiti politici di sinistra, nelle città e nel mondo agrario, quest'ultimo, oggi, tristemente affidato alla manipolazione degli interessi agroalimentari.

Dando impulso al moderno, in una società come la nostra che ha vissuto decenni di modernizzazione autoritaria, è importante stabilire uno statuto di piena autonomia per i suoi esseri sociali, un compito che richiede un'intellettualità attiva che apra, attraverso la riflessione, percorsi a nuove traiettorie critiche sulle passività della nostra storia e illuminare nuove possibilità per azioni progressiste.

Il ripristino della cultura democratica dipende dalla muscolatura acquisita dai soggetti della società civile nella lotta per le proprie rivendicazioni, al fine di aggirare lo scenario ostile, attualmente configurato in una composizione avversa delle camere congressuali, alla ricerca di spazi e opportunità che rendano possibile la riunificazione della società con le sue migliori tradizioni.

Il futuro è aperto e, sebbene possiamo trovare buone ispirazioni nel nostro passato, richiede da noi spirito di scoperta e audaci invenzioni in un contesto esigente e stimolante, che potremo affrontare solo quando inizieremo a camminare, passo dopo passo, passo dopo passo, nella ricerca di una società egualitaria ed equa.

*Luiz Werneck Vianna è professore presso il Dipartimento di Scienze Sociali del PUC-Rio. Autore, tra gli altri libri, di La rivoluzione passiva: iberismo e americanismo in Brasile (Revan).

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